MONDO
Per il congresso del Ppe
Berlusconi non può andare al Ppe a Dublino, i giudici gli negano il permesso
L'ex premier ha dovuto riconsegnare il passaporto dopo la condanna definitiva per la frode fiscale sui diritti tv del gruppo Mediaset. Una fonte giudiziaria: "Applicata la legge"
Milano
Berlusconi resta in Italia. I giudici gli hanno negato il permesso per andare al congresso del Ppe a Dublino, in programma il 6 e il 7 marzo. "È stata applicata la legge", ha detto una fonte giudiziaria a Radiocor. E la legge prevede che l'ex premier non abbia il passaporto: l'ha dovuto riconsegnare dopo la condanna definitiva per la frode fiscale sui diritti tv del gruppo Mediaset.
Il congresso a Dublino
Il Partito popolare europeo si riunisce a Dublino per l'elezione del presidente e per quella del candidato del Ppe alla presidenza della Commissione europea. Per quanto riguarda la presidenza del Ppe, il congresso voterà molto probabilmente la conferma di Joseph Daul. Già a febbraio. Berlusconi aveva detto più volte di voler partecipare al congresso in quanto numero due del partito e che avrebbe quindi chiesto l'autorizzazione ai giudici a Milano.
La condanna
L'ex premier è stato condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione (di cui tre condonati dall'indulto) per l'accusa di frode fiscale, in merito a irregolarità nella compravendita dei diritti tv da parte del gruppo Mediaset. L'ex presidente del consiglio, tra le conseguenze della condanna non può viaggiare fuori dall'Italia.
Il congresso a Dublino
Il Partito popolare europeo si riunisce a Dublino per l'elezione del presidente e per quella del candidato del Ppe alla presidenza della Commissione europea. Per quanto riguarda la presidenza del Ppe, il congresso voterà molto probabilmente la conferma di Joseph Daul. Già a febbraio. Berlusconi aveva detto più volte di voler partecipare al congresso in quanto numero due del partito e che avrebbe quindi chiesto l'autorizzazione ai giudici a Milano.
La condanna
L'ex premier è stato condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione (di cui tre condonati dall'indulto) per l'accusa di frode fiscale, in merito a irregolarità nella compravendita dei diritti tv da parte del gruppo Mediaset. L'ex presidente del consiglio, tra le conseguenze della condanna non può viaggiare fuori dall'Italia.