POLITICA
"Gli 80 euro sono l'inizio della giustizia sociale"
Renzi: "Non lasceremo il Paese a chi vuole distruggerlo"
Così il premier a Firenze nel comizio finale della campagna elettorale del Pd a sostegno della candidatura di Dario Nardella a sindaco della città. Poi aggiunge: "L'idea di buttare un milione d'euro dei fiorentini per il ballottaggio proprio non mi va". Pd: 20mila in piazza per Renzi
Prato
Il rush finale della campagna elettorale del Pd Matteo Renzi lo fa nella sua Firenze. Dal palco allestito in piazza della Signoria il presidente del Consiglio dà il suo sostegno a Dario Nardella a sindaco della città e si scaglia contro Grillo e Berlusconi rivendicando gli 80 euro in busta, il bonus spesso definito dal leader del Movimento 5 Stelle 'una mancia', 'una elemosina'. "Gli ottanta euro - dice Renzi - non sono una mancia ma l'inizio di una giustizia sociale che noi riporteremo in questo paese. Non lasceremo il Paese a chi vuole distruggerlo". Riferendosi alle elezioni comunali di Firenze, Renzi non usa mezzi termini: "L'idea di buttare un milione d'euro dei fiorentini per il ballottaggio - dice - proprio non mi va".
Poi l'appello: "Scaricate la rubrica, andate casa per casa perchè il voto a queste elezioni europee è importante. Non schifiamo i voti degli altri, chi ha votato Beppe Grillo, chi ha votato Berlusconi: quei voti servono per far ripartire l'Italia. Cambiare il nostro Paese - aggiunge il premier - è propedeutico al cambiamento che ci aspetta in Europa"
Perchè - spiega Renzi - "ci deve essere un partito che dice che l'Europa è casa nostra, andando a farci sentire più di quanto è successo fino ad oggi, per cambiare anche l'Europa". "Dobbiamo chiedere che gli investimenti in innovazione e nella scuola siano tirati fuori dal patto di stabilita'".
Poco prima di salire sul palco di Firenze il premier ha twittato e ha espresso la sua emozione.
Il premier a Prato: "Non si vince sulla paura e sulle minacce"
Poco prima il comizio a Prato a sostegno del candidato democratico alla guida della città, Matteo Biffoni. "Non si vince sulla paura - ha detto Renzi - la politica non può essere fatta di insulti e minacce". Il premir ha ribadito che "la politica non può essere una gara di insulti, una gara di vaffa". "Fare politica - ha sottolineato rivolgendosi anche qui a Grillo e alla piazza - è la cosa più bella se fatta con i valori dell'onestà. Qualcuno ha inteso imbracciare le armi della legalità. Noi - ha rilanciato - non accettiamo lezioni di legalità da chi come Grillo è andato in Sicilia a dire che la mafia non esisteva. Noi abbiamo i nostri martiri".
Tema Europa. Il presidente del Consiglio ha parlato della politica dell’austherity e di quanto possa essere fallimentare. “A forza di dire austherity, rigore, rigore, e rigore - ha osservato - non si fa gol, si perde. Impossibile che vincano gli altri". Poi sul tema dell'immigrazione: "L'Europa - ha aggiunto - non può venirci a dire come si fa o si cuce un nostro tessuto e poi quando succede una strage nelle nostre acque, in cui muoiono bambini, volta la testa dall'altra parte".
Il premier se l'è presa poi con i sindcati: "Quando fanno il loro lavoro - ha detto - fanno bene, è quando fanno politica che fanno confusione, che sono un problema".
Il presidente del Consiglio ha chiesto poi al pubblico di convincere gli indecisi e chi vuol astenersi ad andare a votare: "Andiamo a prendere quelli che l'altra volta hanno votato di là, bisogna andare a prendere uno per uno il voto di quelli di destra. Non è una parolaccia”.
Poi l'appello: "Scaricate la rubrica, andate casa per casa perchè il voto a queste elezioni europee è importante. Non schifiamo i voti degli altri, chi ha votato Beppe Grillo, chi ha votato Berlusconi: quei voti servono per far ripartire l'Italia. Cambiare il nostro Paese - aggiunge il premier - è propedeutico al cambiamento che ci aspetta in Europa"
Perchè - spiega Renzi - "ci deve essere un partito che dice che l'Europa è casa nostra, andando a farci sentire più di quanto è successo fino ad oggi, per cambiare anche l'Europa". "Dobbiamo chiedere che gli investimenti in innovazione e nella scuola siano tirati fuori dal patto di stabilita'".
Poco prima di salire sul palco di Firenze il premier ha twittato e ha espresso la sua emozione.
Firenze. Casa. Emozione, tanta. #unoxuno
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 23 Maggio 2014
Il premier a Prato: "Non si vince sulla paura e sulle minacce"
Poco prima il comizio a Prato a sostegno del candidato democratico alla guida della città, Matteo Biffoni. "Non si vince sulla paura - ha detto Renzi - la politica non può essere fatta di insulti e minacce". Il premir ha ribadito che "la politica non può essere una gara di insulti, una gara di vaffa". "Fare politica - ha sottolineato rivolgendosi anche qui a Grillo e alla piazza - è la cosa più bella se fatta con i valori dell'onestà. Qualcuno ha inteso imbracciare le armi della legalità. Noi - ha rilanciato - non accettiamo lezioni di legalità da chi come Grillo è andato in Sicilia a dire che la mafia non esisteva. Noi abbiamo i nostri martiri".
Tema Europa. Il presidente del Consiglio ha parlato della politica dell’austherity e di quanto possa essere fallimentare. “A forza di dire austherity, rigore, rigore, e rigore - ha osservato - non si fa gol, si perde. Impossibile che vincano gli altri". Poi sul tema dell'immigrazione: "L'Europa - ha aggiunto - non può venirci a dire come si fa o si cuce un nostro tessuto e poi quando succede una strage nelle nostre acque, in cui muoiono bambini, volta la testa dall'altra parte".
Il premier se l'è presa poi con i sindcati: "Quando fanno il loro lavoro - ha detto - fanno bene, è quando fanno politica che fanno confusione, che sono un problema".
Il presidente del Consiglio ha chiesto poi al pubblico di convincere gli indecisi e chi vuol astenersi ad andare a votare: "Andiamo a prendere quelli che l'altra volta hanno votato di là, bisogna andare a prendere uno per uno il voto di quelli di destra. Non è una parolaccia”.