MONDO
Intervista
Il conflitto in Ucraina? "La divisione etnica è un'idea strumentale"
Lo scrittore Andrei Kurkov, autore di "Diari ucraini" racconta Euromaidan "dal cuore della protesta". Obiettivo, smontare i cliché sulla rivoluzione e sugli ucraini
autore di "Diari ucraini" (Editore Keller). Un intellettuale che così sintetizza la propaganda anti-europea, nei giorni prima della rivoluzione: "L'intero Paese è tappezzato di poster che spiegano: in caso di integrazione nell'Ue, a tutti gli ucraini toccherà diventare 'froci' o 'lesbiche". E che con ironia scrive: "Non si sa sai, il nostro Paese potrebbe entrare nel mondo civilizzato". Così racconta di essere andato alla posta, dove si può anche comprare la vodka: "Volevo una bottiglia e appiccicare un francobollo sull'etichetta. Per poter regalare un giorno questo souvenir a qualcuno".
Perché ha scritto questo libro?
"Avevo iniziato a scriverne un altro, per spiegare quanto l'Ucraina sia diversa dalla Russia. Per esempio, gli ucraini sono individualisti, i russi no. Poi, all'inizio della rivoluzione, ho capito che non potevo scrivere un saggio. Dovevo raccontare quello che stava succedendo, ma senza una molotov in mano. Quelle le potevate leggere sui giornali. Ma non sapete come l'abbiamo vissuta nel quotidiano". Un esempio? L'effetto tragicomico delle sanzioni sui russi, che colpiscono quelli "che viaggiano in Europa. Ma sono quelli che non sostengono Putin". Così una giovane che a Parigi vuole pagare con la sua carta di credito russa, racconta Kurkov, "aveva le lacrime agli occhi. Le sanzioni statunitensi avevano colpito anche il suo istituto di credito".
Cosa resta del movimento di Euromaidan oggi?
"Si voleva far nascere partiti politici, ma non è successo. Ci sono sempre dei volontari, alcuni sono giovani. Molti sono in commissioni che collaborano col governo. Il presidente Poroshenko? Almeno lui non è corrotto. Ma la questione ora non è più sul governo ucraino. È geopolitica, e se la stanno giocando Putin e Obama".
C'è un conflitto tra russi e ucraini?
"Ma quale conflitto etnico, è un'idea strumentale. A Kiev l'80% delle persone parla russo. Io stesso sono un ucraino di madrelingua russa". Il termine russo non suscita nessun tipo di rabbia in un ucraino, né provoca occhiate cattive, scrive Kurkov. Che spiega: "Solo piccole minoranze dei madrelingua russi vorrebbero stare in Russia. E tra quelli che lo vogliono, sono solo persone imbevute della mentalità sovietica". Nel romanzo, Kurkov scrive: "Nel Donbass gli abitanti sono convinti che gli altri, cioè chi vive nell'Ucraina occidentale siano tutti fascisti. Sono stati loro a votare Janukovic. Alla gente ricorda un po' Stalin, lo Stalin 'severo ma giusto".
Com'è Kiev oggi?
"Ci sono molti rifugiati dal Donbass. Molti non parlano neanche ucraino, ci sono ragazzi che devono andare a scuola e parlano solo russo. Poi ci saranno molti problemi economici. Ora la città sta pensando di chiudere le scuole a gennaio e febbraio, i mesi più freddi, così potrà risparmiare sul riscaldamento".
Che ne pensa della tregua tra Poroshenko e Putin?
"Penso che Putin sta giocando con l'Europa. E il presidente russo fa annunci solo per compiacere voi europei. I separatisti non hanno un governo che li rappresenti. Che valore ha, quindi, questa tregua?". Quanto ai progetti dei separatisti, l'idea "è di creare un'enclave nell'Est del Paese. Ma così l'Ucraina diventa una seconda Israele, con una Gaza al suo interno".
Perché non parla dell'incendio di Odessa, dove sono morti 42 filorussi?
"È successo dopo, a maggio 2014 e il mio libro si conclude prima. E poi è avvenuto dopo una partita di calcio, i prorussi si sono barricati dentro quell'edificio, poi c'è stata la tragedia".
Che cosa dovrebbe fare l'Europa per l'Ucraina?
"In Ucraina molti pensano che l'Europa è riluttante ad annunciare sanzioni, perché creano problemi economici. La pressione diplomatica va bene, ma si dovrebbe proseguire con le sanzioni". Kurkov poi spiega: "L'Europa, che durante il Maidan ha sbandierato il suo sostegno, ora si è fatta da parte e si è ammutolita, dando la precedenza ai suoi rapporti commerciali con la Russia. Il denaro è più importante della democrazia".
Nel romanzo di Kurkov c'è l'effetto della rivoluzione sui cittadini: c'è chi compra le schede sim per usarle solo sulla piazza. E chi sogna la perestroika di Gorbacev: "Anche noi abbiamo due neologismi, come perestroika e glasnost: tituski (mercenari che lavorano con la polizia) ed Euromaidan", scrive Kurkov. C'è lo sguardo profetico: "Mosca sta facendo di tutto pur di spingerci verso una guerra". E c'è una profonda malinconia: "L'Ucraina ha come l'Italia un'innata passione per il carnevale. Solo che da noi il carnevale degenera sempre in una festa piuttosto anarchica e senza controllo".
di Emma Farnè
C'è la rivoluzione di Euromaidan raccontata dai giornalisti. Le barricate e oltre cento morti. C'è poi quella vista da chi vive a cinquecento metri da quella piazza: è il caso di Andrei Kurkov, scrittore ucraino di madrelingua russa,
Perché ha scritto questo libro?
"Avevo iniziato a scriverne un altro, per spiegare quanto l'Ucraina sia diversa dalla Russia. Per esempio, gli ucraini sono individualisti, i russi no. Poi, all'inizio della rivoluzione, ho capito che non potevo scrivere un saggio. Dovevo raccontare quello che stava succedendo, ma senza una molotov in mano. Quelle le potevate leggere sui giornali. Ma non sapete come l'abbiamo vissuta nel quotidiano". Un esempio? L'effetto tragicomico delle sanzioni sui russi, che colpiscono quelli "che viaggiano in Europa. Ma sono quelli che non sostengono Putin". Così una giovane che a Parigi vuole pagare con la sua carta di credito russa, racconta Kurkov, "aveva le lacrime agli occhi. Le sanzioni statunitensi avevano colpito anche il suo istituto di credito".
Cosa resta del movimento di Euromaidan oggi?
"Si voleva far nascere partiti politici, ma non è successo. Ci sono sempre dei volontari, alcuni sono giovani. Molti sono in commissioni che collaborano col governo. Il presidente Poroshenko? Almeno lui non è corrotto. Ma la questione ora non è più sul governo ucraino. È geopolitica, e se la stanno giocando Putin e Obama".
C'è un conflitto tra russi e ucraini?
"Ma quale conflitto etnico, è un'idea strumentale. A Kiev l'80% delle persone parla russo. Io stesso sono un ucraino di madrelingua russa". Il termine russo non suscita nessun tipo di rabbia in un ucraino, né provoca occhiate cattive, scrive Kurkov. Che spiega: "Solo piccole minoranze dei madrelingua russi vorrebbero stare in Russia. E tra quelli che lo vogliono, sono solo persone imbevute della mentalità sovietica". Nel romanzo, Kurkov scrive: "Nel Donbass gli abitanti sono convinti che gli altri, cioè chi vive nell'Ucraina occidentale siano tutti fascisti. Sono stati loro a votare Janukovic. Alla gente ricorda un po' Stalin, lo Stalin 'severo ma giusto".
Com'è Kiev oggi?
"Ci sono molti rifugiati dal Donbass. Molti non parlano neanche ucraino, ci sono ragazzi che devono andare a scuola e parlano solo russo. Poi ci saranno molti problemi economici. Ora la città sta pensando di chiudere le scuole a gennaio e febbraio, i mesi più freddi, così potrà risparmiare sul riscaldamento".
Che ne pensa della tregua tra Poroshenko e Putin?
"Penso che Putin sta giocando con l'Europa. E il presidente russo fa annunci solo per compiacere voi europei. I separatisti non hanno un governo che li rappresenti. Che valore ha, quindi, questa tregua?". Quanto ai progetti dei separatisti, l'idea "è di creare un'enclave nell'Est del Paese. Ma così l'Ucraina diventa una seconda Israele, con una Gaza al suo interno".
Perché non parla dell'incendio di Odessa, dove sono morti 42 filorussi?
"È successo dopo, a maggio 2014 e il mio libro si conclude prima. E poi è avvenuto dopo una partita di calcio, i prorussi si sono barricati dentro quell'edificio, poi c'è stata la tragedia".
Che cosa dovrebbe fare l'Europa per l'Ucraina?
"In Ucraina molti pensano che l'Europa è riluttante ad annunciare sanzioni, perché creano problemi economici. La pressione diplomatica va bene, ma si dovrebbe proseguire con le sanzioni". Kurkov poi spiega: "L'Europa, che durante il Maidan ha sbandierato il suo sostegno, ora si è fatta da parte e si è ammutolita, dando la precedenza ai suoi rapporti commerciali con la Russia. Il denaro è più importante della democrazia".
Nel romanzo di Kurkov c'è l'effetto della rivoluzione sui cittadini: c'è chi compra le schede sim per usarle solo sulla piazza. E chi sogna la perestroika di Gorbacev: "Anche noi abbiamo due neologismi, come perestroika e glasnost: tituski (mercenari che lavorano con la polizia) ed Euromaidan", scrive Kurkov. C'è lo sguardo profetico: "Mosca sta facendo di tutto pur di spingerci verso una guerra". E c'è una profonda malinconia: "L'Ucraina ha come l'Italia un'innata passione per il carnevale. Solo che da noi il carnevale degenera sempre in una festa piuttosto anarchica e senza controllo".