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ECONOMIA

Fonti del Ministero dell'Economia: "Obiettivo di deficit 2015 resta a 2,6%"

Pensioni, fonti Ue: "Italia monitorata nelle raccomandazioni"

Nelle raccomandazioni di mercoledì, la Commissione Ue metterà l'Italia sotto 'monitoraggio' per capire l'impatto quantitativo della decisione della Consulta che ha bocciato il blocco delle indicizzazioni delle pesnioni. Padoan: "Entro la prossima settimana possibile decreto, no a ripristino totale dell'indicizzazione, pensioni basse devono essere protette più di quelle alte"

Pensioni
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Bruxelles Nelle raccomandazioni di mercoledì, la Commissione - riferiscono fonti europee - metterà l'Italia sotto 'monitoraggio' per capire l'impatto quantitativo della decisione della Consulta sulle pensioni. L'uso della flessibilità richiesto dall'Italia resta quindi condizionato a quanto costerà risolvere il problema delle pensioni. Alle indiscrezioni immediata la replica da parte di fonti del ministero dell'Economia e delle Finanze: "L'Italia rispetterà il programma finanziario indicato nel Def, a cominciare dal deficit, che nel 2015 sarà al 2,6% come indicato nel quadro programmatico". "Lavoreremo per rispettare sia la sentenza che gli impegni verso i partner europei", spiegano al Tesoro, dove l'attenzione dell'Unione europea nei confronti del nostro Paese è comunque considerata positivamente e parte del normale e continuo scambio con Bruxelles.
   
Intanto, in una intervista al Messaggero il ministro Padoan ha già annunciato che già entro la prossima settimana il Consiglio dei ministri potrebbe già varare un decreto alla luce della pronuncia della Corte Costituzionale. La riunione di governo potrebbe andare a finire a venerdì a causa degli impegni del ministro Padoan a Bruxelles per lunedì e martedì per l'Eurogruppo e l'Ecofin e mercoledì e giovedì a Tiblisi per il meeting annuale della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. 

Indicizzazione per fasce di reddito e graduale, da proteggere pensioni più basse
"Meglio risolvere il prima possibile sia in termini di trattamento degli arretrati sia in termini di regime futuro - dice ancora Padoan al quotidiano -  anche perché la Commissione europea ci sta osservando attentamente. Non ripristineremo totalmente l'indicizzazione, lo faremo in modo parziale e selettivo. Progressività e temporaneità, come dice la Corte, vuol dire evidentemente che sono le pensioni più basse che devono essere protette più di quelle alte".

Padoan: "Se ripristino totale indicizzazioni, Italia sotto procedura di infrazione da parte di Ue"
Per il ministro ripristinare totalmente l'indicizzazione porterebbe l'Italia a "violare simultaneamente il vincolo del 3%, l'aggiustamento strutturale e la regola del debito" . Come conseguenza, afferma il ministro, la Commissione "metterebbe immediatamente l'Italia sotto procedura di infrazione sia per il deficit che per il debito". Il ministro assicura poi che si terrà conto delle fasce di reddito sia in termini di arretrati  sia di trattamenti futuri. "Ma allo stesso tempo - rileva il ministro - occorre mantenere sostanzialmente intatta la struttura del Def", cosa possibile "perché il Def era stato costruito avendo in mente un di più di risorse".  

Fornero: "Soluzione Padoan di rimborso per fasce di reddito va nella direzione dell'equità"
Oggi, sulla sentenza della Corte, è intervenuta nel corso di un'intervista a "In mezz'ora" anche Elsa Fornero, l'ex ministro del Lavoro finita sul banco degli imputati per aver contribuito in prima persona al blocco delle indicizzazioni bocciato dai giudici costituzionali. Per la Fornero la sentenza è "difficilmente comprensibile" e rischia di far pagare il conto alle giovani generazioni, tutelando invece diritti acquisiti e pensioni più alte. La decisione della Consulta non tiene innanzitutto conto, secondo Fornero, del livello di pressione e di tensione vissuto dal governo Monti dopo l'invio della lettera della Bce. In 20 giorni, ha osservato, l'esecutivo fu costretto a "salvare" il Paese con il dl che prese poi il nome proprio di "Salva Italia", agendo in tempi strettissimi e su problematiche molto complesse. Circostanze che evidentemente i supremi giudici non hanno valutato a sufficienza. La sentenza inoltre "rimette di nuovo al centro i cosiddetti diritti acquisiti, tema che dovremmo invece discutere con molta pacatezza e serietà. Si parla di diritti di persone già in pensione e bisogna domandarsi chi paga il conto. Se sono sempre i giovani, allora - attacca Fornero - la considerazione amara è che non abbiamo nella nostra Costituzione una protezione delle generazioni future". L'ex ministro si dice convinta che i rimborsi per fasce di reddito e graduali, prevista da Padoan, possa essere la soluzione migliore: "Una soluzione - ha concluso - che va in direzione dell'equità"
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