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POLITICA

Dopo il referendum

Crisi, Gentiloni riceve l'incarico da Mattarella

Foto da quirinale.it
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Il ministro degli Esteri uscente, Paolo Gentiloni, ha ricevuto l'incarico di formare il nuovo governo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Come da prassi, Gentiloni ha accettato con riserva. Il colloquio è durato oltre 50 minuti. "Considero un alto onore l'incarico", ha detto. Matteo Renzi ha deciso "di non accettare il reincarico e questa coerenza merita rispetto da parte di tutti", ha aggiunto Gentiloni. "Non per scelta ma per responsabilità ci muoveremo nel quadro della maggioranza esistente". "Cercherò di accompagnare e facilitare - ha affermato - il lavoro delle forze parlamentari per definire con necessaria sollecitudine" una nuova legge elettorale. "Sono consapevole dell'urgenza di dare all'Italia un governo nella pienezza dei poteri, per rassicurare i cittadini e affrontare con massimo impegno e determinazione le priorità internazionali, economiche, sociali, a iniziare dalla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto". E poi: "Tenendo presente l'urgenza, conto di riferire al presidente della Repubblica al più presto possibile".

Subito dopo, Gentiloni ha incontrato i presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini.

Forse già domani Gentiloni tornerà al Quirinale per sciogliere la riserva.

La scelta su Gentiloni era stata già criticata dalle opposizioni. "Dopo la sconfitta al referendum Renzi doveva lasciare la politica", ha twittato il deputato pentasellato Alessandro Di Battista, "invece è stato lui a indicare a Mattarella Gentiloni, il suo 'avatar', l'ennesimo politicante di professione interessato a far perdere ai cittadini la loro sovranita'". Duro il commento anche da parte del leader della Lega Matteo Salvini dalla pagina Facebook: "Incredibile. Domenica scorsa 32 milioni di italiani hanno votato per scegliere la loro Costituzione e la maggioranza ha bocciato Renzi. Oggi il Pd, Mattarella e Napolitano si inventano il quarto Premier non eletto da nessuno, la fotocopia sfigata e inutile di Renzi". Sulla stessa lunghezza d'onda Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia che anche lei attraverso la pagina Facebook attacca: "Tutto cambia perché nulla cambi. Siamo passati dal Governo del burattino delle lobby al Governo del burattino del burattino delle lobby".

Il Capo dello Stato dunque ha avvallato quanto deciso dal partito del Nazareno anche per far fronte "a scadenze" urgenti che richiedono di essere affrontate da un governo nel pieno delle sue funzioni da una legge elettorale uniforme tra Camera e Senato agli impegni internazionali in agenda ai problemi dell'economia e delle banche fino alla prosecuzione della ricostruzione post terremoto. Tutti punti di programma che richiedono un governo solido, qualunque sia la sua durata. Una solidità dietro la quale gli esponenti dem hanno letto il tentativo di dar vita a un esecutivo senza scadenza. Ma il Pd ha fretta di andare alle urne e vorrebbe avere garanzie su questo, garanzie che nessun capo dello Stato può dare. 

L'esecutivo nascerà con il compito di varare la legge elettorale, ma modificare l'Italicum potrebbe non essere l'unico scopo. Il mandato potrebbe allargarsi alla riforma della scuola, del lavoro e ad altri temi. Anche a fronte di queste considerazioni che vengono sottolineate anche all'interno del Pd l'opzione delle urne anticipate resta un rebus. 

Chiusura totale da parte di Sel-Sinistra italiana sull'ipotesi di un Renzi bis o un incarico al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. "Discontinuità è discontinuità - spiega la senatrice Loredana De Petris - quindi non solo 'no' a Matteo Renzi, ma anche a chi lo rappresenta".
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