MONDO
Datagate
Snowden: "Non sono una spia russa"
L'ex analista dell'Nsa risponde alle accuse che gli arrivano dalla Commissione Intelligence del Congresso Usa e che lo vorrebbero una spia al servizio di Mosca. E proprio da Mosca arriva la notiza che il governo russo sarebbe pronto a mettere sotto protezione la talpa del Datagate a causa delle sempre più frequenti minacce di morte che riceve
New York (Usa)
“Non sono una spia russa”. Edward Snowden si difende dalle accuse che gli arrivano da alcuni membri della commissione Intelligence del Congresso americano. Intanto Mosca fa sapere di essere pronta a mettere sotto protezione la talpa del datagate, obiettivo di sempre più frequenti minacce di morte.
“Ho sempre agito da solo”, ha detto Snowden in un’intervista al New Yorker, “senza l’aiuto di nessuno”. “Le accuse contro di me – ha spiegato l’ex analista – sono false, assurde e oltraggiose”. Accuse che arrivano direttamente dalla commissione Intelligence che sta indagando tra l’altro proprio sul rapporto di Snowden con la Russia.
“Credo che ci sia una ragione per cui finì tra le braccia, le amorevoli braccia di un agente Fsb (l’ex Kgb ndr) a Mosca - ha detto Mike Rogers, membro della commissione all’Nbc -. Non credo che sia una coincidenza”. Rogers, repubblicano, non ha fornito prove specifiche a sostegno della sua tesi, ma ha continuato: "Alcune delle cose che stiamo trovando nell’indagine che la Commissione sta conducendo, le chiameremmo indizi. Indizi che indicano come Snowden abbia ricevuto l’aiuto di qualcuno”.
Di recente però alcune fonti della sicurezza americana avevano dichiarato alla Reuters che non esistevano prove che l’ex analista avesse ricevuto aiuto o indicazioni su come hackerare il materiale che ha poi svelato il Datagate. Lo stesso Snowden in ottobre, al New York Times, aveva confermato che non aveva portato con se nessun documento in Russia e che “c'è lo 0% di possibilità che Mosca e Pechino abbiano ricevuto dei file” da lui.
Ricordando poi il “passaggio” per Hong Kong, e il lungo tempo trascorso nel terminal di Mosca prima che la Russia gli concedesse l’asilo, Snowden ha detto: “Le spie sono trattate meglio di così”.
E da Mosca arriva intanto la notizia che la talpa del Datagate potrebbe usufruire della protezione delle forze dell'ordine russe. Lo ha riferito all'agenzia Interfax una fonte della polizia russa, dopo l'allarme lanciato da Anatoli Kucherena, legale russo dell'ex agente Nsa, riferendo di presunte minacce di eliminazione fisica ricevute da Snowden da parte di alcuni ex ufficiali a riposo delle forze speciali Usa.
Secondo Kucherena, queste minacce si sono fatte "ultimamente sempre più frequenti": "Hanno detto che sono pronti a uccidere Edward", ha spiegato l'avvocato notando che Snowden avrebbe già guardie del corpo personali per garantire la sua sicurezza in Russia. Queste, ha precisato, "sono membri di un'agenzia di sicurezza privata, ma ora stiamo parlando di garantire la sicurezza a livello di governo".
“Ho sempre agito da solo”, ha detto Snowden in un’intervista al New Yorker, “senza l’aiuto di nessuno”. “Le accuse contro di me – ha spiegato l’ex analista – sono false, assurde e oltraggiose”. Accuse che arrivano direttamente dalla commissione Intelligence che sta indagando tra l’altro proprio sul rapporto di Snowden con la Russia.
“Credo che ci sia una ragione per cui finì tra le braccia, le amorevoli braccia di un agente Fsb (l’ex Kgb ndr) a Mosca - ha detto Mike Rogers, membro della commissione all’Nbc -. Non credo che sia una coincidenza”. Rogers, repubblicano, non ha fornito prove specifiche a sostegno della sua tesi, ma ha continuato: "Alcune delle cose che stiamo trovando nell’indagine che la Commissione sta conducendo, le chiameremmo indizi. Indizi che indicano come Snowden abbia ricevuto l’aiuto di qualcuno”.
Di recente però alcune fonti della sicurezza americana avevano dichiarato alla Reuters che non esistevano prove che l’ex analista avesse ricevuto aiuto o indicazioni su come hackerare il materiale che ha poi svelato il Datagate. Lo stesso Snowden in ottobre, al New York Times, aveva confermato che non aveva portato con se nessun documento in Russia e che “c'è lo 0% di possibilità che Mosca e Pechino abbiano ricevuto dei file” da lui.
Ricordando poi il “passaggio” per Hong Kong, e il lungo tempo trascorso nel terminal di Mosca prima che la Russia gli concedesse l’asilo, Snowden ha detto: “Le spie sono trattate meglio di così”.
E da Mosca arriva intanto la notizia che la talpa del Datagate potrebbe usufruire della protezione delle forze dell'ordine russe. Lo ha riferito all'agenzia Interfax una fonte della polizia russa, dopo l'allarme lanciato da Anatoli Kucherena, legale russo dell'ex agente Nsa, riferendo di presunte minacce di eliminazione fisica ricevute da Snowden da parte di alcuni ex ufficiali a riposo delle forze speciali Usa.
Secondo Kucherena, queste minacce si sono fatte "ultimamente sempre più frequenti": "Hanno detto che sono pronti a uccidere Edward", ha spiegato l'avvocato notando che Snowden avrebbe già guardie del corpo personali per garantire la sua sicurezza in Russia. Queste, ha precisato, "sono membri di un'agenzia di sicurezza privata, ma ora stiamo parlando di garantire la sicurezza a livello di governo".