MONDO
Alle 19.30 cerimonia alla Sorbona in omaggio a Paty
Francia. Docente decapitato, 7 persone davanti giudice antiterrorismo
Tra loro figura Brahim, il genitore dello studente che aveva lanciato la mobilitazione contro il professore, 'colpevole' di aver mostrato ai suoi studenti le vignette su Maometto
Padre allieva parlò tre volte con killer
Il terrorista che ha decapitato il docente e il padre della bambina che diffuse il video di protesta sui social - sempre secondo 'Bfmtv' - si sono contatti "tre volte per telefono e messaggini" prima dell'attentato di venerdì. Durante il fermo il genitore dell'alunna ha detto di non ricordarsi di questi scambi e di aver ricevuto tante telefonate dopo la pubblicazione del video. Assicura di non essere mai stato a conoscenza del progetto di attacco contro l'insegnante.
Le terroriste et le père qui a posté la vidéo ont échangé à trois reprises avant l'assassinat de Samuel Paty pic.twitter.com/rFFeeWiWmU
— BFMTV (@BFMTV) October 21, 2020
Paty il 12 ottobre in commissariato: "No ho commesso alcuna violazione"
"Non ho commesso nessuna violazione nell'esercizio delle mie funzioni". Questo aveva dichiarato lunedì 12 ottobre, 4 giorni prima di essere ucciso da un terrorista islamico davanti alla sua scuola, il professore Samuel Paty, convocato in commissariato dopo una denuncia depositata dal genitore di un allievo per "divulgazione di immagini pornografiche".
In quell'occasione, il professore era stato ascoltato in merito alla lezione di educazione morale e civica del 6 ottobre sul tema della libertà di espressione. "Ho proposto agli allievi di vedere o non vedere una delle caricature di Charlie Hebdo, secondo le loro sensibilità", aveva spiegato, secondo quanto appreso da France Télévisions.
In particolare gli agenti gli avevano chiesto notizie sulle voci secondo cui avrebbe chiesto agli allievi di fede musulmana di segnalarsi a uscire dalla classe. Versione fermamente contestata dall'insegnante: "Avevo proposto ai miei allievi di distogliere lo sguardo alcuni secondi se pensavano di poter restare scioccati per un motivo o per un altro". In nessun momento, ha poi aggiunto, ho detto loro: "I musulmani potete uscire perché potreste restare scioccati. Né ho chiesto loro chi fossero quelli di fede musulmana".
Samuel Paty, che i suoi colleghi descrivevano allora come molto colpito dalle polemiche, aveva precisato inoltre un dettaglio poi confermato dall'inchiesta giudiziaria: l'alunna che si era lamentata dell'atteggiamento del professore non era presente alla lezione. In effetti aveva parlato di una lezione del 5, quando in realtà si era svolta il 6. E quel giorno, spiegava Paty, era stata assente. A questo punto il professore aveva pensato ad un'invenzione costruita raccogliendo voci. Si trattava di una dichiarazione falsa fatta "allo scopo di nuocere all'immagine del professore che rappresento, della scuola e dell'istituzione". Di qui la risposta, la denuncia per "diffamazione pubblica" in merito al video divulgato in rete dal padre dell'alunna. La preside della scuola, che aveva accompagnato il professore, era stata a sua volta ascoltata dagli agenti, aveva sostenuto il professore e descritto un'atmosfera molto negativa attorno alla scuola, citando in particolare chiamate minacciose.
Cerimonia alla Sorbona e 'marcia bianca' in omaggio a Paty
Questa sera alle 19.30 sarà organizzato nel cortile della Sorbona l'omaggio nazionale annunciato dall'Eliseo in memoria di Samuel Paty. Una "marcia bianca", sempre nella giornata di oggi ma a partire dalle 18.30, è stata organizzata a Conflans-Sainte-Honorine, a partire dallalscuola Le Bois d'Aulne, dove insegnava Paty.
🔴 Hommage national à Samuel Paty
— BFMTV (@BFMTV) October 21, 2020
▶ 17h, édition spéciale
▶ 19h30, cérémonie en direct pic.twitter.com/wT5nSndZxZ
L'ambasciata francese a Roma omaggia Paty
Le bandiere dell'ambasciata francese a Roma, a Palazzo Farnese, sono state messe a mezz'asta in omaggio a Samuel Paty, l'insegnante di storia e geografia decapitato venerdì a Conflans Sainte Honorine, "perché insegnava ai suoi alunni la libertà di espressione, la libertà di credere e di non credere, perché insegnava loro a diventare dei cittadini". Lo ha dichiarato l'ambasciatore Christian Masset, durante l'omaggio reso al professore ucciso davanti al personale dell'ambasciata e dell'Ecole francaise de Rome e i rappresentanti della comunià' francese, riuniti nel cortile di Palazzo Farnese "per un momento di raccoglimento e per mobilitarci". Presenti anche Celine Jurgensen, ambasciatrice francese presso la Fao, e Elisabeth Beton-Delegue, ambasciatrice francese presso la Santa Sede.