MONDO
Ritorno da Philadelphia
Papa Francesco: "No a bombardamenti in Siria", sull'immigrazione: "I muri cadranno"
Dopo il viaggio negli Stati Uniti il Pontefice pensa alla Cina: "Mi piacerebbe tanto andarci". Parla poi di famiglia, del divorzio cattolico, delle trattative in corso in Colombia. Torna a condannare la pedofilia: "Abusi commessi dai sacerdoti sono un sacrilegio, capisco famiglie che non perdonano"
Pedofilia, i muri contro gli immigrati, il Sinodo sulla famiglia, il divorzio, la Colombia. Tanti i temi affrontati da Papa Francesco durante il volo verso Roma. Il suo prossimo viaggio? Probabilmente la Cina come ha annunciato il Pontefice: "Mi piacerebbe tanto andare in Cina. Io amo il popolo cinese. Gli voglio bene. Mi auguro che ci sia una possibilità di avere buoni rapporti con la Cina. Abbiamo contatti, ne parliamo: occorre andare avanti"
"Non sono una star"
Il primo commento è sulla sua visita appena conclusa negli Stati Uniti. Sull'accoglienza ricevuta, come una star, ha detto ironico: "Sapete qual era il titolo dei Papi, che si deve usare? Servo dei servi di Dio. È un po' differente dalla star. Sì, nei media si usa questo, ma c'è un altra verità: quante star abbiamo visto che poi si spengono, cadono? È una cosa passeggera". Ha aggiunto: "Invece essere servo dei servi di Dio, questo è bello, non passa".
Immigrazione, i muri cadranno
Il Pontefice è tornato a parlare di immigrazione. "Sapete come finiscono i muri: tutti i muri crollano, oggi, domani o dopo cento anni. Non è questa la soluzione. I muri non sono la soluzione, il problema rimane, ma con più odio". Ha ribadito che la soluzione è la via del dialogo.
Pedofilia, abusi un "sacrilegio"
Nuova condanna alla pedofilia. "Gli abusi sessuali commessi dai sacerdoti sono stati non dico una apostasia, ma quasi un sacrilegio" e "sono colpevoli anche quelli che hanno coperto queste cose, anche alcuni vescovi". Continua: "Gli abusi sono dappertutto: sono nelle famiglie, nei rapporti di vicinato, nelle scuole, nelle palestre. Ma quando un sacerdote fa un abuso è gravissimo perché la sua vocazione è far crescere quel bambino, quella ragazza verso l'alto, verso l'amore di Dio, verso la maturità affettiva, verso il bene. Invece con l'abuso ha scacciato tutto questo, ed è così che è quasi un sacrilegio". Il Papa ha quindi risposto alla domanda sul perché, nell'incontro con i vescovi a Washington ha usato parole di consolazione e comprensione. "Le parole di conforto non significano dire "stai tranquillo, non è niente. Non è così. Il fenomeno degli abusi è stato tanto brutto ed io mi immagino che voi piangete tanto. Questo il senso di quelle parole".
Comprendo famiglie che non perdonano abusi
Sempre sulla pedofilia ha aggiunto: "Comprendo che le famiglie possano non perdonare: prego per loro, non le giudico. Le comprendo. Una volta una donna mi ha detto: quando mia madre capì che mi avevano abusato, ha bestemmiato contro Dio, ha perso la fede ed è morta atea. Io la comprendo questa donna. E Dio, che è più buono di me, la comprende".
Nullità del matrimonio non è divorzio cattolico
La riforma della nullità matrimoniale "non è il divorzio cattolico". Il Pontefice ha spiegato: "Nella riforma dei processi ho chiuso la porta alla via amministrativa, che era la via dalla quale poteva entrare il divorzio". Ha aggiunto che la riforma dei processi di nullità è andata incontro alla richiesta della maggioranza dei padri sinodali per uno snellimento. "Ma non è divorzio perché il matrimonio è un sacramento, è indissolubile, e questo la Chiesa non lo può cambiare".
"Marino? Non l'ho invitato io"
"Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? Ho chiesto agli organizzatori e neanche loro lo hanno invitato". Così il Papa risponde a una domanda sul fatto che il sindaco Marino ha detto di essere andato all'Incontro mondiale delle famiglie di Filadelfia su invito del Pontefice. "E' venuto - aggiunge -. Lui si professa cattolico: è venuto spontaneamente".
Trattative in Colombia
Poi un pensiero per la pace in Colombia, il Pontefice si è detto fiducioso riguardo al buon esito delle trattive in corso a Cuba tra il governo colombiano e le Farc."Quando ho avuto la notizia che a marzo sarebbe stato firmato l'accordo - ha confidato Bergoglio ai giornalisti che viaggiavano con lui - ho detto al Signore: fa che arriviamo a marzo con questa bella intenzione perchè mancano piccole cose ma la volontà c'è, da ambedue le parti. Dobbiamo arrivare all'accordo definitivo". Poi ha precsiato: "Mi sono sentito parte nel senso che ho sempre voluto questo: ho parlato due volte col presidente Santos e la Santa Sede - non solo io - era tanto aperta per aiutare in ciò che si poteva fare".