POLITICA
Il ministro a margine di un convegno alla Luiss
Pensioni, Poletti: "Cambiare la Fornero o si rischia un problema sociale"
Per il ministro del Lavoro è necessario introdurre nella normativa previdenziale uno "strumento flessibile" che consenta a chi è vicino alla pensione e ha perso o rischia di perdere il lavoro di raggiungere il traguardo
Le parole di Poletti arrivano dopo la decisione della Corte Costituzionale che ha respinto il referendum abrogativo della Fornero proposto dalla Lega Nord. "Il tema è posto - ha detto Poletti -. Noi sappiamo che esiste un problema che riguarda in particolare quelle persone che sono vicine alla pensione e che nella situazione attuale di difficoltà hanno perso o possono perdere il posto di lavoro e non hanno la copertura di ammortizzatori sociali sufficiente fino a maturare la pensione. Credo che qui uno strumento flessibile che aiuti queste persone a raggiungere i requisiti bisognerà sicuramente produrlo perché diversamente avremo un problema sociale".
Poletti non ha anticipato quali potrebbero essere gli interventi del governo, ma alla domanda se l'ipotesi possa riguardare il prestito previdenziale, ovvero la possibilità di andare in pensione in anticipo avendo un piccolo taglio sulla pensione, ha detto che è una delle molte ipotesi allo studio.
L'intervento del governo per modificare la riforma Fornero non arriverà comunque prima dell'approvazione dei decreti di attuazione del Jobs Act. Poletti ha infatti spiegato che "la priorità assoluta sono i decreti di attuazione della legge di riforma del mercato del lavoro".
D'accordo con il ministro i sindacati, che hanno invitato Poletti ad avviare un confronto. Barbagallo della Uil: "Governo convochi tavolo"; Furlan (Cisl): "Non ripetere errore di fare da soli".
Sul tema è intervenuto anche Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera: "Siamo totalmente d'accordo anche perché è da tempo che chiediamo un intervento significativo e strutturale di correzione della riforma Fornero. Abbiamo avanzato le nostre proposte - ha detto Damiano - che sono già state tradotte in disegni di legge del Pd: la principale prevede di consentire, a chi ha 35 anni di contributi, di accedere alla pensione a partire dai 62 anni con una penalizzazione massima dell'8 per cento". "A questa soluzione vogliamo aggiungere quella di “Quota 100” e ricordare l’esigenza di risolvere l’annosa questione dell’Opzione donna, evitando ulteriori rimpalli di responsabilità con l’Inps e la Ragioneria dello Stato".