Washington
Ucrainagate. Trump chiese a Zelensky di indagare su Biden e suo figlio
Diffusa la trascrizione della telefonata con il leader ucraino. Trump avrebbe fatto pressioni per l'apertura di un'indagine per corruzione a carico dell'ex vicepresidente (e candidato alle primarie per le presidenziali del 2020) e del figlio, Hunter Biden. Al via l'inchiesta per un possibile impeachment, primo passo è appurare se il tycoon abbia offerto in cambio aiuti a Kiev. Hillary Clinton: ha tradito il Paese, sì all'impeachment
Donald Trump chiese a Voldymyr Zelensky di contattare il ministro della giustizia Usa William Barr per discutere la possibile apertura di un'indagine per corruzione su Joe Biden e suo figlio. E' quanto conferma la trascrizione della telefonata del 25 luglio scorso tra il tycoon e il presidente e magnate delle televisioni ucraino, resa pubblica dalla Casa Bianca.
Secondo i Democratici, il presidente Usa avrebbe fatto pressioni per riaprire le indagini su Burisma, la società energetica per cui ha lavorato il figlio dell'ex vicepresidente Usa e principale candidato alle primarie democratiche per le presidenziali del prossimo anno, in cambio di aiuti. Proprio queste presunte pressioni saranno al centro dell'indagine per un possibile impeachment (la messa in stato di accusa) di Trump, annunciata dalla speaker della Camera, Nancy Pelosi. E primo passo dell'indagine, sarà appurare se Trump abbia usato come leva un pacchetto di aiuti militari di circa 400 milioni di dollari.
Il presidente Usa nega di avere bloccato gli aiuti militari all'Ucraina per fare pressioni su Kiev nel tentativo di colpire il rivale politico Biden, ma la telefonata del 25 luglio è avvenuta pochi giorni dopo che Trump ha ordinato al governo Usa di bloccare gli aiuti militari all'Ucraina. Nella trascrizione della chiamata diffusa oggi non si fa comunque cenno a quei soldi.
Trump: assicuro piena trasparenza indagini Congresso
"Ho parlato con i vertici repubblicani in Congresso e ho assicurato la piena trasparenza sulle indagini". Lo ha detto Donald Trump nel corso di una conferenza stampa a New York. Poi ha ribadito: "Nessuna pressione, niente, solo una grande bufala".
La trascrizione: "Vai a fondo su Biden e figlio"
"Io vorrei che mi facessi un favore, perché il nostro Paese ha dovuto affrontare molte cose e l'Ucraina sa molte cose". Così esordisce Donald Trump nella telefonata con Volodymir Zelensky, facendo subito dopo un riferimento al Russiagate. "Come hai visto ieri quell'intero nonsense è finito con una brutta figura di un uomo chiamato Robert Mueller - aggiunge il presidente Usa, riferendosi alla testimonianza del 24 luglio al Congresso del procuratore del Russiagate - una performance da incompetente, ma dicono che molto di questo è iniziato in Ucraina".
Trump chiede quindi in modo esplicito: "Vorrei che ci facessi un favore... Mi piacerebbe che scoprissi cosa è successo in questa situazione legata all'Ucraina, che chiamano Crowdstrike... mi piacerebbe che il procuratore generale chiamasse te o qualcuno dei tuoi e andare a fondo a questa vicenda". Zelensky risponde: "Ti dico personalmente che uno dei miei assistenti ha parlato con Giuliani recentemente e contiamo molto sul fatto che Giuliani possa venire in Ucraina in modo da incontrarci. Posso garantirti che hai solo amici attorno a noi riguardo l'indagine io garantisco come presidente dell'Ucraina che tutte le inchieste verranno condotte in modo aperto e chiaro. Quello te lo garantisco".
"Bene - afferma quindi Trump - perché ho sentito che un procuratore molto bravo era stato allontanato e questo è davvero ingiusto. Giuliani è un uomo altamente rispettato, è stato il sindaco di New York, un grande sindaco, e vorrei che ti chiamasse. Ti chiedo di parlarci assieme al procuratore generale. Rudy (Giuliani, ndr) è molto informato su ciò che è successo ed è un ragazzo in gamba. Se potessi parlarci sarebbe grandioso. L'ex ambasciatrice degli Stati Uniti era sgradevole, e così la gente con cui aveva a che fare in Ucraina, volevo che lo sapessi. Un'altra cosa, si parla molto del figlio di Biden, che Biden fermò l'indagine e molte persone vogliono sapere quello, così tutto quello che puoi fare con il procuratore generale sarà grandioso. Biden è andato in giro a dire che aveva bloccato l'indagine, quindi se puoi darci un'occhiata. A me sembra orribile". Ora è Zelensky a parlare: "Volevo parlarti del procuratore. Primo di tutto capisco e sono a conoscenza della situazione. Dopo che abbiamo conquistato la maggioranza assoluta in Parlamento, il prossimo procuratore generale sarà al cento per cento una persona mia, un mio candidato, che sarà votato dal Parlamento e comincerà a lavorare da settembre. Lui o lei si occuperanno della situazione, specialmente dell'azienda a cui hai fatto cenno... A proposito, ti chiedo se hai altre informazioni da fornirci, sarebbe molto utile per l'indagine. Sull'ambasciatrice concordo al cento per cento. Lei ammirava il mio predecessore, non avrebbe accettato me come nuovo presidente". Di nuovo Trump: "Ti faccio chiamare da Giuliani e farò in modo che lo faccia anche il procuratore generale Barr e andremo a fondo sulla vicenda. Ho sentito che il procuratore era stato trattato molto male. Dunque, buona fortuna per tutto. Prevedo che la tua economia migliorerà sempre di più. E' un grande Paese. Ho molti amici ucraini, persone incredibili".
Questa telefonata è già stata oggetto di attenzione da parte del Dipartimento della giustizia, dopo la segnalazione fatta dal direttore nazionale dell'intelligence Usa e dall'ispettore generale della comunità di intelligence, sulla base della denuncia fatta dallo 007 testimone della telefonata. Il Dipartimento ha concluso che non ci sono i presupposti per aprire un'indagine penale sul comportamento del presidente. Lo riporta il New York Times citando fonti dello stesso Dipartimento. In pratica, nella trascrizione della telefonata non è stata rilevata alcuna violazione. E Trump si difende dalle accuse: "Non ho fatto alcuna pressione sull'Ucraina", ha dichiarato dopo la pubblicazione della trascrizione delle telefonata. "I democratici stanno conducendo una guerra politica nei miei confronti, molto di quello che è stato detto sulla conversazione è falso".
Ma l'aspirante candidata democratica alle presidenziali Elizabeth Warren descrive così, su Twitter, la trascrizione: "E' una pistola fumante" contro Trump. "Se questa è la versione degli eventi che la squadra del presidente ritiene la più favorevole, allora lui è in vero pericolo", ha scritto la senatrice del Massachussetts. Subito la replica della campagna di Trump attraverso il suo manager, Brad Pascale: quella del tycoon non è stata una telefonata per chiedere di indagare un avversario politico, ma la "prova che Trump combatte la corruzione di Washington, dove i Biden, i Clinton e altri politici di carriera hanno abusato del loro potere per guadagni personali" ha affermato Pascale. Negli stessi minuti, però, il presidente della commissione Intelligence della Camera, Adam Schiff, ha dichiarato che la telefonata "presenta prove più convincenti del previsto". Per Schiff, citato dai media Usa, "ci sono forti prove che Trump abbia commesso un reato che lo potrebbe portare al ritiro".
Zelensky: "Nessuno mi ha fatto pressione"
Nella serata italiana, il presidente ucraino difende Trump, rispondendo ai giornalisti in occasione di un incontro a New York con il tycoon. "Non voglio essere coinvolto nelle elezioni degli Stati Uniti - aggiunge - E' stata una telefonata positiva, normale".
Al via l'indagine per un possibile impeachment
L'avvio della messa in stato di accusa di Trump è stato annunciato dalla speaker della Camera, Nancy Pelosi: "Nessuno è al di sopra della legge. Le azioni dell'amministrazione Trump danneggiano la sicurezza nazionale".
Al momento, secondo i calcoli fatti dal New York Times, 169 deputati della Camera dei rappresentanti sono favorevoli all'impeachment, 73 contrari e 193 indecisi. Questi numeri, per ora, non sono sufficienti ad approvare l'incriminazione: serve la maggioranza assoluta, ovvero 218 su 435, per avviare la procedura.
L'idea di avviare l'impeachment nei confronti del presidente da parte dei democratici era partita già nei giorni scorsi, con Biden che, insieme ai suoi colleghi che presiedono le commissioni investigative della Camera, chiedeva di leggere la trascrizione della telefonata. Trump aveva fatto sapere che avrebbe rilasciato la trascrizione della telefonata "completa, originale e non redatta" per smontare le accuse e sparigliare le carte.
Dal Russiagate all'Ucraianagate
Secondo Biden & Co. il dialogo tra i presidenti contiene prove di reato. La Camera dei Rappresentanti, controllata dai Democratici dopo le elezioni midterm del 6 novembre 2018, cercherà dunque di appurare se Trump abbia cercato l'aiuto del presidente ucraino Zelensky per infangare l'ex vicepresidente Joe Biden. Il capo della Casa Bianca avrebbe chiesto (secondo una talpa dell'intelligence americana si parla di otto volte) a Zelensky di riaprire un'inchiesta giudiziaria ai danni del figlio di Biden, Hunter, consigliere dell'azienda del gas Burisma. In cambio, Trump avrebbe assicurato lo sblocco delle forniture militari Usa per 250 milioni all'Ucraina.
Quindi una nuova sollecitazione di un paese straniero in vista del voto, come era già accaduto con la Russia per le elezioni presidenziali del 2016 (in quel caso si aprì l'inchiesta giudiziaria Russiagate). "Ci sono sei commissioni parlamentari che stanno indagando su Trump e le loro inchieste continueranno" tuona la Pelosi.
Hillary Clinton: Trump ha tradito il Paese, sostengo l'impeachment
Donald Trump, "ha tradito il nostro Paese. Questa non è una dichiarazione politica, è una dura realtà e dobbiamo agire". Così su Twitter Hillary Clinton, ex segretaria di Stato Usa ed ex candita democratica per la Casa Bianca nelle presidenziali del 2016, quando fu battuta da Trump. Per lei il tycoon "è un chiaro pericolo per le cose che ci rendono forti e liberi". "Sostengo l'impeachment", conclude Hillary Clinton nel suo tweet.