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ECONOMIA

La svolta

Fiat, si chiude un'epoca. L'ultima assemblea a Torino

I soci del Lingotto sono chiamati ad approvare i conti del 2013. Poi dovranno ratificare la fusione con Chrysler e il cambio di sede: la prossima riunione si terrà ad Amsterdam, in Olanda. Mai, in 115 anni di vita, la società aveva svolto riunioni dei soci fuori da Torino

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di Carlotta Macerollo Per l'Italia, per Torino e per la Fiat, che la città ha da sempre rappresentato con quella "t" finale, finisce un'epoca. Oggi, 31 marzo 2014, si svolge l'ultima assemblea torinese per l'approvazione del bilancio dell'azienda (ce ne sarà un'altra straordinaria in estate) prima di spostarsi in Olanda. Mai, in 115 anni di vita, la società aveva svolto riunioni dei soci fuori da Torino. 

L'assemblea approvare il bilancio
L'assemblea Fiat al Lingotto ha approvato un bilancio 2013, con il 99,99% di voti
favorevoli, e che già risentiva in parte significativa dei successi delle vendite Chrysler in America e Canada. Con le due prossime assemblee torinesi, quella ordinaria di oggi e quella straordinaria dell'estate, si chiude certamente un'era. 

Elkann e Marchionne soddisfatti
"Oggi per la prima volta abbiamo prospettive diverse: non dobbiamo più giocare una partita per la sopravvivenza, in fondo alla classifica, senza sapere se ci sarà un domani". E' un John Elkann soddisfatto quello che è intervenuto all'assemblea. E l'ad Sergio Marchionne ha detto: "Adesso non esistono più ostacoli alla piena integrazione di Chrysler, è il coronamento di un grande progetto industriale avviato nel 2009". Ha poi spiegato che nei tempi tecnici si terrà l'assemblea straordinaria e che l'integrazione "sarà completata entro l'anno".

Da una Fiat torinese ad una Fiat globalizzata
Con la fusione con Chrysler, la Fiat dopo 115 anni di vita e un nome tutto italiano (Fabbrica Italiana Automobili Torino) diventa Fca, acronimo di Fiat Chrysler Automobiles. La nuova società trasloca all'estero e lascia Torino, città dove l'11 luglio 1899, in una sala del palazzo residenziale dei Bricherasio, viene firmato da un gruppo di nobili e borghesi, appassionati di automobili, l'atto di nascita della società. Quando il documento viene redatto la società si chiama Fia, la "t" viene aggiunta qualche mese dopo, per il legame con Torino.

Varie sedi, ma tutte in città
La sede in questi 115 anni è cambiata più volte, ma è sempre rimasta dentro le mura di Torino. La prima, provvisoria, stabilita presso l'Ufficio dell'ingegner Marchesi, in corso Re Umberto 11, poco dopo la fondazione della società. Poi la prima vera sede nella Palazzina Liberty di corso Dante. Dal 1923 al 1939 il quartiere generale dell'azienda si sposta al Lingotto e, negli anni successivi fino al 1953, a Mirafiori. Quindi, per 43 anni nella mitica palazzina di corso Marconi: nell'ufficio all'ottavo piano Gianni Agnelli regnò per trent'anni da presidente della Fiat. Qui vennero prese decisioni su strategie aziendali, acquisizioni, vendite, bilanci, ricapitalizzazioni, matrimoni e divorzi societari. Poi nel settembre del '97 la sede ritorna al Lingotto, edificio ristrutturato dall'architetto Renzo Piano.

La fusione con Chrysler, gli effetti
Ma il cambio di sede all'interno della città non ha nulla a che vedere con il trasloco dell'azienda all'estero. Un passaggio cruciale che suggella l'integrazione con la casa di Detroit, ma anche la fine di un lungo capitolo della storia del più grande gruppo industriale italiano. La sede legale, quella che compare nei documenti della società e nei biglietti da visita, non sarà più in via Nizza 250, dove si trova il Lingotto, ma in una strada olandese. La legge olandese impone che le società con sede legale nei Paesi Bassi vi svolgano la loro riunione dei soci. Gli Agnelli hanno deciso di trasferire la sede legale dall’Italia all’Olanda perché là la legislazione consente di raddoppiare il peso delle azioni del socio di maggioranza. Dunque si può controllare la società anche con un quarto del totale delle azioni. In Italia la legge sull'Opa consente il controllo solo a chi possiede il 30 per cento dei titoli. Un risparmio dunque per il socio di maggioranza, anche in vista dell'aumento dell'azionariato dopo la quotazione a Wall Street prevista ormai per novembre.


 
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