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MONDO

Arrivati primi aiuti dall'Italia

Iraq, curdi riconquistano diga di Mosul. Obama autorizza raid: "In mano all'Isis era una minaccia"

Caccia e droni americani a sostegno delle forze dei Peshmerga che hanno ripreso il controllo della diga e di altre tre città. La Casa Bianca: "Volevano inondare le zone non sotto il loro controllo". Ong denuncia massacri dei jihadisti anche in Siria

Diga di Mosul (AP Photo/Khalid Mohammed)
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Il presidente Barack Obama "ha autorizzato i continui raid aerei in Iraq vicino alla diga di Mosul per aiutare i peshmerga curdi a strapparla al controllo dei jihadisti sunniti dello Stato Islamico: pensavano di usarla come arma per inondare le zone non sotto il loro controllo". La conferma dei raid sulla diga strategica arriva direttamente dalla Casa Bianca. In una lettera inviata ai presidenti della Camera e a quello "pro tempore" del Senato il presidente Obama spiega che l'intervento ha l'obiettivo di proteggere i civili e l'ambasciata: "l'apertura incontrollata delle paratoie della diga avrebbe minacciato non solo i civili iracheni ma anche l'ambasciata Usa a Baghdad". I raid da lui autorizzati hanno una "natura limitata agli sforzi delle truppe irachene a riconquistare questa determinante infrastruttura".
Obama sta tornando alla Casa Bianca in queste ore per un incontro fuori programma con il vice Joe Biden, interrompendo a sorpresa le due settimane di vacanza a Martha's Vineyard.

Curdi riconquistano la diga di Mosul 
L'annuncio della riconquista della diga è arrivato dalle forze curde dei Peshmerga. Appoggiati dall'offensiva dei caccia americani hanno ripreso il controllo della diga sul Tigri, la più grande dell'Iraq, 60 chilometri a nord di Mosul, che fornisce acqua ed elettricità alla piana di Ninive. L'impianto era caduto il 7 agosto scorso nelle mani dei jihadisti. Riconquistate anche tre città ad est.
In appoggio alla controffensiva curda, caccia e droni americani hanno condotto 14 nuovi raid contro le postazioni dello Stato Islamico che si sono aggiunti ai nove già effettuati nei giorni scorsi.

Cameron, impedire nascita di uno "stato terrorista"
Da parte del Regno Unito invece, David Cameron ha ribadito che il suo Stato è chiamato a impedire la nascita di "uno Stato terrorista sulle rive del Mediterraneo". Il premier britannico promette poi di "agire" contro i sostenitori del Califfato, sia dentro che fuori dal Regno Unito. "Se non lo facciamo", spiega, "questo movimento terrorista molto pericoloso crescerà e colpirà nelle nostre strade".

Continua offensiva dell'Isis
Le violenze dei miliziani dello Stato Islamico si allargano oltre il confine dell'Iraq e arrivano nei territori contigui nel nord della Siria, facenti parte del loro autoproclamato Califfato islamico.
L'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, Ondus, ha denunciato il rapimento da parte dei jihadisti di 150 membri del clan tribale degli Shaitat, nella provincia nord-orientale di Dayr az Zor. L'Ong aveva già denunciato un massacro di 700 uomini della stessa tribù nelle ultime settimane.

Primi voli con aiuti umanitari dall'Italia 
Ad Erbil, nel nord dell'Iraq, sono arrivati i primi due voli umanitari, di sei totali, della missione italiana con aiuti per la popolazione. L'operazione, annunciata dal Ministro degli Affari Esteri, Federica Mogherini, e dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, è stata coordinata dai due Ministeri e prevede il trasporto di 50 tonnellate di acqua e cibo, 200 tende da campo e 400 sacchi a pelo. 

Armi, l'iter parlamentare
Le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato sono state convocate per il 20 agosto, poi la procedura prevede che separatamente votino una risoluzione che dà il via libera politico, ultima tappa l'aula. Il viceministro Lapo Pistelli ha comunque assicurato che nonostante la necessità di un passaggio parlamentare "le armi non arriveranno comunque tardi".
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