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MONDO

Europa a confronto

Salisburgo, il nodo migranti sul tavolo dell'Ue

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A Salisburgo i capi di Stato e di governo dell'Unione europea s'incontrano in un vertice informale, cui 'dà il la' il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Bisogna "metter fine al gioco
delle colpe sull'immigrazione. Non possiamo più essere divisi fra coloro che vogliono risolvere il problema e coloro che vogliono usarlo per un guadagno politico", dice Tusk alcune ore prima dell'arrivo dei leader, sottolineando anche che "nonostante la retorica aggressiva, le cose vanno nella direzione giusta". Alle riunioni si parla anche di Brexit e il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, davanti ai giornalisti riassume: l'accordo "è lontano". Questo mentre Londra e Bruxelles continuano a 'litigare' sui punti più controversi, invitandosi reciprocamente a "evolvere" per sbloccare i negoziati. La premier Theresa May ha in programma un discorso alla cena per esporre la propria visione, prima che "gli altri" 27 discutano la situazione giovedì senza di lei.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, arrivando a Salisburgo ha risposto a Tusk: "Siamo distanti dagli appuntamenti elettorali", il tema dei migranti "non può esser affrontato in termini emergenziali ma dev'esserlo in termini strutturali, assumendosi la responsabilità di una strategia politica articolata e complessa". Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha detto che "chiederà di risolvere rapidamente la riforma delle regole di Dublino", mentre l'Alta rappresentante della politica estera, Federica Mogherini, ha ribadito che "tutti gli Stati membri sono favorevoli a portare avanti l'operazione Sophia", ma "non c'è ancora accordo su come risolvere la questione degli sbarchi". Per Mogherini, "è possibile trovare una soluzione ragionevole e sostenibile, con senso di responsabilità e solidarietà". Ha anche ricordato che, per ora, il progetto delle "piattaforme di sbarco" fuori dall'Ue non ha ancora trovato nessun Paese africano pronto ad aderire.

Ore prima, il cancelliere austriaco e padrone di casa, Sebastian Kurz, in un'intervista al quotidiano Standard aveva detto che Italia, Spagna e Grecia sono reticenti all'idea di far sì che l'agenzia Frontex possa dispiegare il suo personale alle frontiere europee. "Dobbiamo convincerli", ha aggiunto, spiegando che quelle nazioni sono preoccupate per la propria sovranità e che avvenga una migliore registrazione dei profughi (allusione alla pratica irregolare di non registrare i migranti, lasciandoli "passare" verso altre destinazioni). La Commissione ha proposto di aumentare a 10mila entro il 2020 il numero di guardie di Frontex, permettendo loro di agire sulle frontiere, idea appoggiata da Germania e Francia. Di tutt'altra visione il primo ministro ungherese Viktor Orban, che con le sue posizioni populiste si pone come la testa d'ariete della linea dura sul fronte migrazioni: "Siamo capaci di proteggere da noi le nostre frontiere".
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