MONDO
Rapporto "Equità per i bambini"
Unicef: disuguaglianze tra bambini, Italia 32ma su 41 paesi "ricchi"
L'Italia è solo trentaduesima nella classifica dei 41 Paesi dell'Ue e dell'Ocse quanto alla disuguaglianza tra i minori in termini di reddito, istruzione, salute e soddisfazione nei confronti della vita. In cima alla classifica c'è la Danimarca, l'ultima posizione è occupata da Israele
è 32ma su 41 paesi Ue/Ocse per le disuguaglianze tra i bambini. Il dato allarmante emerge dal nuovo rapporto pubblicato dall'Unicef, che analizza la disuguaglianza in termini di reddito, istruzione, salute e soddisfazione nei confronti della vita.
Leggendo i dati pubblicati, saltano subito all'occhio le basse posizioni occupate dal nostro Paese in tutte le voci analizzate: sul divario reddituale relativo l'Italia è al 35mo posto su 41 paesi, nei risultati scolastici è al 22mo posto su 37 paesi, nell'ambito della salute è al 28mo posto su 35 paesi, in termini di soddisfazione nei confronti della vita è al 22mo posto su 35 paesi. Nel periodo 2008-2013 il divario di disuguaglianza del reddito è aumentato da noi di 8 punti percentuali. Significativo il dato sulla salute: nel periodo 2013/2014, il 30,5% degli adolescenti italiani ha riferito di soffrire quotidianamente di uno o più disturbi.
Il rapporto appena pubblicato evidenzia come le disuguaglianze tra bambini e ragazzi non sono appannaggio esclusivo dei Paesi più poveri. Anche nelle Nazioni ricche persistono - e anzi la crisi economica ha talvolta inasprito - forti divari tra chi si trova nella fascia media della distribuzione del benessere e chi ha la sfortuna di appartenere alla fascia più bassa.
Non sorprende che la Danimarca sia in cima alla classifica con valore relativo alla diseguaglianza più bassa tra i bambini ma colpisce che due dei paesi più ricchi del mondo, Giappone e Stati Uniti, sono posizionati in basso nella classifica per disuguaglianza di reddito. Sempre tra i paesi ricchi, solo Spagna e Stati Uniti hanno migliorato in tutti i 4 indicatori dal 2002.
Positivo il trend di 4 paesi – Estonia, Irlanda, Lettonia e Polonia – che hanno affrontato positivamente il problema dello scarso rendimento scolastico, riducendo il numero di bambini privi di competenze. Non sorprende ma rattrista apprendere che in 7 dei 10 paesi in cui si dispone di dati, i bambini migranti riferiscono i livelli più bassi di soddisfazione nei confronti della vita.
L'Italia
Leggendo i dati pubblicati, saltano subito all'occhio le basse posizioni occupate dal nostro Paese in tutte le voci analizzate: sul divario reddituale relativo l'Italia è al 35mo posto su 41 paesi, nei risultati scolastici è al 22mo posto su 37 paesi, nell'ambito della salute è al 28mo posto su 35 paesi, in termini di soddisfazione nei confronti della vita è al 22mo posto su 35 paesi. Nel periodo 2008-2013 il divario di disuguaglianza del reddito è aumentato da noi di 8 punti percentuali. Significativo il dato sulla salute: nel periodo 2013/2014, il 30,5% degli adolescenti italiani ha riferito di soffrire quotidianamente di uno o più disturbi.
Il rapporto appena pubblicato evidenzia come le disuguaglianze tra bambini e ragazzi non sono appannaggio esclusivo dei Paesi più poveri. Anche nelle Nazioni ricche persistono - e anzi la crisi economica ha talvolta inasprito - forti divari tra chi si trova nella fascia media della distribuzione del benessere e chi ha la sfortuna di appartenere alla fascia più bassa.
Non sorprende che la Danimarca sia in cima alla classifica con valore relativo alla diseguaglianza più bassa tra i bambini ma colpisce che due dei paesi più ricchi del mondo, Giappone e Stati Uniti, sono posizionati in basso nella classifica per disuguaglianza di reddito. Sempre tra i paesi ricchi, solo Spagna e Stati Uniti hanno migliorato in tutti i 4 indicatori dal 2002.
Positivo il trend di 4 paesi – Estonia, Irlanda, Lettonia e Polonia – che hanno affrontato positivamente il problema dello scarso rendimento scolastico, riducendo il numero di bambini privi di competenze. Non sorprende ma rattrista apprendere che in 7 dei 10 paesi in cui si dispone di dati, i bambini migranti riferiscono i livelli più bassi di soddisfazione nei confronti della vita.