MONDO
La crisi
Ucraina, si tratta sulla tregua e sul gas
Oggi a Bruxelles si incontrano Russia, Ucraina e Ue per affrontare la questione del metano. Intanto resta tesa la situazione sul campo e i separatisti filorussi non credono all'offerta di un cessate il fuoco del neopresidente urcraino Poroshenko
I nodi sul tavolo sono ancora il prezzo del metano e i debiti arretrati di Kiev verso Mosca, con la richiesta del colosso energetico russo Gazprom di ricevere il pagamento anticipato delle forniture del mese di giugno.
L'ultimatum scadeva il 3 giugno ed è stato rinviato a domani. Una decisione presa dopo che Mosca ha ricevuto da Kiev una prima tranche di 786 milioni di dollari (577 milioni di euro) per il debito relativo alle forniture di metano dei mesi di febbraio e marzo.
Per quanto riguarda il costo del gas, prima della caduta del presidente filo-russo Viktor Yanukovich, a Kiev era praticato il prezzo di favore di 285 dollari per mille metri cubi (più basso che al resto dei clienti). Poi Mosca ne ha chiesti 485 (il più alto). Ora si cerca un'intesa, grazie anche alla mediazione di Bruxelles, intorno ai 350/380 dollari, il prezzo medio praticato da Gazprom in Europa.
La situazione sul campo
Intanto la situazione sul campo resta tesa. Ci sarebbero morti e feriti a Sloviansk, roccaforte dei filorussi nell’est, dopo un bombardamento notturno delle truppe di Kiev. Lo sostengono i separatisti citati dall'agenzia russa Ria Novosti non precisando però il numero delle vittime.
Combattimenti anche a Mariupol, importante città portuale nella regione "separatista" di Donetsk. Lo riferiscono i media locali. Una struttura dell'aeroporto locale sarebbe inoltre in fiamme, così come un vicino edificio dell'esercito ucraino.
Il neopresidente Poroshenko: stop alle violenze entro la settimana
Ieri il neopresidente ucraino Petro Poroshenko ha dichiarato che "i combattimenti" nelle regioni orientali e russofone "debbono finire questa settimana". Poroshenko non ha però chiarito chi farà il primo passo: se le truppe di Kiev o i separatisti. “Per me, ogni gionro in cui qualcuno muore, ogni giorno in cui l'Ucraina paga un così alto prezzo, è inaccettabile", ha dichiarato aggiungendo che, "per raggiungere questo obiettivo dobbiamo ristabilire la sicurezza del confine ucraino". Frontiera da cui passano armi e uomini che ingrossano le file dei separatisti filorussi. Ieri Vladimir Putin aveva ordinato di rafforzare la sicurezza dei confini, come chiesto da Barack Obama e da diversi leader europei a margine della cerimonia dello sbarco in Normandia il 6 giugno.
I separatisti non credono all'offerta di un cessato il fuoco
Ma i separatisti filorussi non credono all'offerta di un cessate il fuoco fatta da Petro Poroshenko. "Non sappiamo cosa abbia dichiarato esattamente Poroshenko per quanto riguarda la cessazione delle ostilità, ma dubito che ritirerà l'esercito", ha dichiarato all’agenzia russa Interfax il vice primo ministro dell'autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk. I separatisti, ha aggiunto, continuano la "mobilitazione e formazione di volontari" per la difesa di Donetsk.