MONDO
ricordato il barbone morto a Roma e le suore uccise
Papa Francesco celebrerà la Lavanda dei Piedi con i profughi
Papa Francesco ha deciso di celebrare la messa 'in coena Domini' del Giovedì Santo, con il tradizionale rito della lavanda dei piedi, con i profughi di una struttura romana
Gli ultimi della terra sono dunque ancora una volta i protagonisti per Papa Francesco che oggi, nella Messa a Santa Marta, ha parlato di "valli oscure" del nostro tempo, riferendosi proprio ai fatti drammatici che stanno colpendo i più deboli della società. Il barbone morto di freddo a Roma, le suore di Madre Teresa uccise nello Yemen, le persone che si ammalano nella "Terra dei fuochi", i profughi a cui vengono chiuse le porte. Davanti a queste "valli oscure" del nostro tempo, ha affermato Papa Francesco, l'unica risposta è affidarsi a Dio. Anche quando non capiamo, come davanti alla malattia rara di un bambino, ha detto, affidiamoci nelle mani del Signore che mai lascia solo il suo popolo.
E tra le cose difficili da capire ci sono anche i tragici attentati di ieri in Turchia e Costa D'Avorio. Un "atroce atto di violenza": così il Papa ha definito l'attentato ad Ankara in un messaggio di cordoglio, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Francesco si è detto "profondamente addolorato" per la "tragica perdita di vita umane" e prega per le vittime e per i loro familiari come pure per il recupero di chi è rimasto ferito "in questo atroce atto di violenza".
Papa Francesco ha inviato un messaggio di cordoglio anche per le vittime degli attentati terroristici nella località turistica di Grand-Bassam, in Costa d'Avorio. "Apprendendo la notizia dell'odioso attentato perpetrato a Grand-Bassam", si legge nel messaggio trasmesso al vescovo della località ivoriana, mons. Raymond Ahoua, il Papa presenta "le sue vive condoglianze alle famiglie dei defunti e assicura i feriti della sua vicinanza spirituale". Francesco "affida le vittime alla misericordia di Dio affinché le accolga nella sua pace e nella sua luce". Esprimendo "la sua tristezza al popolo ivoriano così provato", il Pontefice "condanna ancora una volta la violenza e l'odio sotto tutte le forme".