Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Quantitative-Easing-e-maxi-franco-settimana-ad-alto-tasso-di-adrenalina-per-economia-eurozona-a5ffbb31-2f43-40ab-b1cd-8a36925624a9.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Oggi Wall Street chiusa per il Martin Luther King Day

Quantitative Easing e maxi franco, settimana ad alto tasso d'adrenalina per l'economia dell'eurozona

Giovedì la riunione a Francoforte per il via libera all'acquisto di titoli di stato da parte della Bce. Economia russa sempre più in crisi, mentre continua a volare il franco svizzero dopo l'eliminazione a sorpresa del tetto nel rapporto di cambio con l'euro

Mario Draghi
Condividi
Si apre una settimana forse difficile e certamente piena di appuntamenti importanti per l’economia europea e non solo. Dopo lo “shock” arrivato da Berna, con la Bns che ha eliminato il tetto imposto al cambio euro/franco con la valuta elvetica che si è apprezzata in poche ore di circa il 20% rispetto alla moneta unica mentre la borsa di Zurigo, nelle stesse ore, ha lasciato sul terreno qualcosa come il 15%, è infatti atteso per giovedì prossimo il via libera definitivo da parte della Bce al Quantitative Easing, l'acquisto di titoli di stato da parte della banca centrale europea per sostenere l'economia dell'Eurozona.
 
Settimana che, almeno in Asia, non comincia nel migliore dei modi con la borsa di Shanghai in profondo rosso (-4%). Una perdita in qualche modo attesa dagli analisti in una giornata comunque atipica, con la borsa di Wall Street che oggi rimarrà chiusa per il Martin Luther King day, e con l'attenzione rivolta verso Mosca con l'economia del Cremilino ad un passo dall'essere considerata “musor”, spazzatura. Ormai anche il governo russo si aspetta infatti di vedere il rating sovrano della Federazione retrocesso al rango “junk”, dove investire diventa speculazione. "È altamente probabile", ha ammesso pochi giorni fa il ministro dell'Economia, Aleksej Uljukaev. Ma la bocciatura ufficiale, se avverrà, sarà per mano di Standard & Poor's, entro fine gennaio: l'agenzia di rating lo ha fatto capire il mese scorso, dopo il martedì nero che ha visto il rublo precipitare oltre quota 80 sul dollaro e oltre i 100 rubli sull'euro. Per il momento, Mosca resta a un passo dal livello junk: Moody's è stata l'ultima delle tre “grandi sorelle” del rating ad accompagnarla all'ultimo gradino “investment grade”. Il suo voto sull'affidabilità creditizia del Paese è stato abbassato da Baa2 a Baa3, seguendo a ruota la decisione di Fitch del 9 gennaio, quando la Russia è stata retrocessa da BBB a BBB-.
 
Per l'apertura di martedì 20, invece, sono attesi numerosi dati macro dalla Cina su vendite al dettaglio, produzione industriale e Pil trimestrale. Gli analisti li prevedono però sui livelli precedenti, Pil a parte, atteso in rallentamento (+7,2% contro il precedente +7,3%).
 
Dal Giappone, invece, provengono indicazioni più controverse, in quanto la Boj (Bank of Japan), secondo gli analisti, difficilmente annuncerà misure di stimolo già mercoledì, nonostante le previsioni di un ulteriore calo del tasso d'inflazione atteso per il 2015.
 
Tornando in Europa, a parte i dati inglesi sul mercato del lavoro ed i verbali della Bank of England previsti per mercoledì, sarà giovedì 22 il perno dell'intera settimana. Per quel giorno è atteso infatti il “colpo” più volte annunciato dal presidente della Bce Mario Draghi, che rischia però di essere silenziato dall'accordo con Angela Merkel, ipotizzato dalla stampa tedesca, di scaricare sulle singole Banche Centrali almeno il 50% dell'esposizione in titoli emessi dai rispettivi Paesi, e cioè l’avvio del Quantitative Easing, l’acquisto di titoli di stato da parte di Francoforte. Operazione che consentirà di creare liquidità da immettere nell’asfittica economia continentale su cui pesano ancora i dubbi dei falchi del rigore.
 
La grande incognita resta infine Zurigo. La piazza elvetica ha ceduto quasi il 15% nei due giorni a cavallo dell'annuncio sull'eliminazione del tetto al cambio del franco. La misura ha penalizzato infatti i grandi gruppi legati all'export, e l'Ad di Swatch proprio oggi ha confermato ripercussioni sugli utili. Il governo di Berna ha riconfermato la sua fiducia nella banca centrale ricordando come la misura sul tetto al franco era chiaramente a tempo e che l'industria e le società del paese sono in grado di fare i conti con un livello di 1,1 del franco sull'euro. Anche per molti analisti il tetto, visto l'afflusso continuo di capitali dall'estero, non era piu' sostenibile per la banca centrale il cui bilancio era oramai pari a quasi il 90% del Pil del paese e in vista dell'operazione di Qe che lancerà la Bce.
Condividi