MONDO
Nuove rivelazioni
Scandalo Mondiali 2022, gas in cambio di voti per la candidatura del Qatar
Mohamed bin Hammam, ex presidente della Federcalcio asiatica, avrebbe influenzato il voto della federazione thailandese. Sospetti anche sull'ex presidente della Federcalcio brasiliana, Teixeira, che votò per l'assegnazione all'emirato arabo
Londra
Una fornitura di gas a basso costo in cambio di voti per la candidatura del Qatar ai Mondiali del 2022. E' questo lo 'scambio' di cui parla il 'Sunday Times' che getta nuove accuse sull'assegnazione della Coppa del Mondo nel paese orientale per il 2022. Il quotidiano britannico pubblica una serie di documenti, tra cui lettere ed e-mail, secondo cui il dirigente qatariota Mohamed bin Hammam, ex presidente della Federcalcio asiatica, avrebbe influenzato il voto della federazione thailandese promettendo una fornitura di gas a condizioni vantaggiose.
Sospetti sull'ex presidente della Federcalcio brasiliana
Intanto anche l'ex presidente della Federcalcio brasiliana, Ricardo Teixeira, sarebbe finito al centro di un'inchiesta interna della Fifa sui Mondiali del 2022. Votò a favore del Qatar per l'assegnazione della competizione come rivela oggi il quotidiano 'Estado de Sao Paulo', precisando che i risultati dell'inchiesta, durata un anno, saranno consegnati domani ai vertici Fifa. Il quotidiano brasiliano ricorda che Teixeira viaggiò in Qatar nel 2010, in occasione di un torneo amichevole con Brasile e Argentina, a bordo di un jet privato di Mohamed Bin Hammam, sospettato ora di aver distribuito mazzette per assicurarsi il voto dei delegati Fifa. Per quella amichevole, la Cbf ricevette 14 milioni di dollari, da dividere con la Federcalcio argentina. "Una cifra insolita, visto che per una amichevole il Brasile solitamente riceve 1,2 milioni di dollari", scrive il giornale brasiliano.
Sponsor Sony chiede un'inchiesta accurata
E mentre si moltiplicano accuse e sospetti, la giapponese Sony è il primo sponsor ufficiale a richiedere un'inchiesta "accurata" da parte della Fifa. Sul caso sta indagando con un'inchiesta interna Micahel Garcia, il capo investigatore della Fifa, nel cui mirino ci sono due votazioni che in contemporanea, nel 2012, assegnarono i Mondiali del 2022 al Qatar e alla Russia per il 2018. Il Qatar ha smentito la notizia di aver pagato una mazzetta da 5 milioni di dollari per ottenere l'assegnazione dei mondiali di calcio. Finora gli sponsor del mondiale hanno mantenuto il silenzio sulla vicenda, con l'eccezione appunto della Sony.
Sospetti sull'ex presidente della Federcalcio brasiliana
Intanto anche l'ex presidente della Federcalcio brasiliana, Ricardo Teixeira, sarebbe finito al centro di un'inchiesta interna della Fifa sui Mondiali del 2022. Votò a favore del Qatar per l'assegnazione della competizione come rivela oggi il quotidiano 'Estado de Sao Paulo', precisando che i risultati dell'inchiesta, durata un anno, saranno consegnati domani ai vertici Fifa. Il quotidiano brasiliano ricorda che Teixeira viaggiò in Qatar nel 2010, in occasione di un torneo amichevole con Brasile e Argentina, a bordo di un jet privato di Mohamed Bin Hammam, sospettato ora di aver distribuito mazzette per assicurarsi il voto dei delegati Fifa. Per quella amichevole, la Cbf ricevette 14 milioni di dollari, da dividere con la Federcalcio argentina. "Una cifra insolita, visto che per una amichevole il Brasile solitamente riceve 1,2 milioni di dollari", scrive il giornale brasiliano.
Sponsor Sony chiede un'inchiesta accurata
E mentre si moltiplicano accuse e sospetti, la giapponese Sony è il primo sponsor ufficiale a richiedere un'inchiesta "accurata" da parte della Fifa. Sul caso sta indagando con un'inchiesta interna Micahel Garcia, il capo investigatore della Fifa, nel cui mirino ci sono due votazioni che in contemporanea, nel 2012, assegnarono i Mondiali del 2022 al Qatar e alla Russia per il 2018. Il Qatar ha smentito la notizia di aver pagato una mazzetta da 5 milioni di dollari per ottenere l'assegnazione dei mondiali di calcio. Finora gli sponsor del mondiale hanno mantenuto il silenzio sulla vicenda, con l'eccezione appunto della Sony.