MONDO
Il poliziotto musulmano ucciso
Spopola l'hashtag #JesuisAhmed, "Sono morto per difendere chi ridicolizzava la mia fede"
L'agente musulmano, giustiziato senza pietà dai terroristi islamici davanti alla sede del giornale satirico, diventa un simbolo di libertà
Simbolo di libertà e integrazione
Quando ha incontrato i fratelli Kouachi era in sella alla sua bicicletta. Lo hanno colpito facendolo cadere a terra per poi finirlo senza pietà con un colpo di kalashnikov: immagini che hanno fatto il giro del mondo. Ma non appena si è saputo che l'agente pregava lo stesso Dio dei terroristi, Ahmed è diventato un simbolo di libertà ma anche di un'integrazione realmente possibile che in queste ore è troppo speso messa in discussione.
#JeSuisAhmed
E così accanto all'hashtag #JeSuisCharlie in solidarietà con i morti della rivista satirica, su Twitter spopola un nuovo hashtag: #JeSuisAhmed rilanciato da Dyab Abou Jahjah, scrittore di origine libanese che l'ha spiegato in questo post: "Io non sono Charlie. Io sono Ahmed, il poliziotto morto. Charlie Hebdo metteva in ridicolo la mia fede e la mia cultura e io sono morto per difendere il suo diritto di farlo":
I am not Charlie, I am Ahmed the dead cop. Charlie ridiculed my faith and culture and I died defending his right to do so. #JesuisAhmed
— Dyab Abou Jahjah (@Aboujahjah) 8 Gennaio 2015
Gli eroi che pregano Allah
Insieme a lui un altro musulmano è caduto in questa guerra, Mustapha Ourrad, correttore di bozze di Charlie Hebdo, ucciso dalla furia degli attentatori qualche mese dopo aver ottenuto la cittadinanza francese. Mali Lassana Bathily invece è l'angelo degli ostaggi: dipendente del supermercato ebraico di Parigi, ha nascosto 15 persone nella cella frigorifera dopo aver spento la corrente e le ha salvate dalla furia di Amedy Koulibaly.
La famiglia di Ahmed: "Non confondere i terroristi islamici con i musulmani"
Oggi la famiglia di Ahmed Merabet ha tenuto una conferenza stampa trasmessa dal canale francese i-Télé: "Mio fratello era musulmano, si è fatto uccidere da dei falsi musulmani": ha dichiarato il fratello di Amhed che ha tenuto a precisare: "Mi rivolgo a tutti i razzisti, islamofobi e antisemiti, non bisogna confondere gli estremisti e i musulmani. L'Islam è una religione di pace, condivisione e amore". Poi è scoppiato in lacrime.