Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/alitalia-delrio-venduta-al-miglior-offerente-poletti-a-rischioo-venti-mila-posti-di-lavoro-df47357b-0944-49ee-a1b2-b46c6ac428d4.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Domani assemblea dei soci

Alitalia. Delrio: sarà venduta al miglior offerente. Poletti: a rischio 20mila posti di lavoro

"Il decreto di correzione dei conti appena entrato in vigore mette a disposizione 300 milioni di garanzie pubbliche" - spiega ancora il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture - La cifra a disposizione per far volare gli aerei è quella, se sarà necessario stanziare altro lo valuteremo"

Condividi
"Indietro non possiamo tornare. Qualcuno si è convinto ci sarebbe stato l`ennesimo salvataggio pubblico. Lo dico chiaramente: non ci sarà". Così, in un'intervista su 'La Stampa', il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, dopo la bocciatura al referendum da parte dei lavoratori al preaccordo tra azienda e sindacati sul piano industriale. "Non si torna indietro, nemmeno nel peggiore degli scenari", come nell'ipotesi liquidazione se nessun acquirente dovesse farsi avanti, ha puntualizzato.

A questo punto, ha spiegato, "il nostro intervento servirà ad evitare il fallimento. L`azienda verrà venduta al miglior offerente come sta accadendo con l`Ilva. Ma se prima del referendum c`era la garanzia di una nuova ricapitalizzazione, ora il rilancio diventa molto più complicato. Alitalia è indebolita dall`esito del referendum e i concorrenti non faranno regali".

"Il decreto di correzione dei conti appena entrato in vigore mette a disposizione 300 milioni di garanzie pubbliche. La cifra a disposizione per far volare gli aerei è quella, se sarà necessario stanziare altro lo valuteremo. Ma ripeto: si tratterà solo di accompagnare l`azienda o parte di essa verso un altro azionista privato". Alla domanda se il governo avrebbe preclusioni su una possibile vendita a Lufthansa, Delrio ha risposto: "nessuna preclusione, ma le decisioni spettano agli azionisti. La palla è nelle loro mani". 

Preoccupazione per lo stato di crisi in cui versa Alitalia, anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che a seguito della bocciatura del referendum parla di 20mila lavoratori " a rischio": oltre ai 12.500 dipendenti della compagnia gli ottomila dell`indotto. Non lo nega il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un'intervista su 'La Repubblica'.

"Il rischio c`è. Si apre una fase di incertezza e di sacrifici. Proprio per questo dobbiamo mantenere tutti i nervi saldi e lavorare con accuratezza per assicurare che la transizione avvenga con i minori costi possibili", sottolinea. "Mi dispiace molto, avevamo fatto tutti un lavoro importante per rimettere in pista Alitalia. Avevamo chiesto che il peso non ricadesse solo sui lavoratori: nell`ultima versione del piano i due terzi dei costi da ridurre non avrebbero coinvolto il lavoro. Gli esuberi erano stati ridotti, così come le esternalizzazioni: tutte richieste avanzate dagli stessi sindacati. Avremmo avuto maggiori risorse fresche per 900 milioni grazie all`impegno dei soci. Ora invece si apre l`orizzonte incerto dell`amministrazione straordinaria", ha aggiunto.

A questo punto, "dobbiamo innanzi tutto mettere in conto i costi della cassa integrazione che la amministrazione straordinaria potrà richiedere secondo la legge. Sarà il commissario a decidere quanti dipendenti vi andranno e per quanto tempo. E poi - ha sottolineato - si dovrà provvedere in tempi rapidi ad un prestito ponte che assicuri almeno per sei mesi la liquidità necessaria all`Alitalia per operare. Tra ammortizzatori e prestito, sia pure a titolo oneroso per non incorrere nelle obiezioni Ue di aiuto di Stato, credo che si arrivi effettivamente intorno a un miliardo". Per Poletti, "per garantire la continuità e scongiurare la liquidazione, si debba ricorrere alla vendita della compagnia".

Dalla pagine del Corriere della Sera il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda conferma che sarà concesso il prestito ponte: "Il minimo indispensabile per completare il processo. Fermare gli aerei a terra non è immaginabile perchè sarebbero compromessi i collegamenti e danneggiati i viaggiatori con ricadute dirette ed indirette ben più pesanti". Calenda sottolinea che "dobbiamo innanzitutto garantire al Paese più connessioni possibili, qualità nel servizio, costi competitivi, indipendentemente da chi le offre e senza piu' lo Stato che salda i conti a pie' di lista. Tutti avremmo voluto un finale diverso, e ci abbiamo lavorato intensamente, ma non al prezzo di pagare miliardi ogni paio d'anni". Sul rischio che finisca come Almaviva, il ministro chiosa: "Spero di no, ma ci sono alcune somiglianze".  Il ministro ha riferito che il governo sta discutendo con Bruxelles, "perchè tutto questo va approvato dall'Europa, in particolare il prestito ponte- ha detto su Radio 24 - Abbiamo riunioni oggi stesso. E riteniamo che per un periodo limitato sia compatibile con la normativa europea". 

Domani intanto il Cda ha fissato l'assemblea dei soci in prima convocazione e il 2 maggio (in seconda convocazione) dopo che il presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, ha comunicato ufficialmente al presidente dell`Enac la decisione del Consiglio di amministrazione di avviare la procedura per la nomina del commissario.
Condividi