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MONDO

Il rapporto denuncia la condizione dei bambini rifugiati

Unicef: raddoppia il numero di minori giunti soli in Italia

I minori non accompagnati arrivati nel nostro paese nei primi 5 mesi dell'anno sono oltre 7.000. Sono vittime del traffico di esseri umani 9 bambini su 10, costretti a subire abusi e violenze nel loro viaggio attraverso il Mediterraneo

© UNICEF, Due gemelli di 16 anni arrivati in Italia dal Gambia
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Lasciano tutto e si imbarcano su navi scricchiolanti per fuggire dalla guerra o dalla povertà. Spesso si mettono nelle mani di trafficanti, che li costringono a lavorare per loro o, peggio, a prostituirsi. Sono i minori non accompagnati, i bambini migranti che arrivano sulle coste italiane senza i lori genitori. Solo nei primi cinque mesi di quest’anno sarebbero stati oltre 7000. Quasi il doppio rispetto al 2015. Lo denuncia l’Unicef, che mette in guardia sulle crescenti minacce di abuso, sfruttamento e morte che i rifugiati minori devono affrontare per arrivare in Europa.

Il dossier
Secondo il rapporto pubblicato oggi dall’organizzazione, 9 bambini migranti su 10 raggiungono l’Italia completamente soli, quasi sempre vittime di trafficanti di esseri umani che li stipano su carrette del mare secondo il sistema del “pay as you go": pagare per partire, senza sapere se si toccherà mai terra. Da gennaio a oggi nelle acque del Mediterraneo sarebbero morte infatti almeno 2.809 persone, 3770 lo scorso anno. Molte di loro erano bambini. Ma sono stime al ribasso e i numeri sono destinati ad aumentare.

La tratta dei bambini
"Se tenti di correre, loro ti sparano e muori. Se smetti di lavorare, ti picchiano. E‘ proprio come la tratta degli schiavi", racconta Aimamo, 16 anni, parlando della fattoria in Libia dove lui e suo fratello gemello hanno lavorato per due mesi per pagare i trafficanti. "Una volta stavo solo riposando per cinque minuti, e un uomo mi ha picchiato con un bastone. Finito di lavorare ci chiudevano a chiave.” Alcuni subiscono abusi sessuali e vengono sfruttati, altri marciscono in prigione. Operatori sociali italiani hanno raccontato all’Unicef che sia i ragazzi che molte ragazze sono state violentate e costrette a prostituirsi mentre erano in Libia, e che alcune di loro aspettavano un bambino quando sono arrivate in Italia.

La denuncia dell’Unicef
"E 'una situazione silenziosa e disperata, che non si può spiegare. Eppure, decine di migliaia di bambini affrontano il pericolo ogni giorno e centinaia di migliaia sono pronti a rischiare tutto", ha detto Marie Pierre Poirier, coordinatore speciale Unicef per la crisi dei rifugiati e dei migranti in Europa. "Abbiamo urgente bisogno di proteggere questi bambini da ogni tipo di abuso e di sfruttamento da parte di coloro che approfittano della situazione per sfruttare i loro sogni".

La punta dell’iceberg
Con l’arrivo dell’estate i dati di oggi sui rifugiati bambini potrebbero essere solo una piccola avvisaglia di un fenomeno molto più vasto. E il numero di minori che costretto a intraprendere la rotta del Mediterraneo centrale potrebbe crescere esponenzialmente. Altri 235.000 migranti sono attualmente in Libia, decine di migliaia di loro sono minorenni non accompagnati.

Corridoi umanitari
"Ogni paese  (quelli che i bambini lasciano, quelli che attraversano e quelli in cui chiedono asilo) ha l'obbligo di istituire sistemi di protezione che possano far fronte ai rischi che i minorenni non accompagnati devono affrontare”, ha sottolineato Poirier. “Nell'Unione europea e in altri paesi di destinazione, c'è la possibilità di realizzare riforme politiche e legislative per aprire maggiori opportunità per canali sicuri, legali e regolari per questi bambini.”
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