MONDO
Il vertice
Parigi, riunione della coalizione internazionale anti-Isis: "La lotta sarà lunga"
I leader della coalizione hanno analizzato i risultati della missione e la sua efficacia contro lo Stato islamico. Ma il premier iracheno denuncia: "La coalizione internazionale non sta facendo abbastanza". Gentiloni: "Oggi un rilancio dell'impegno"
ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, rivolgendosi alla stampa durante la riunione della coalizione anti-Isis a Parigi. Oggi, ha aggiunto, la coalizione ha dato prova di "unità e determinazione comune per combattere i terroristi dell'Isis, che
sono dei finti religiosi e dei veri criminali".
Sulla stessa linea il numero due del dipartimento di Stato Usa, Antony Blinken, che ha detto: la lotta contro lo Stato islamico "sarà lunga" ma la coalizione "è determinata" a proseguire. La coalizione "è il vettore migliore in questa battaglia" ha aggiunto Blinken, che ha sostituito il responsabile della diplomazia Usa John Kerry, assente alla riunione a causa di un infortunio in bicicletta. Tra i presenti anche il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, e l'alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini.
Il focus del vertice
Il principale focus del vertice di Parigi è stato la situazione dell'Iraq e i modi con cui ribaltare le sorti di Ramadi, capoluogo della provincia di Anbar ad appena 90 chilometri da Baghdad, caduta nelle mani dei militanti. I leader della coalizione hanno analizzato anche i risultati della missione e la sua efficacia.
Gentiloni: "A Parigi rilanciato impegno coalizione"
"Dopo alcune cose che non sono andate bene a Ramadi e Palmira, oggi c'è un rilancio dell'impegno della coalizione, l'impegno del governo di Baghdad alla riconquista di Ramadi e l'impegno a una politica inclusiva da parte del governo iracheno sia nei confronti della comunità sunnita sia nei confronti dei curdi". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a margine della riunione a Parigi.
"Nessun intervento di terra"
Il ministro ha precisato che la coalizione contro lo Stato islamico non interverrà con truppe di terra in Iraq e Siria. "Non ci sono prospettive di intervento sul terreno" ha detto. Gentiloni ha sottolineato che "ci vuole un combinazione fra gli attacchi aerei che conduce la coalizione e la formazione sul terreno" dell'esercito iracheno. Ma "sul terreno la battaglia è nelle mani delle forze regolari irachene".
"Il ruolo dell'Italia molto apprezzato"
"Il ruolo dell'Italia è molto apprezzato" ha sottolineato il ministro, che poi ha parlato dell'impegno del nostro Paese nella formazione dei combattenti iracheni: "Dal 1° giugno siamo leader nel training delle forze curde a Erbil, guidiamo il gruppo che si deve occupare dell'addestramento delle forze di polizia irachene, abbiamo unità aeree in Kuwait che svolgono compiti di ricognizione", ha affermato Gentiloni, ricordando che Roma fornisce anche "armi e munizioni sia a Baghdad sia ai Peshmerga curdi e siamo il Paese che guida (con Usa e Arabia Saudita,ndr) il gruppo di contrasto al finanziamento dell'Isis. Quindi l'Italia è considerata uno dei sei o sette Paesi che hanno un impegno maggiore nella coalizione", ha sottolineato Gentiloni.
"In Siria è momento per soluzione politico-diplomatica"
Per quanto riguarda la situazione in Siria il titolare della Farnesina ha dichiarato: "La situazione del regime è molto fragile, questo è il momento per una transizione, per mettersi intorno a un tavolo e superare il regime per via politico-diplomatica".
"Rischio espansione Isis in Libia"
Infine Gentiloni ha avvertito: "C'è certamente il rischio di espansione" dello Stato islamico in quelle che esso definisce "le sue province lontane", fra le quali la Libia, e la coalizione anti-Isis "se ne sta occupando". "L'idea del califfato - ha detto Gentiloni - è concentrata sulla zona Iraq-Siria, ma certamente c'è il rischio di un'espansione. La coalizione sta cominciando - non sul piano militare ma su quello dei finanziamenti e dei foreign fighters - ad occuparsi anche di altri Paesi, fra cui la Libia".
Il premier iracheno: "La coalizione non sta facendo abbastanza"
Rispetto alla precedente riunione del 15 settembre scorso, quando la coalizione
fu lanciata, la situazione in Iraq e Siria non è migliorata, e l'intervento internazionale non ha finora portato ai risultati auspicati.
A dirlo chiaramente è stato il premier iracheno Haider Al Abadi, secondo cui la coalizione internazionale che sta lottando contro lo Stato islamico "non sta facendo abbastanza".