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MONDO

I colloqui di Ginevra

Siria, salta l'accordo su Homs. Niente corridoio umanitario

La rottura tra governo e opposizione su una "dichiarazione di principi " ritenuta inaccettabile dai ribelli. Il mediatore Brahimi ha quindi sospeso la riunione di stamani e tornerà a vedere le parti separatamente. Governativi e opposizione ribadiscono comunque l'intenzione di non abbandonare il negoziato

Lakhdar Brahimi, mediatore del processo di pace in Siria
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Ginevra Nessun accordo sull’evacuazione di Homs e colloqui di pace sospesi a Ginevra dopo poco più di un’ora, quando è diventato evidente che le posizioni di ribelli e governo siriano erano inconciliabili. Pomo della discordia una “dichiarazione di principi” presentata dalla delegazione governativa che, di fatto, esclude l’ipotesi che Assad lasci la guida del paese per una fase di transizione. Nonostante le reciproche accuse però, governativi e ribelli, hanno entrambi espresso la volontà di non abbandonare il tavolo dei negoziati.
 
Il corridoio umanitario che avrebbe dovuto portare via da Homs, martoriata città siriana, donne e bambini non si farà. Almeno non oggi. E’ questo il primo, brutto risultato della rottura di questa mattina. Dopo appena un’ora di discussione infatti, il mediatore del processo di pace in Siria, Lakhdar Brahimi, ha sospeso la prima riunione del giorno tra le delegazioni del governo siriano e dell'opposizione, per le chiare posizioni discrepanti tra le due parti in merito alla transizione politica a Damasco.
 
Un componente della delegazione dell'opposizione, Rima Fleihan, ha detto che i colloqui sono stati "poco costruttivi" perché il regime continua a parlare di "terrorismo" invece che di transizione politica. La delegazione del governo siriano, ha spiegato l’opposizione, ha anche dettato una "dichiarazione di principi base", cioè condizioni per il negoziato, in cui sostiene che spetta ai siriani decidere il sistema politica futuro "senza formule imposte" dall'esterno, un passaggio che suona come un deciso 'no' di Damasco alla richiesta occidentale e dell'opposizione che Bashar al-Assad si dimetta.  "La dichiarazione del regime era chiaramente un diversivo dall'obiettivo: noi vogliamo discutere di questioni che il regime non vuole, loro vogliono solo parlare di 'terrorismo'", ha aggiunto Murhal Jouejati, una dei delegati della Coalizione Nazionale Siriana, presente a Ginevra.
 
Brahimi tornerà a incontrare le delegazioni siriane separatamente nel pomeriggio. Delegazioni che hanno affermato di voler restare a Ginevra per continuare a negoziare, nonostante lo stop di stamani. "Non lasceremo il tavolo dei negoziati, continueremo a discutere", ha affermato il viceministro degli Esteri siriano Fayåal Moqdad. "Siamo ottimisti e resteremo qui fino all'obiettivo di questa conferenza: un governo di transizione", ha detto Rima Fleihan, membro dell'opposizione.
 
Appello Usa a regime: "Lasciate passare aiuti a Homs"
Intanto gli Stati Uniti hanno rivolto un appello urgente al regime di Damasco, affinché consenta l'ingresso degli aiuti umanitari a Homs, dove "la gente sta morendo di fame", ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Edgar Vasquez. Gli Usa hanno aggiunto che l'evacuazione di donne e bambini dalla martoriata città siriana, evacuazione proposta domenica dal governo siriano, "non è sufficiente" e che non c'è alternativa all'ingresso in città degli aiuti. "Abbiamo già visto tattiche simili da parte del regime", ha aggiunto il portavoce, ricordando "la spregevole campagna 'in ginocchio o muori di fame' attuata per esempio a Mouademiyah: là c'era un'evacuazione limitata, ma niente cibo o altre forme di assistenza umanitaria".
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