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MONDO

Ucraina dichiara Berlusconi persona non grata per visita in Crimea

La misura valida per tre anni

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L'Ucraina ha dichiarato oggi Silvio Berlusconi persona non grata a seguito della sua recente visita nella penisola di Crimea, dove aveva incontrato il presidente russo Vladimir Putin. Per decisione del Servizio di sicurezza dell'Ucraina (Sbu), Berlusconi non potra recarsi nel Paese per tre anni. Kiev considera la Crimea un territorio occupato dalle truppe russe da marzo 2014 e dice di avere preso questa decisione per motivi di sicurezza.

"Questa visita nella Crimea occupata è un tentativo della Russia di legittimare ad ogni costo l'occupazione illegale e la dimostrazione del mancato rispetto verso la sovranità statale dell'Ucraina", aveva denunciato nei giorni scorsi il ministero degli Esteri ucraino.

Sanzioni a giornalisti, Poroshenko ci ripensa
Finito nel mirino per aver inserito 34 giornalisti e 7 blogger stranieri - tra cui tre
reporter della Bbc - nella nuova blacklist dei soggetti colpiti da sanzioni, il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha deciso di fare marcia indietro. E ha ordinato al Consiglio di sicurezza nazionale di cancellare dall'elenco sei giornalisti europei, fra cui i corrispondenti dell'emittente britannica.

"La libertà di stampa ha un valore assoluto per noi", ha sottolineato Poroshenko in un messaggio su Twitter diffuso dal portavoce Svyatoslav Tsegolko.

Le sanzioni colpiscono 400 individui e 90 compagnie in relazione al conflitto nell'Ucraina dell'est e all'annessione alla Russia della Crimea nel marzo scorso. Fra questi, figurano diverse 'media company' di proprietà russa così come 'colossi' dell'economia del Paese di Vladimir Putin, quali Gazprom Bank e Aeroflot.

Ma è stata soprattutto la decisione di inserire 34 reporter nella blacklist a creare polemiche. Oltre ai tre giornalisti della Bbc, nell'elenco figurano anche due corrispondenti spagnoli e uno tedesco, anch'essi espunti all'ultimo minuto assieme ai tre della Bbc che lavorano a Mosca. "Siamo sconvolti da questa messa al bando che rappresenta un'assurda e controproduttiva ferita per la libertà di informazione", ha stigmatizzato Reporter senza Frontiere. Anche Mosca ha protestato con forza. "Il fatto che molti rappresentati dei media siano in questa lista è assolutamente inaccettabile. E non si concilia affatto con la libertà di parola", è stato il duro commento di Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin.
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