MONDO
Si allarga l'inchiesta
Scandalo Volkswagen: in borsa continua la discesa, la Francia chiede un'inchiesta dell'Ue
Dopo la rivelazione della truffa con cui la casa tedesca ha falsificato i dati relativi alle emissioni negli Stati Uniti, molti paesi chiedono spiegazioni. Corea e Australia annunciano controlli sulle vetture. Il colosso tedesco vende il 40% delle sue auto in Asia, ma è nel Vecchio continente che rischia di più. Titolo ancora giù
Ma se è vero che è in Europa che la casa tedesca corre i rischi più grossi e non solo per l'immagine, le cose non vanno meglio in Asia e nel resto del mondo. Il governo coreano ha infatti convocato i vertici locali della Volkswagen: "Abbiamo invitato i rappresentanti e gli ingegneri della Volkswagen per un incontro al ministero nel pomeriggio", ha detto il vice ministro Park Pan-Kyu. "Cominceremo a svolgere dei controlli al più tardi ad ottobre ed annunceremo i risultati alla fine di novembre". E in Australia il dipartimento del governo che gestisce le verifiche ambientali ha chiesto alla Volkswagen se anche i veicoli venduti nel paese siano equipaggiati con il software 'civetta' scoperto negli Stati Uniti.
Una nuova brutta notizia per i piani alti della casa automobilistica, visto che le vendite in Asia coprono ormai il 40% delle consegne di Vw, con la Cina a fare da mercato principale e ovviamente terra di conquista per il futuro. Se si guarda alla sola Corea del Sud, più del 90% dei 25mila veicoli venduti sono diesel: proprio il tipo di motore finito sotto inchiesta. Gli analisti si aspettano ovviamente che, nel Paese asiatico, Hyundai possa beneficiare del colpo all'immagine di Vw e dei ritiri di auto.
Intanto negli Usa il Dipartimento americano di Giustizia ha avviato un'inchiesta penale sul comportamento della casa di Wolfsburg, che ha barato nei test federali riguardanti le emissioni di diossido di azoto di alcuni dei suoi motori diesel. E dopo la seduta di lunedì, che ha mandato in fumo circa 15 miliardi di capitalizzazione, sulle borse il titolo è anche oggi in deciso calo e viene venduto copiosamente scendendo sotto 130 euro.
Il valore perso ieri è quasi quanto la multa massima che l'Agenzia per la protezione ambientale (l'ente che ha accusato Volkswagen) può comminare: l'azienda rischia una pena pecuniaria pari a 37.500 dollari per vettura, oltre 18 miliardi in tutto.