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POLITICA

Conte pensa a 'fase 2' allargando il perimetro della coalizione

Governo, lavori in corso. E oggi centrodestra al Colle. Meloni: "Senza numeri si deve votare"

L'agenda di Sergio Mattarella comincia a riempirsi degli appuntamenti che scandiranno le fasi della verifica della  tenuta, e della consistenza, della nuova maggioranza uscita sì vincente dalla doppia prova della fiducia ma con numeri al limite dell'agibilità nel quotidiano della  vita parlamentare

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Ieri il presidente del Consiglio, oggi i leader del centrodestra: Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani. L'agenda di Sergio Mattarella comincia a riempirsi degli appuntamenti che scandiranno le fasi della verifica della  tenuta, e della consistenza, della nuova maggioranza uscita sì vincente dalla doppia prova della fiducia ma con numeri al limite dell'agibilità nel quotidiano della  vita parlamentare. Breve e "interlocutorio" il colloquio di ieri con Giuseppe Conte, oggi tocca alle doglianze dell'opposizione. Dove, peraltro, le 'clamorose' fuoriuscite da FI a tutto  vantaggio di Conte non rasserenano il clima, alimentando il sospetto di una politica 'dei due forni' da parte di Silvio Berlusconi.

Il Presidente della Repubblica mette al centro di ogni riflessione il Paese e i problemi dei cittadini in una fase di crisi sanitaria ed economica. Nei due incontri di una settimana fa  con il presidente del Consiglio, subito prima e subito dopo lo 'strappo' di Matteo Renzi, Mattarella aveva chiesto di "uscire velocemente dall'incertezza" e tutto fa pensare che  anche ieri un occhio al calendario sia stato dato, mentre Bruxelles attende il piano italiano per il Next generation Ue. Preso atto del riserbo che ha circondato l'incontro di ieri, resta  da valutarne la brevità, probabile indicatore del fatto che dal Capo dello Stato non siano arrivati suggerimenti, nel rispetto del suo ruolo di arbitro, pur senza nascondere la sua preoccupazione di fondo.

Ha ascoltato, Mattarella, quel che Conte aveva da dire, ha preso atto del voto che assicura una maggioranza numerica tale da non fare cadere il governo, ma certo non gli sfugge  la fragilità di questa maggioranza, che deve superare sfide storiche e ha dunque bisogno di numeri ampi, riempiti di significato da un sostegno convinto dei partiti e non limitato ad  arrivi 'spot'. E qui, Conte ha riferito anche dell'esito del vertice di maggioranza, e dunque della volontà di dare vita a un nuovo gruppo parlamentare, proprio per superare le  difficoltà alle Camere. Ed eccoci a Montecitorio, allora, dove prosegue lo 'scouting' affidato a un politico di lungo corso come Bruno Tabacci, che avrebbe raccolto già 13 adesioni. Anzi - in una intervista questa mattina ad "Agorà" - il Presidente del Centro Democratico parla di "superare i 20 e fare un gruppo normale all’interno della dialettica parlamentare". E aggiunge di non aver mai fatto mistero "che guardiamo anche all'impegno diretto di Conte, alla possibilità di presentarsi alle elezioni, che è la cosa più diretta, quando saranno". Dunque, mentre come dicevamo a Montecitorio prosegue lo 'scouting', al Senato sono in tanti a muoversi per arrivare ad un gruppo nuovo che possa tenere botta nelle commissioni. 

Meloni: "Governo si regge sui voltagabbana, senza numeri si deve votare"
Con un solo voto di margine al Senato - 157 a 156 - "in un mondo normale", il governo dovrebbe dare la dimissioni. Giorgia Meloni lo dichiara in un'intervista al "Corriere della  Sera". "Sto dicendo che è irresponsabile andare avanti con un governo che sta in piedi grazie al voto di voltagabbana attratti da promesse e prebende di ogni tipo, echeggiate  perfino nel discorso di Conte in aula - aggiunge il presidente di Fdi, rispondendo alla domanda se siamo davanti a un esecutivo 'illeggittimo' - abbiamo assistito a un mercimonio,  tra le righe si leggevano nomi e cognomi di quelli a cui chiedeva aiuto in cambio di qualche rassicurazione. Un assoluto scandalo, che danneggia anche l'immagine del Paese". 

L'opposizione al governo sarà dura ma, assicura Meloni, "non faremo il male degli italiani, mai. Ma faremo tutto il possibile per avere un governo all'altezza del momento. È nostro compito di opposizione dimostrare che questo esecutivo non ha i numeri: non hanno la maggioranza in 10 commissioni su 14. Con tutte le conseguenze che ne discendono. Il Parlamento già da due mesi è bloccato per questa crisi che hanno aperto loro: fa poco e male, è quasi immobile. D'ora in poi sarà ancora peggio, e non possiamo permettercelo".

Si aspetta che Mattarella possa sciogliere anticipatamente le Camere, anche se il governo ha ottenuto la maggioranza? "E perché no? Non io, ma un costituzionalista come Mortati ha interpretato l'articolo 81 della Carta come la facoltà del capo dello Stato di sciogliere le Camere quando dovesse ravvisare che c'è troppa distanza, c'è discrasia, tra il Paese e il Palazzo. Ed è praticamente la fotografia di questo momento. Io le elezioni le chiedevo anche quando avevo solo il 3%, perché penso che in momenti difficili per il Paese, in cui vanno prese decisioni, serve un governo forte nei numeri e nel mandato popolare".

Salvini: "Parola passi a italiani"
"Parlamentari in vendita, Var in Senato, governi minestrone, alleanze solo per la poltrona. Basta, fiducia negli italiani, la parola passi a loro!". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

Mulè: "Abusivo premier che non ha maggioranza assoluta"
"La posizione di Fi è che è abusivo un premier che non ha una maggioranza assoluta. Il presidente della Repubblica ne è ben consapevole e deve vigilare perchè non si realizzi questo suk - ha aggiunto -. Conte non ha i numeri in Parlamento, dateci una maggioranza in Senato, non 154 voti con 3 senatori a vita e ne avremo rispetto, viceversa si torni al voto". Così il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè.
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