MONDO
Trump lancia ultimatum a Cuba: "Senza concessioni metterò fine all'accordo"
I repubblicani rimproverano al presidente Barack Obama di aver fatto molte concessioni all'Avana, senza aver ottenuto nulla in cambio, per il riavvicinamento tra i due Paesi.
Nel fine settimana, il suo staff aveva già reso noto che Trump ha intenzione di mantenere la promessa di cambiare l'accordo del 2014, che prevede il miglioramento dei rapporti diplomatici e commerciali tra Stati Uniti e Cuba. Per Reince Priebus, futuro capo di gabinetto di Trump, il presidente eletto lavorerà per avere "un accordo migliore". In campagna elettorale, Trump ha attaccato Obama e il suo tentativo di normalizzare i rapporti tra i due Paesi, facendo troppe concessioni ai castristi - alleggerendo l'embargo del 1962 - senza contropartite dall'Avana sui diritti umani, la democrazia e l'economia di mercato. "Repressione, apertura dei mercati, libertà religiosa, prigionieri politici: queste cose devono cambiare per avere una relazione aperta e libera, è quello che pensa il presidente eletto Trump" ha avvertito l'attuale presidente del Comitato nazionale repubblicano. Priebus si è impegnato perché "non ci sia una relazione a senso unico, senza azione del governo Castro". Anche la consigliera di Donald Trump, Kellyanne Conway, ha condannato l'amministrazione Obama per non aver "ottenuto niente in cambio" del ristabilimento delle relazioni diplomatiche con l'Avana nell'estate del 2015. "Il presidente Trump potrà riaprire nuove discussioni con Cuba, ma ciò dovrà avvenire con una Cuba molto diversa" ha affermato sulla Abc.
If Cuba is unwilling to make a better deal for the Cuban people, the Cuban/American people and the U.S. as a whole, I will terminate deal.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 28 novembre 2016