MONDO
Lo scandalo finanziario
Panama Papers, sull'Espresso i primi 100 nomi: ci sono anche Verdone e Valentino
Tra gli italiani finiti al centro del dossier 'Panama Papers' iniziano a spuntare i primi nomi citati nelle carte dello studio legale Mossack Fonseca, e anticipati dal sito dell'Espresso nell'inchiesta pubblicata oggi. Volti noti dello spettacolo, tra cui figura anche Barbara D'Urso, che ha già diffidato formalmente il settimanale. Il Guardian, intanto, punta il faro sulla Cina: coinvolti nome del gotha del Partito comunista cinese. Ci sarebbero anche i familiari di Mao. Putin sullo scandalo: "Tentativo di destabilizzare la Russia". Indagini in Argentina sul presidente Macri
Verdone risulterebbe titolare di una offshore registrata a Panama, la Athilith Real Estate. Interpellato attraverso il suo avvocato, Verdone si è detto 'sorpreso di essere accostato a una società con sede a Panama', e che 'non ha idea dei motivi per cui sia stata costituita'. Valentino, con il socio Giancarlo Giammetti, è invece associato a due sigle delle Isole Vergini britanniche, la Jarra Overseas e la Paramour finance, scrive il settimanale. Dal canto suo, lo stilista ha fatto sapere tramite i suoi legali di essere residente a Londra da oltre 10 anni.
Verdone smentisce "non ho conti all'estero"
"L'accostamento di Carlo Verdone ai fatti pubblicati su 'L'Espresso' non è e non sarà credibile, anche perché Carlo Verdone non è titolare di nessun conto o o proprietà all'estero, neanche per interposta persona. Naturalmente tutelerà la propria rispettabilità in tutte le sedi giudiziarie". È quanto scrive in una nota l'ufficio stampa che si occupa della comunicazione dell'attore-regista romano.
Spunta, poi, anche il nome di Barbara D'Urso. Nella lista, Maria Carmela D'Urso, nome all'anagrafe della presentatrice, "risulta come 'director' della società Melrose Street Ltd, registrata nel 2006 alle isole Seychelles", spiega L'Espresso. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera online, il legale della D'Urso ha diffidato formalmente il settimanale "dal divulgare notizie che appaiono lacunose e gravemente lesive della sua immagine", chiarendo che "la società in questione era stata aperta ai fini di un'operazione immobiliare che la D'Urso intendeva compiere all'estero; operazione che non si era poi concretizzata; la società era conseguentemente sempre rimasta inattiva, poi ufficialmente chiusa nel 2012".
Il presidente argentino Macri sotto inchiesta
La Procura federale argentina ha aperto un fascicolo per un presunto reato di evasione fiscale del presidente Mauricio Macri, coinvolto nello scandalo dei "Panama Papers", in seguito ad un esposto presentato da un deputato dell'opposizione.
L'inchiesta, avviata dalla Procura federale, riguarda la presunta partecipazione dell'inquilino della Casa Rosada in due società offshore, una delle quali rivelata dai documenti emersi domenica sera. Macri risulterebbe essere il direttore della società Fleg Trading Ltd. Con sede alle Bahamas, e vicepresidente della Kagemusha SA. La magistratura intende verificare se Macri ha "omesso dolosamente di completare la sua dichiarazione sotto giuramento sulla proprietà di beni, requisito obbligatori per esercitare incarichi pubblici. La prima società risulta essere stata registrata alle Bahamas nel 1998 dal padre di Macri, Franco, proprietario di un grosso conglomerato di imprese in Argentina. Lo stesso Franco Macri ha detto che la società fu messa in piedi per un investimento in Brasile che non ha avuto successo e che "non è mai stata attiva" per questo è stata chiusa nel 2008.
Alcuni deputati inoltre hanno chiesto che la magistratura approfondisca la posizione di un uomo molto vicino a Macri, Nestor Grindetti, attuale sindaco di Lanus, alla periferia sud di Buenos Aires, che gestì una società a Panama e un conto corrente in Svizzera tra il 2010 e il 2013, quando aveva il ruolo di segretario al Tesoro della città di Buenos Aires durante il mandato da sindaco dello stesso Macri. Negli ultimi giorni, da quando il suo nome è comparso nella lista di personaggi eccellenti contenuti nei Panama papers, Macri ha negato che le società offshore appartenessero al gruppo della sua famiglia.
Putin: Tentativo di destabilizzare la Russia
Il presidente russo Vladimir Putin bolla lo scandalo come un tentativo per destabilizzare la Russia, ed ha precisato di non essere menzionato nei cosiddetti "Panama Papers" relativi alle attività off-shore, rendendo inutile la discussione. "Il vostro umile servitore non c'è, quindi non c'è niente di cui parlare", ha detto Putin a un forum multimediale.
Ci sono anche i familiari di Mao
Dopo i conti segreti di Putin quelli del gotha del Partito comunista cinese. La bufera Panama Papers si dirige verso Pechino, con le nuove rivelazioni che rischiano di creare grandissimo imbarazzo a Xi Jinping che ha fatto della lotta alla corruzione la priorità della sua presidenza. Secondo il Guardian, nei documenti filtrati dallo studio panamense Mossack Fonseca ci sono anche i nomi di familiari di otto fra i più importanti dirigenti del Pcc. Familiari di Mao Zedong, fondatore della Repubblica popolare cinese, hanno aperto società off-shore alle isole Vergini britanniche. Secondo le informazioni, Chen Dongsheng, marito di una delle nipoti di Mao, era proprietario della Keen Best International Limited, società con sede nell'arcipelago dei Caraibi. In realtà, come buona parte delle centinaia di casi denunciati dai documenti dello studio legale panamense, l'azienda della famiglia di Mao non è illegale, anche se si sospetta che possa essere stata usata per riciclare denaro o evadere il fisco. Inoltre, è risultato che il 29% delle 16.300 società internazionali che lo studio legale panamense Mossack Fonseca ha rappresentato fino al 2015 provengono da Cina e Hong Kong. Fra coloro che per sfuggire al fisco avrebbero utilizzato compagnie offshore compaiono così il cognato del presidente cinese Xi, il genero di Zhang Gaoli, membro del politburo cinese, la figlia di Li Peng, che guidò la repressione contro i manifestanti di piazza Tiananmen, e la nuora di Liu Yunshan, il capo della propaganda,
Perquisita la sede della Uefa
A pochi mesi dallo scandalo planetario della Fifa, che ha travolto anche il presidente Uefa Michel Platini, ecco che le rivelazioni sulle società offshore riaccendono i riflettori su pratiche opache nell'attribuzione dei diritti tv. A partire da quelli per l'Ecuador, affidati alla società Cross Trading, citata nei Panama Papers. L'Uefa ha diramato un comunicato in cui assicura di aver "fornito alla polizia federale tutti i documenti in suo possesso" e di voler "cooperare in modo completo". Così come Infantino stasera ha ribadito di non avere nulla da temere dalle indagini: "Sono per la trasparenza e a disposizione per ogni chiarimento".
Panama corre ai ripari: "Faremo piu' trasparenza"
Dopo la bufera suscitata dai Panama Papers, il governo panamense corre ai ripari per migliorare la trasparenza sulle aziende offshore. Il presidente, Juan Carlos Varela, ha annunciato che il suo governo creera' "un comitato indipendente di esperti" internazionali che "valutino le pratiche vigenti e proponga l'adozione di misure per rafforzare la trasparenza dei sistemi finanziari e legali" del Paese.
Panama "condividera' con altri Paesi del mondo" le misure che raccomanderanno gli esperti "nazionali e stranieri" per rafforzare la trasparenza dei sistemi finanziari e legali, ha aggiunto il presidente, parlando dello scandalo in un discorso alla nazione.
Si dimette Grahammer, presidente banca austriaca
Michael Grahammer, presidente della Hypo Vorarlberg, una delle banche austriache chiamate in causa nello scandalo internazionale Panama Papers, ha annunciato le dimissioni, insistendo tuttavia sull'estraneita' a illeciti. "Alla fine, il linciaggio mediatico contro l'Hypo Voralberg e la mia persona degli ultimi giorni e' stato decisivo per prendere questa decisione", ha spiegato in un comunicato. Secondo i documenti filtrati alla stampa, la banca e' tra le 20 compagnie registrate nei paradisi fiscali. Gia' nel 2012 Hypo era stata indagata dall'Autorita' per la supervisione del mercato finanziario austriaco per dei presunti legami con un imprenditore vicino al presidente russo, Vladimir Putin, e incluso nella lista delle persone sottoposte a sanzioni Usa per il conflitto in Ucraina.
"Continuo a essere convinto al 100% che in nessun momento la banca ha violato la legge", ha proseguito Grahammer, sottolineando che si tratta di una decisione personale maturata nei mesi scorsi. Il 76% dell'azionariato della banca e' capitale pubblico in mano allo Stato federale austriaco di Vorarlberg. Tra i Panama Papers, figura anche una seconda banca austriaca, il Raiffeisen Bank International.