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ECONOMIA

"Non è pensabile un futuro costruito sui sussidi"

Bankitalia. Visco: "Il Recovery è una sfida formidabile, mantenere i sostegni a chi perde il lavoro"

"Gli interventi del Governo hanno permesso di contenere le ripercussioni della pandemia sulle famiglie e sul sistema produttivo" dice il governatore della Banca d'Italia nelle Considerazioni finali della relazione annuale, ma bisogna prepararsi alla fine degli aiuti
 

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"La pandemia ha avuto in tutto il mondo un costo altissimo in termini di vite umane. Il suo contenimento ha richiesto restrizioni alle libertà individuali e ha condizionato in modo profondo la vita di tutti. Per molti ha determinato la perdita dell'occupazione; ha modificato i rapporti interpersonali, le modalità di studio, di produzione e lavoro, di impiego del tempo libero". Lo sottolinea il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco in apertura delle Considerazioni finali sul 2020, ricordando che "sul piano economico la recessione che ne è conseguita è la più grave dalla fine del secondo conflitto mondiale" con un calo del Pil globale nel 2020 pari al 3,3 per cento, anche se "con effetti eterogenei tra aree geografiche, settori produttivi, imprese e famiglie". 


"Ancora più ampia, quasi del 9 per cento, è stata la caduta del commercio internazionale, caratterizzata da una temporanea interruzione delle filiere produttive, cui si è associato un forte calo dei flussi turistici" ricorda Visco che evidenzia come "la perdita di occupazione ha colpito in misura più marcata i giovani, le donne, i lavoratori precari". 

"La crisi indotta dalla pandemia può essere l'occasione per approdare ad una Europa più unita e coesa che fondi la sua azione su una capacita' di bilancio comune che prevede la "possibilità di una stabile emissione di debito, garantita da fonti di entrata autonome" ha proseguito Visco aggiungendo che le nuove emissioni resterebbero separate dal "debito pregresso dei singoli paesi, che resterebbe responsabilità nazionale. Tuttavia - indica - la gestione comune di una parte delle passività emesse in passato da ciascun paese, ad esempio attraverso un fondo di ammortamento, consentirebbe anche di conferire rapidamente al mercato europeo dei titoli pubblici lo spessore e la liquidità di cui esso oggi manca".

"Di ampiezza straordinaria interventi dei bilanci pubblici"
"Di ampiezza straordinaria, a tutte le latitudini, sono stati gli interventi dei bilanci pubblici e le misure di politica monetaria. La crisi pandemica non si è tramutata in una crisi finanziaria" spiega ancora Visco che ha sottolineato: "Non sono mancati gli aiuti umanitari per i paesi più vulnerabili; i governi hanno mirato ad alleviare le sofferenze delle fasce più deboli della popolazione, contrastando l’aumento delle disuguaglianze". Per le gravissime ripercussioni economiche della crisi aperta dal coronavirus "si stima che sia tornato a salire, per la prima volta in oltre 20 anni, il numero delle persone che nel mondo versano in povertà estrema, pari oggi, secondo la Banca mondiale, a circa il 10 per cento della popolazione, con un incremento di oltre 100 milioni nell'ultimo anno"  sottolinea il governatore della Banca d'Italia.

A fine il rapporto tra debito pubblico e Pil sarà prossimo al 160% 
A fine anno "il rapporto tra debito pubblico e Pil sarà prossimo al 160%, un livello raggiunto in Italia solo all'uscita dal primo conflitto mondiale, di quasi 60 punti superiore a quello medio dell'Area Euro. L'alto debito costituisce un'intrinseca fragilità: espone l'Italia al rischio di shock finanziari, crea un'incertezza di fondo che si riflette sugli oneri di finanziamento e scoraggia l'investimento privato. Anche per questo le risorse europee dovranno dare frutti importanti e duraturi" spiega Visco stimando che, con un costo del debito che resterà a lungo basso, "un progressivo miglioramento dei saldi di bilancio, tale da ritornare a un avanzo primario poco sopra l'1% del Pil, consentirebbe di ricondurre il rapporto debito/Pil sui livelli del 2019 nell'arco di un decennio. Una crescita più sostenuta è nelle nostre possibilità e permetterebbe di accelerare il processo di riduzione del peso del debito".

Gli interventi messi in campo da Governi della Ue alle prese con le conseguenze economiche della pandemia sono stati "senza precedenti" e il sostegno all'economia "andrà mantenuto fino a quando diverrà chiaro il ritorno su una stabile traiettoria di crescita" prosegue il Governatore. "Sarà altresì cruciale a tal fine - ha aggiunto - il successo degli investimenti e delle riforme previsti dai piani associati, nei diversi paesi, all'eccezionale innovazione costituita dal programma Next Generation Eu". "In Italia, ad attese più prudenti da parte delle famiglie si associano piani di investimento delle imprese in sostanziale recupero. Una ripresa robusta della domanda nella seconda metà di quest’anno è quindi possibile. Ne sono condizione il proseguimento delle favorevoli prospettive connesse con la campagna vaccinale e il buon avvio del Pnrr." spiega Visco secondo cui "nella media dell'anno l’espansione del Pil potrebbe superare il 4 per cento"

Recovery plan formidabile sfida, essenziale spendere bene le risorse
L'attuazione del Recovery plan con le riforme collegate è "una formidabile sfida. E' essenziale che a essa partecipino con convinzione e fiducia imprese e famiglie: non è pensabile un futuro costruito sulla base di sussidi e incentivi pubblici" sottolinea il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, secondo cui "ci vorrà tempo per comprendere quali saranno, dopo la pandemia e nella transizione digitale e ambientale, i nuovi 'equilibri' di vita sociale e di sviluppo economico" ma certamente "verrà meno lo stimolo, in parte artificiale, che oggi proviene da politiche macroeconomiche straordinarie ed eccezionali. Cesseranno quindi il blocco dei licenziamenti, le garanzie dello Stato sui prestiti, le moratorie sui debiti. E andrà, gradualmente ma con continuità, ridotto il fardello del debito pubblico sull'economia. Bisogna essere preparati ai cambiamenti di cui abbiamo contezza e pronti per rispondere agli eventi e agli sviluppi inattesi, come dolorosamente ci insegna l'epidemia che ci ha tutti colpito".

Per Visco l'attuazione del Pnrr "deve essere parte di uno sforzo collettivo, volto a superare le nostre debolezze strutturali, la specificità di una anemia della crescita economica che dura da oltre due decenni. Agli interventi previsti dal Piano e al connesso, articolato, programma di riforme occorre dare massima concretezza; vanno assicurate la sicurezza e la rapidità dell'esecuzione, l'efficacia e la trasparenza degli impegni finanziari". Per Visco, "dopo la pandemia deve aprirsi una nuova epoca, un'epoca di cooperazione multilaterale intensa, di riduzione delle ingiustizie diffuse, di creazione di nuove opportunità. Non dovrà mancare la partecipazione, responsabile ed equilibrata, dell'Europa".

"Ngeu e Pnrr non sono due sigle dal vago significato, i loro contenuti, programmatici e sostanziali, sono decisivi. Per questo - avverte Visco - è essenziale spendere bene le risorse straordinarie che il programma ci offre e tutte le altre che saranno disponibili per ridare all'economia una prospettiva stabile di sviluppo. In questo anche consiste la dimostrazione concreta dell'importanza dell'Europa per noi e dell'Italia per l'Europa. Riusciremo allora - è la chiusa del discorso di Visco - a cogliere il vero significato del pensiero di Jean Monnet, di un'Europa forgiata nelle crisi e 'somma delle soluzioni date a queste crisi', e dare finalmente un senso all'illuminismo di Gaetano Filangieri, di un'Europa 'sede della tranquillità e della ragione'.

Imprese rafforzino piano dimensionale e patrimoniale
"Le imprese italiane dovranno, nel loro stesso interesse, rafforzarsi sul piano dimensionale e su quello patrimoniale; sono necessari investimenti innovativi anche per una rapida sostituzione del capitale che l’accelerazione della transizione digitale e le necessità di sostenibilità ambientale rendono più obsoleto. Sarà in tal modo possibile offrire nuove opportunità ai giovani che più credono nella loro formazione" ha detto ancora il governatore di Bankitalia Ignazio Visco.

Ruolo Stato complementare con imprese
"Dovrà certamente evolvere il ruolo dello Stato, nell’offerta di servizi per lo sviluppo dell’economia e la salute e sicurezza dei cittadini, nonché nell’azione volta a ridurre le disuguaglianze, accrescere le opportunità, salvaguardare i più deboli; e sempre più la sua azione dovrà essere complementare, non contrapposta, a quella delle imprese che operano nel mercato" sottolinea.

Politiche monetarie dovranno restare accomodanti
"Nell’area dell’euro l’orientamento della politica monetaria dovrà restare ampiamente accomodante, nella consapevolezza che siamo ancora lontani da tassi di inflazione congruenti, nel medio periodo, con l’obiettivo della stabilità dei prezzi" ha rimarcato Visco. "Il mantenimento, per un prolungato periodo di tempo, di favorevoli condizioni di finanziamento dell’economia è necessario per consolidare il miglioramento in corso del clima di fiducia di imprese e famiglie", ha aggiunto.

3 milioni di giovani neet, priorità per economia e benessere paese
"In Italia oltre 3 milioni di giovani tra i 15 e 34 anni non sono occupati, nè impegnati nel percorso di istruzione o in attività formative; si tratta di quasi un quarto del totale, la quota più elevata tra i paesi dell'Unione europea. Se ne deve tener conto nel ridefinire le priorità per lo sviluppo economico e sociale e nel dirigere l'impegno verso la costruzione di un'economia davvero basata sulla conoscenza, il principale strumento a disposizione di un paese avanzato per consolidare e accrescere i livelli di benessere sottolinea Visco.

Varie piccole banche strutturalmente deboli, rivedere modelli
"Diversi intermediari, per la maggior parte di piccole dimensioni e con un'operatività tradizionale, presentano debolezze strutturali; in taluni casi esse sono dovute a un governo societario non adeguato e alla debolezza dei controlli interni, in altri alla ridotta capacità di accedere ai mercati dei capitali, di innovare e di sfruttare economie di scala e di diversificazione". E' quanto rileva il governatore della Banca d'Italia. "È urgente che queste banche rivedano i propri modelli di attività - avverte Visco -. La stipula di accordi commerciali con altri operatori, la creazione di consorzi e, non ultime, operazioni di aggregazione sono possibili azioni da intraprendere subito per sostenere la redditività".

"Eventuali crisi di singoli intermediari saranno gestite cercando di assicurare un'uscita dal mercato il più possibile ordinata - dice ancora il Governatore - pur con le difficoltà connesse con le rigidità e l'incompletezza del quadro regolamentare europeo in materia di dissesto di banche di media e piccola dimensione".

Mantenere sostegno per chi perde lavoro
"Sarà necessario mantenere il sostegno a chi perde il lavoro" dice Visco. Per il governatore "andranno corrette le importanti debolezze nel disegno e nella copertura della rete di protezione sociale che permangono nonostante le riforme degli ultimi anni; la pandemia le ha rese manifeste, richiedendo l’adozione di interventi straordinari. Siamo inoltre ancora lontani dalla definizione di un moderno sistema di politiche attive, in grado di accompagnare le persone lungo tutta la vita lavorativa".

Cesserà il blocco dei licenziamenti, prepararsi a cambiamenti
"Cesseranno il blocco dei licenziamenti, le garanzie dello Stato sui prestiti, le moratorie sui debiti. E andrà, gradualmente ma con continuità, ridotto il fardello del debito pubblico sull’economia. Bisogna essere preparati ai cambiamenti di cui abbiamo contezza e pronti per rispondere agli eventi e agli sviluppi inattesi" sottolinea il governatore. 

Con progresso tecnologico non trascurare rischi cyber
Con l'accelerazione nel corso della pandemia dell'utilizzo della tecnologia da parte delle banche "non vanno trascurati i rischi di natura cibernetica che la rivoluzione digitale comporta" conclude Visco.

"Attività malevole e azioni criminali, in aumento, possono insidiare la sicurezza dei sistemi informatici e apportare danni economici agli intermediari e alla clientela. Assumono inoltre rilievo - ha aggiunto - rischi operativi quali quelli connessi con il crescente ricorso all'esternalizzazione, spesso presso pochi operatori non soggetti a vigilanza, di fasi rilevanti di processi produttivi, il cui malfunzionamento può assumere rilevanza sistemica. Né va sottovalutato il pericolo di frodi, di comportamenti discriminatori, di un uso improprio dei dati personali generato da applicazioni che si avvalgono di big data e dell'intelligenza artificiale".

"Per fare fronte a questi rischi le autorità di controllo sono impegnate a definire regole e procedure non per frenare i cambiamenti in atto - ha evidenziato Visco - ma per fare in modo che l'innovazione non costituisca una fonte di instabilità o di esclusione finanziaria. Il presidio dei rischi cibernetici richiede la collaborazione delle autorità e degli operatori; nelle sedi di cooperazione si realizzano lo scambio tempestivo e l'analisi delle informazioni sulle principali
minacce e si definiscono le iniziative di sensibilizzazione su tale tipologia di rischi".

 
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