ECONOMIA
Operazione da concludere entro il 2016
Province, il ministro Madia alle Regioni: ricollochino il personale o lo farà lo Stato
Il ministro della Pubblica amministrazione ha chiesto ai territori di ricorrere a norme regionali come previsto dalla legge Delrio. In caso contrario, "lo Stato ha tutte le risorse necessarie per ricollocare i 20mila lavoratori"
"Abbiamo un'apertura di credito nei confronti dei territori - ha affermato - ma se non fanno bene il loro lavoro, in ultima istanza, sappiamo che abbiamo le risorse e gli strumenti per ricollocare noi, dallo Stato, le persone". "Non è giusto usare la parola tesoretto, che è abusata, ma abbiamo le risorse e anche gli strumenti", ha spiegato la Madia facendo sapere che "abbiamo anche aperto il portale" per gestire la mobilità.
Il Ministro ha precisato che "l'orizzonte che ci siamo dati per completare il percorso è la fine del 2016". E per questo "per garantire queste persone, nella legge di stabilità, abbiamo bloccato tutte le assunzioni, bloccando risorse, che quindi ci sono, per ricollocare il personale in mobilità. Stiamo dicendo alle Regioni - ha concluso - sbrigatevi a fare le leggi regionali".
Nei giorni scorsi, era stato il responsabile Settori Pubblici della Cgil, Michele Gentile, a lanciare l'allarme, sugli stipendi a rischio dal mese di giugno e sui ritardi nel ricollocamento degli esuberi. "C'è il forte rischio che da giugno i dipendenti delle province non prendano più lo stipendio - aveva denunciato - visti i tagli della legge di Stabilità e i ritardi, lo stallo, nel ricollocare gli esuberi derivanti dalla legge Delrio".
Ma il Ministro per la PA aveva definito questo allarme "infondato". E nelle ore successive era arrivata anche la risposta del sottosegretario agli Affari Regionali, Gianclaudio Bressa: "Lanciare allarmi come fa la Cgil non solo è sbagliato ma è anche irresponsabile soprattutto nei confronti dei dipendenti, che sono e saranno garantiti nei loro diritti". Riguardo alla gestione degli esuberi, aveva aggiunto: "Le Regioni stanno facendo la loro parte. Si sta realizzando la più grande riforma della pubblica amministrazione della storia della Repubblica". Si tratta, aveva sottolineato, di "un processo complesso che ha bisogno di tempo". Tempo che scadrà alla fine del 2016.