MONDO
I combattimenti hanno causato più di 5mila vittime
Ucraina, occhi puntati sul vertice a Minsk. Ultime chance per la pace
Mentre in Ucraina si continua a morire, a Minsk si incontrano Poroshenko, Putin, Merkel e Hollande per trovare una possibile soluzione alla crisi. Intanto gli Usa annunciano che da marzo l'esercito americano addestrerà quello ucraino
Minsk (Bielorussia)
Si continua a morire nell'est dell'Ucraina, ma mentre infuriano i combattimenti, c'è un barlume di speranza: a Minsk si incontrano Petro Poroshenko, Vladimir Putin, Angela Merkel e Francois Hollande per cercare di mettere fine a una guerra che ha già seminato 5.300 morti.
Nelle ultime ore i combattimenti sono stati particolarmente intensi e hanno fatto vittime tra soldati, ribelli, ma anche civili. Dopo che martedì erano morte almeno 37 persone, oggi a Donetsk, un minibus è stato colpito da proiettili: almeno 6 le vittime e 8 i feriti. Poche ore prima, colpi di mortaio avevano ucciso l'autista di un bus nella stazione centrale e altri tre uomini in una fonderia.
Ma oggi gli occhi del mondo sono puntati su Minsk, dove il vertice comincerà alle 16:30. Hollande e Mekel hanno confermato che "faranno di tutto" per arrivare come minimo al cessate il fuoco, che possa aprire la strada a un piano di pace più duraturo.
In caso di fallimento del vertice - dove l'Ucraina e gli europei parleranno "con una voce sola", come ha detto Poroshenko - il presidente ucraino è pronto a introdurre la legge marziale su tutto il territorio. Poroshenko ha ribadito anche il no all'idea di una 'federalizzazione' dell'Ucraina, come vorrebbe la Russia e che permetterebbe di bloccare con il diritto di veto delle regioni separatiste l'evoluzione filo-europea di Kiev.
La Germania ha messo le mani avanti per non illudere nessuno che si possa magicamente risolvere la crisi in un colpo: "C'è un barlume di speranza, niente di più", ha detto il portavoce della cancelliera tedesca. In realtà a sentire il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ci sono stati "notevoli progressi" nei colloqui preparatori.
Non è chiaro quale sia la cornice su cui lavoreranno i quattro leader: secondo l'agenzia Ria Novosti, il Gruppo di contatto, è riuscito a elaborare un accordo preliminare sul cessate il fuoco e il ritiro delle armi. Ma il rappresentante dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, Denis Pushilin, ha invece dichiarato che "è presto per parlare di un cessate il fuoco, almeno da domani". Di certo, come ha detto il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, il vertice di Minsk, sarà "un punto di svolta, nel bene o nel male".
Ma sicuramente non rassenerà il clima della vigilia la notizia che da marzo l'esercito americano addestrerà quello ucraino. Non sono ancora le armi attese da Kiev, ma certo è qualcosa che non piace a Mosca.
Nelle ultime ore i combattimenti sono stati particolarmente intensi e hanno fatto vittime tra soldati, ribelli, ma anche civili. Dopo che martedì erano morte almeno 37 persone, oggi a Donetsk, un minibus è stato colpito da proiettili: almeno 6 le vittime e 8 i feriti. Poche ore prima, colpi di mortaio avevano ucciso l'autista di un bus nella stazione centrale e altri tre uomini in una fonderia.
Ma oggi gli occhi del mondo sono puntati su Minsk, dove il vertice comincerà alle 16:30. Hollande e Mekel hanno confermato che "faranno di tutto" per arrivare come minimo al cessate il fuoco, che possa aprire la strada a un piano di pace più duraturo.
In caso di fallimento del vertice - dove l'Ucraina e gli europei parleranno "con una voce sola", come ha detto Poroshenko - il presidente ucraino è pronto a introdurre la legge marziale su tutto il territorio. Poroshenko ha ribadito anche il no all'idea di una 'federalizzazione' dell'Ucraina, come vorrebbe la Russia e che permetterebbe di bloccare con il diritto di veto delle regioni separatiste l'evoluzione filo-europea di Kiev.
La Germania ha messo le mani avanti per non illudere nessuno che si possa magicamente risolvere la crisi in un colpo: "C'è un barlume di speranza, niente di più", ha detto il portavoce della cancelliera tedesca. In realtà a sentire il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ci sono stati "notevoli progressi" nei colloqui preparatori.
Non è chiaro quale sia la cornice su cui lavoreranno i quattro leader: secondo l'agenzia Ria Novosti, il Gruppo di contatto, è riuscito a elaborare un accordo preliminare sul cessate il fuoco e il ritiro delle armi. Ma il rappresentante dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, Denis Pushilin, ha invece dichiarato che "è presto per parlare di un cessate il fuoco, almeno da domani". Di certo, come ha detto il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, il vertice di Minsk, sarà "un punto di svolta, nel bene o nel male".
Ma sicuramente non rassenerà il clima della vigilia la notizia che da marzo l'esercito americano addestrerà quello ucraino. Non sono ancora le armi attese da Kiev, ma certo è qualcosa che non piace a Mosca.