ECONOMIA
La notizia ha ridato fiducia alle Borse europee e americana
USA: Pil secondo rialzo consecutivo. Previsioni riviste al +3,9% dal +3,7% della precedente stima
Secondo rialzo, consecutivo nel secondo trimestre, del Pil statunitense dal precedente 3,7% all'attuale 3,9%. A spingere l'aggiornamento al rialzo della crescita Usa sono stati i forti incrementi della spesa dei consumatori e delle costruzioni
Riviste al rialzo, per la seconda volta consecutiva, le stime sull'economia statunitense relative al secondo trimestre. Secondo i dati definitivi, l'espansione del Pil Usa è ora calcolata come pari al +3,9% rispetto al +3,7% della precedente stima.
In particolare a fare da traino è stato il rialzo degli acquisti di servizi: le spese per consumi, che generano due terzi dell'output, sono aumentate del 3,6%, più del 3,1% della stima precedente. Le famiglie, che l'anno scorso avevano messo volentieri mano al portafoglio sulla scia del ribasso dei prezzi energetici, sembrano ritrovare fiducia dopo le incertezze di inizio anno.
Bene anche il settore delle costruzioni: quelle residenziali sono aumentate del 9,3% (più del 7,8% della prima stima), quelle non residenziali del 6,2%, contro il 3,1% della stima intermedia.
Resta tuttavia il timore di un rallentamento della crescita nel terzo trimestre, alimentato dal fatto che le scorte private sono diminuite. Questo suggerisce che le aziende preferiscono esaurire i prodotti sugli scaffali piuttosto che prenderne di nuovi. Le scorte, il cui valore è stato rivisto al ribasso da 121,1 a 113,5 miliardi, hanno contribuito solo per lo 0,02% al Pil, contro lo 0,22% della precedente stima.
Le esportazioni, nel secondo trimestre sono salite del 5,1%, mentre le importazioni sono salite del 3%. Gli investimenti aziendali, che includono anche apparecchiature, software e proprietà intellettuale, sono cresciuti del 6,2%, quasi il doppio rispetto al 3,1% della stima intermedia.
Per quanto riguarda l'inflazione, il dato generale è salito del 2,2% su base annuale (invariato dalla prima stima), mentre quello "core", che esclude le componenti volatili, è aumentato dell'1,9%, in rialzo dall'1,8% della stima intermedia.
In particolare a fare da traino è stato il rialzo degli acquisti di servizi: le spese per consumi, che generano due terzi dell'output, sono aumentate del 3,6%, più del 3,1% della stima precedente. Le famiglie, che l'anno scorso avevano messo volentieri mano al portafoglio sulla scia del ribasso dei prezzi energetici, sembrano ritrovare fiducia dopo le incertezze di inizio anno.
Bene anche il settore delle costruzioni: quelle residenziali sono aumentate del 9,3% (più del 7,8% della prima stima), quelle non residenziali del 6,2%, contro il 3,1% della stima intermedia.
Resta tuttavia il timore di un rallentamento della crescita nel terzo trimestre, alimentato dal fatto che le scorte private sono diminuite. Questo suggerisce che le aziende preferiscono esaurire i prodotti sugli scaffali piuttosto che prenderne di nuovi. Le scorte, il cui valore è stato rivisto al ribasso da 121,1 a 113,5 miliardi, hanno contribuito solo per lo 0,02% al Pil, contro lo 0,22% della precedente stima.
Le esportazioni, nel secondo trimestre sono salite del 5,1%, mentre le importazioni sono salite del 3%. Gli investimenti aziendali, che includono anche apparecchiature, software e proprietà intellettuale, sono cresciuti del 6,2%, quasi il doppio rispetto al 3,1% della stima intermedia.
Per quanto riguarda l'inflazione, il dato generale è salito del 2,2% su base annuale (invariato dalla prima stima), mentre quello "core", che esclude le componenti volatili, è aumentato dell'1,9%, in rialzo dall'1,8% della stima intermedia.