ECONOMIA
Pubblica Amministrazione
Cgia: L'Italia spende troppo per beni e servizi
La spesa per consumi intermedi della Pa italiana si attesta attorno ai 90 mld di euro e pesa per il 5,6% del Pil, un dato più elevato rispetto a tutti i principali competitor del Paese
Sanità prima voce di spesa
La principale voce di spesa è la sanità, rileva la Cgia, con 30,5 mld di euro spesi per l'acquisto di beni e servizi nel 2014, pari all'1,9% del Pil, per un valore più che doppio rispetto a quanto sostenuto in media dai paesi aderenti all'Area dell'Euro (0,9%). Dopo la sanità seguono con 15,8 mld di euro le spese per consumi intermedi per "Servizi generali della Pa" (costi di funzionamento e di amministrazione di tutti i livelli di governo, escluse le spese che possono essere ricondotte ad altre funzioni specifiche) e con 10,8 mld di euro quelle per la "Protezione ambientale" (manutenzione idro-geologica, asporto, e smaltimento rifiuti, trattamento acque reflue, fognature). Queste prime tre funzioni di spesa "spiegano" - secondo la Cgia - quasi i due terzi della spesa complessiva per beni intermedi. Nell'ultimo decennio la spesa per consumi intermedi è cresciuta del 25% e le cause, per la Cgia, vanno individuate soprattutto nella sanità e nella protezione ambientale. Dal 2004 al 2014 la spesa per consumi intermedi nella sanità è esplosa (+61,5%) passando da 18,9 a 30,5 mld di euro del 2014, mentre quella per la protezione ambientale, ascrivibile per la larga maggioranza alla gestione dei rifiuti, è salita del 78,9%. Risultano invece in calo le spese intermedie per i servizi generali della Pa (-7,7% in 10 anni).
Calano le spese per i servizi di polizia
Risultano invece in calo le spese dei servizi di polizia: in 10 anni sono scese del 16%, passando da 3 mld di euro a poco più di 2,5 mld di euro. L'analisi dei consumi intermedi consente di individuare, in un certo senso, il lato più aggredibile della spesa pubblica e quello ovviamente più esposto alle inefficienze.