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MONDO

Durante il viaggio apostolico di Papa Francesco

Castro torna a chiedere la restituzione di Guantanamo e spera in Obama

"Il territorio che occupa la base navale di Guantanamo deve essere restituito a Cuba e altre questioni devono essere risolte" ha detto il presidente cubano accogliendo il Pontefice all'aeroporto

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Embargo e Guantanamo. Raul Castro non poteva non tornare sulle questioni ancora irrisolte dell'avviato disgelo con gli Stati Uniti. Durante il discorso di benvenuto al Pontefice, che lo stesso Castro ha salutato come l'artefice dell'avvicinamento, ha sottolineato che il territorio occupato dalla base navale di Guantanamo deve essere restituito a Cuba. 

La storia della base americana di Guantanamo è una storia particolare. È stata concessa dalla Repubblica cubana agli stati uniti nel 1903 ma a condizioni molto particolari, cioè che rimanesse di proprietà del demanio cubano. Gli Stati Uniti però possono utilizzarla, come è scritto espressamente nella clausola del trattato.

Dalla base gli Stati uniti hanno sempre coordinato gli interventi e le politiche non solo nei Caraibi ma anche nell’America Centrale e Meridionale, durante la guerra fredda. Dopo la rivoluzione castrista a Cuba è dalla base di Guantanamo che si sono intrecciate tutte le possibili trame e si sono gestite le crisi, come quella dei missili durante la presidenza Kennedy. Poi, con l'era Bush, dopo l’attentato alle Torri gemelle, Guantanamo è diventata il simbolo della lotta globale al terrorismo, il posto dove venivano rinchiusi i prigionieri ritenuti collusi con Al Qaeda. 

Obama sin dalla sua elezione nel 2008 ha promesso la chiusura del discusso carcere. Il presidente a fine agosto avrebbe addirittura valutato l'opzione di un ordine esecutivo per aggirare l'opposizione del Congresso. Il penitenziario sarebbe dunque "nelle fasi finali.

Il numero dei prigionieri è già sceso a 116 (nel 2003 ve ne erano stati fino a 684), di cui 52 yemeniti che potrebbero essere presto trasferiti se si troverà un Paese terzo disposto ad accoglierli. A quel punto il numero dei prigionieri rimasti nella base diventerebbe inferiore a 80, la soglia sotto cui non è più vantaggioso da un punto di vista economico mantenere la prigione.
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