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Censis: sanità troppo cara, 12 milioni di italiani rinunciano alle cure

Quattro mesi di attesa per una mammografia, due mesi per una visita cardiologica. Chi non può far ricorso a prestazioni private rinuncia a curarsi

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Aumenta la spesa sanitaria privata degli italiani, che sale a 35,2 miliardi, e si espande l'area della 'sanità negata' con 12,2 milioni di persone che nell'ultimo anno hanno rinunciato o rinviato prestazioni sanitarie (1,2 milioni in più rispetto all'anno precedente, pari a un incremento del 10,9%). E' quanto emerge dal Rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute sulla sanità pubblica, privata e integrativa presentato oggi a Roma al 'Welfare Day 2017'. Un rapporto che fotografa una situazione in cui i Sistemi sanitari locali sono sempre più divaricati, e le opportunità di cura per i cittadini sempre più differenziate. Il Rapporto mette in evidenza come ci si trovi di fronte a un boom della spesa sanitaria privata, che porta a un gorgo di difficoltà e disuguaglianze crescenti che risucchiano milioni di persone.

Difficoltà a pagare le cure per 13 milioni di persone 
La spesa è aumentata del 4,2% in termini reali nel periodo 2013-2016 (un aumento maggiore della spesa totale delle famiglie per i consumi, pari a +3,4% nello stesso periodo) e sono 13 milioni gli italiani che nell'ultimo anno hanno sperimentato difficoltà economiche e una riduzione del tenore di vita per far fronte a spese sanitarie di tasca propria. Circa 7,8 milioni hanno dovuto utilizzare tutti i propri risparmi o indebitarsi con parenti, amici o con le banche, e 1,8 milioni sono entrati nell'area della povertà.   

Il Rapporto Censis-Rbm rileva che tra i cittadini che hanno dovuto affrontare spese sanitarie private, hanno incontrato difficoltà economiche il 74,5% delle persone a basso reddito e il 15,6% delle persone benestanti. Difficoltà per il 51,4% delle famiglie con al proprio interno una persona non autosufficiente, che hanno affrontato spese sanitarie di tasca propria. Più si invecchia, più si deve mettere mano al portafoglio per pagarsi le cure: considerando 100 la spesa sanitaria privata pro-capite degli italiani, per un anziano si arriva a 146.      

Corte dei Conti, contrazione spesa sanitaria pubblica record
La Corte dei Conti segnala un record di contrazione della spesa sanitaria pubblica italiana, con un valore pro-capite ridotto dell'1,1% all'anno in termini reali dal 2009 al 2015. Nello stesso periodo in Francia è aumentata dello 0,8% all'anno e in Germania del 2% annuo. L'incidenza rispetto al Pil della spesa sanitaria pubblica italiana è pari al 6,8%, in Francia si sale all'8,6% e in Germania si arriva al 9,4%. In sintesi - sentenzia il Rapporto - meno risorse pubbliche per la sanità rispetto al passato e rispetto agli altri Paesi.      

Quattro mesi di attesa per una mammografia
Nel pubblico liste di attesa sempre più lunghe, questa la ragione principale per cui tanti italiani vanno nel privato e pagano a tariffa intera, secondo il rapporto il Rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute presentato oggi. Per una mammografia si attendono in media 122 giorni (60 in più rispetto al 2014) e nel Mezzogiorno l'attesa arriva a 142 giorni. Per una colonscopia l'attesa media è di 93 giorni (+6 giorni rispetto al 2014), ma al Centro di giorni ce ne vogliono 109. Per una risonanza magnetica si attendono in media 80 giorni (+6 giorni rispetto al 2014), ma al Sud sono necessari 111 giorni. Per una visita cardiologica l'attesa media è di 67 giorni (+8 giorni rispetto al 2014), ma l'attesa sale a 79 giorni al Centro. Per una visita ginecologica si attendono in media 47 giorni (+8 giorni rispetto al 2014), ma ne servono 72 al Centro. Per una visita ortopedica 66 giorni (+18 giorni rispetto al 2014), con un picco di 77 giorni al Sud.

31 % degli italiani ritengono che i servizi siano peggiorati nell'ultimo anno
Il 31,8% degli italiani è convinto che nell'ultimo anno il Servizio sanitario sia peggiorato, solo il 12,5% pensa che sia migliorato e il 55,7% ritiene che sia rimasto stabile. Come giudicano gli italiani complessivamente il Servizio sanitario nazionale? Il 64,5% è soddisfatto, mentre il 35,5% è insoddisfatto. Al Sud i soddisfatti sono solo il 47,3%, mentre sono il 60,4% al Centro, salgono al 76,4% al Nord-Ovest e arrivano all'80,9% al Nord-Est. Come alternativa all'attuale sanità "iniqua" - concludono i responsabili dell'indagine - si va delineando "un modello multipilastro che deve valorizzare la coesistenza tra pubblico, privato e sanità integrativa, unica strada per tornare ad ampliare la copertura restituendo sicurezza a tutti i cittadini".

Aumentano le differenze fra Nord e Sud  
Le distanze tra le sanità regionali si ampliano, almeno per quello che riguarda quanto viene recepito dai cittadini. Il 64,5% degli italiani è soddisfatto del Servizio sanitario, mentre il 35,5% è insoddisfatto. Al Sud però i soddisfatti sono solo il 47,3%, mentre sono il 60,4% al Centro, salgono al 76,4% al Nord-Ovest e arrivano all'80,9% al Nord-Est. Il 31,8% degli italiani è convinto che nell'ultimo anno il Servizio sanitario sia peggiorato, solo il 12,5% pensa che sia migliorato e il 55,7% ritiene che sia rimasto stabile. Al Sud il 38,9% dei cittadini pensa che la sanità della propria regione sia peggiorata, il 13,3% che sia migliorata e il 47,9% che sia rimasta uguale. Al Centro il 34,2% ritiene che sia peggiorata, l'11,4% migliorata e il 54,3% rimasta uguale. Al Nord-Ovest il 25,2% la giudica peggiorata, l'11,8% migliorata, il 63% rimasta uguale. Al Nord-Est per il 26,1% è peggiorata, per il 13,1% è migliorata e per il 60,8% è rimasta uguale.
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