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MONDO

Esplosioni in Libano

​Beirut, fonti Farnesina: morta italiana nell'esplosione

Aveva 92 anni. I connazionali feriti sono almeno dieci

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C'è anche una italiana di 92 anni tra le 157 persone morte nella potentissima esplosione che martedì scorso ha devastato Beirut. E tra i 5mila feriti si registrano almeno dieci italiani. Un bilancio quello delle vittime di un disastro dalle cause ancora da chiarire che potrebbe purtroppo ancora salire. L'italiana morta era Maria Pia Livadiotti, nata a Beirut nel 1928 e iscritta al registro anagrafico di Roma dei cittadini residenti all'estero. A quanto si apprende dall'ambasciata, la 92enne è morta in casa, probabilmente a causa di un trauma cranico dovuto alla forza d'urto dell'esplosione, che ha seminato vittime a diversi chilometri di distanza dal luogo della deflagrazione. Sul suo corpo non vi erano segni di ferite da schegge o lamiere. Maria Pia Livadiotti era una delle più longeve italiane di Beirut e a veva quasi sempre vissuto nella capitale libanese. Era vedova di Lutfallah Abi Sleiman, già medico di fiducia dell'ambasciata d'Italia a Beirut. Il figlio della donna ha detto di esser stato anche lui lievemente ferito in strada, di aver trovato, al suo ritorno a casa, la madre riversa a terra e di aver capito che purtroppo era già morta.   

La storia dell'anziana italiana si mescola a quella delle oltre 150 persone che hanno perso la vita nella tragedia del 4 agosto. Tra loro spicca la triste vicenda di una donna siriana e dei suoi quattro figli, tutti morti poche ore prima di imbarcarsi su un aereo che li avrebbe portati in Germania, dove li attendeva il marito e il padre dei bambini.   

Era una delle innumerevoli famiglie di siriani che passano per Beirut in fuga dalla guerra in Siria. La mamma e i suoi piccoli erano arrivati nei giorni scorsi a Beirut e alloggiavano in una pensione non lontano dal porto. L'esplosione ha divelto le pareti e le finestre della loro stanza e, secondo le fonti, sono tutti morti sul colpo.   

Sebbene la conta dei feriti e dei morti prosegua, la maggior parte dei 5mila feriti sono stati curati nelle ultime 8 ore negli ospedali rimasti funzionanti dopo l'esplosione. Tra loro si registrano almeno dieci italiani, feriti in modo lieve secondo fonti della Farnesina.   

Intanto, l'Unione degli ospedali del Libano fa sapere che non c'è una vera e propria necessità di allestire ospedali da campo, come fatto dalla Russia e come si appresta a fare l'Iran, perché il picco della pressione sugli ospedali è già superato.

Da ONU fondi per ospedali Beirut
Le Nazioni Unite stanzieranno dei fondi per aiutare gli ospedali di Beirut nelle operazioni di primo soccorso e per migliorare la capacità di accoglienza in seguito alla duplice esplosione che ha colpito Beirut  martedì. Lo ha reso noto il portavoce dell'Onu Farhan Haq, spiegando che le somme serviranno per le unità di terapia intensiva e forniranno kit di pronto soccorso, ventilatori, medicine e dispositivi medici. Haq ha poi spiegato che le Nazioni Unite stanno facendo una stima dei  danni e delle necessità conseguenti all'esplosione e lanceranno un  appello per raccogliere i fondi. ''Di sicuro, il Libano avrà aiuti sostanziosi, da quelli per il sistema ospedaliero alle scorte di cibo, fino alla copertura dei costi per la ricostruzione a lungo termine'',  ha aggiunto.

Macron a Beirut per le strade distrutte: "Il Libano non è solo"
"Il Libano non è solo" ha detto il presidente francese Emmanuel Macron arrivando al porto di Beirut, in Libano, dove ha visitato  il luogo delle devastanti esplosioni che hanno causato almeno 137 morti e 5.000 feriti. Macron si è poi recato a piedi nei quartieri distrutti per vedere con i suoi occhi i danni e incontrare i  sopravvissuti e ha risposto alle richieste di aiuto affermando di voler "proporre un nuovo patto per il Libano" negli incontri con le autorità. "Il primo obiettivo di questo viaggio è quello di portare tutta la solidarietà della Francia e del popolo francese al popolo libanese" ha detto dopo essersi incontrato al palazzo presidenziale con il presidente Michel Aoun, il premier Hassan Diab e il presidente del parlamento Nabih Berri. Un colloquio in cui ha sottolineato l'importanza di "un'indagine rapida e trasparente" sulle cause dell'esplosione al porto, oltre a sollecitare forti iniziative politiche per risolvere la crisi economica in atto in Libano. "Ho parlato con franchezza ai tre presidenti della necessità di combattere la corruzione, attuare le riforme, condurre un'indagine trasparente su quanto sta accadendo nel sistema bancario e portare avanti il dialogo con il Fondo monetario internazionale - ha aggiunto il presidente - il Libano soffre da anni per una crisi economica e finanziaria per la cui soluzione sono necessarie serie iniziative politiche".

FMI: affrontare crisi economica e sociale
Il Fondo monetario internazionale esorta il Libano ad affrontare "la profonda crisi economica e sociale" che attraversa da anni e a superare "l'impasse nelle discussioni sulle  riforme cruciali" che sta conducendo con l'organizzazione. In una nota, a due giorni dalle devastanti esplosioni di Beirut, la  direttrice dell'Fmi, Kristalina Georgieva, scrive: "Dopo la terribile  tragedia in Libano, è il momento dell'unità nazionale, per superare  questo disastro, e di affrontare la profonda crisi economica e sociale che il Paese continua a vivere". Georgieva fa sapere che il Fondo "sta esplorando tutti i modi  possibili per sostenere il popolo libanese: è essenziale superare  l'impasse nelle discussioni sulle riforme cruciali e mettere in atto un programma significativo che per rilanciare l'economia e costruire la fiducia nel futuro del Paese". A marzo il Libano aveva dichiarato un parziale default  nell'impossibilità di ripagare un prestito da 10 miliardi dell'Fmi, ma i colloqui per il salvataggio sono da settimane in una fase di stallo.

Polizia Cipro interroga armatore nave carica di nitrato di ammonio   
La polizia cipriota ha interrogato un cittadino russo sui suoi presunti legami con la nave che trasportava il carico di nitrato di ammonio poi stoccato nel porto di Beirut ed esploso nella capitale libanese. "Le autorità libanesi ci hanno chiesto di localizzare l'uomo e fargli alcune domande, cosa che abbiamo fatto", ha detto un portavoce della polizia cipriota. "La sua deposizione è stata inviata in Libano", ha raccontato il portavoce precisando che Igor Grechushkin non è stato arrestato, ma è stato interrogato su questioni relative al carico della nave come richiesto da Interpol Libano.   

Oggi il ministro dell'Interno cipriota aveva smentito le indiscrezioni dei media secondo le quali Grechushkin aveva anche un passaporto cipriota. Secondo il quotidiano cipriota Politis, Grechushkin è residente nella città portuale meridionale di Limassol, uno dei più grandi centri del mondo per la gestione delle navi. Nel 2013, circa 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio arrivarono in Libano sulla Nave Rhosus, salpata dalla Georgia e diretta in Mozambico, ha affermato una fonte della sicurezza libanese che ha richiesto l'anonimato. Il russo aveva noleggiatola nave che fu costretta ad attraccare al porto di Beirut a causa di problema tecnico, ma che venne poi sequestrata dalle autorità a seguito di una causa intentata da una società libanese contro l'armatore.

Arrestati 16 addetti del porto Beirut
16 membri del personale portuale sono stati arrestati per l'esplosione di Beirut Lo riferisce l'agenzia di stampa statale libanese citando fonti della procura libanese e spiegando che si tratta di 16 impiegati del porto di Beirut arrestati per l'esplosione di questa settimana che ha ucciso oltre 100 persone e ne ha ferite migliaia.
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