MONDO
"Gli Stati Uniti saranno vigili e incessanti nel loro lavoro"
Giornalista Usa decapitato. Obama: "Faremo giustizia"
Così il presidente americano in una breve dichiarazione alla stampa dopo la conferma, da parte dell'intelligence, che il video della decapitazione del reporter James Foley è autentico. Ban Ki-moon: l'omicidio di Foley è stato un crimine abominevole
Washington (Usa)
"James Foley aveva 40 anni. Era figlio di chi ha lavorato tantissimo per la sua liberazione. Il nostro cuore è infranto per questa perdita". Inizia così il discorso da Martha's Vineyard del presidente americano Obama dopo la conferma dell'autencità del video della decapitazione del giornalista americano James Foley. Obama non risparmia le parole di dolore e commozione per la morte del giornalista barbaramente ucciso da un miliziano sunnita dell'Isis, e poi tuona: "Non c’è nessuna definizione di comportamento civile in loro. Alla fine - dice Obama - loro falliscono. Quando viene fatto del male a degli americani ovunque nel mondo, noi facciamo ciò che è necessario per far sì che venga fatta giustizia".
"Il futuro - aggiunge il presidente - è definito dalle persone che costruiscono come ha fatto Foley. E gli Stati Uniti saranno "vigili e incessanti nel loro lavoro". Lo Stato islamico, accusa, "sta tentando di compiere un genocidio" in Iraq. Si tratta di un "cancro" e ha assicurato che gli Stati Uniti faranno "tutto il possibile" per "estirparlo e non farlo diffondere".
Gli Stati Uniti - afferma ancora - si schierano a fianco della gente irachena contro l'Isis e per espellere i suoi militanti. Per Obama gruppi terroristici così "non hanno un posto nel 21esimo secolo. Continueremo a scontrarci contro questo terrorismo. Foley ha vissuto il proprio lavoro - conclude l'inquilino della Casa Bianca - oggi il popolo americano è a fianco di coloro che amavano James".
La portavoce del dipartimento di Stato Usa, Marie Harf, in serata non ha escluso che Washington possa compiere operazioni militari in Siria per portare davanti alla giustizia i responsabili dell'uccisione del giornalista statunitense James Foley. Gli Stati Uniti - ha detto - "si riservano il diritto di considerare responsabili le persone quando fanno del male agli americani". "Quanto alla forma che questo prenderà andando avanti - ha concluso - quelle discussioni sono in corso".
L'omicidio di James Foley - ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon - è "un crimine abominevole". In una nota il numero uno delle Nazioni unite ha condananto "il terribile omicidio" nella maniera più forte possibile. Poi ha aggiunto: "La campagna di terrore dello Stato islamico continua contro gli iracheni e i siriani".
"Il futuro - aggiunge il presidente - è definito dalle persone che costruiscono come ha fatto Foley. E gli Stati Uniti saranno "vigili e incessanti nel loro lavoro". Lo Stato islamico, accusa, "sta tentando di compiere un genocidio" in Iraq. Si tratta di un "cancro" e ha assicurato che gli Stati Uniti faranno "tutto il possibile" per "estirparlo e non farlo diffondere".
Gli Stati Uniti - afferma ancora - si schierano a fianco della gente irachena contro l'Isis e per espellere i suoi militanti. Per Obama gruppi terroristici così "non hanno un posto nel 21esimo secolo. Continueremo a scontrarci contro questo terrorismo. Foley ha vissuto il proprio lavoro - conclude l'inquilino della Casa Bianca - oggi il popolo americano è a fianco di coloro che amavano James".
La portavoce del dipartimento di Stato Usa, Marie Harf, in serata non ha escluso che Washington possa compiere operazioni militari in Siria per portare davanti alla giustizia i responsabili dell'uccisione del giornalista statunitense James Foley. Gli Stati Uniti - ha detto - "si riservano il diritto di considerare responsabili le persone quando fanno del male agli americani". "Quanto alla forma che questo prenderà andando avanti - ha concluso - quelle discussioni sono in corso".
L'omicidio di James Foley - ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon - è "un crimine abominevole". In una nota il numero uno delle Nazioni unite ha condananto "il terribile omicidio" nella maniera più forte possibile. Poi ha aggiunto: "La campagna di terrore dello Stato islamico continua contro gli iracheni e i siriani".