MONDO
Continuano i raid Usa
Iraq, Obama: no a truppe di terra. Giornalista curda uccisa dallo Stato Islamico
Bombardate le postazioni di artiglieria dei jihadisti nei pressi di Erbil. Lancio di aiuti ai profughi del Sinjar. Nuovo tweet di Papa Francesco a supporto dei cristiani costretti a fuggire dall'avanzata dell'ISIS
E' morta così Deniz Firat, la giornalista curda dell'agenzia stampa Firat: si trovava vicino alla città di Makhmour, dove vivono molte famiglie dei membri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), a circa 280 chilometri a nord di Baghdad, era nel mezzo dei combattimenti per raccontare dal fronte che cosa stesse succedendo. Ed è rimasta uccisa da un colpo di mortaio dello Stato Islamico. L'agenzia la descrive come la corrispondente principale dalla zona, appassionata e instancabile. Intanto, per la seconda notte consecutiva, gli aerei militari hanno solcato i cieli iracheni. Raid e lancio di aiuti.
L'appello: Yazidi, "Uno o due giorni per salvarli, poi moriranno"
Restano "uno o due" giorni di tempo per salvare gli yazidi iracheni in fuga dalle persecuzioni dello Stato islamico. Trascorso questo tempo, la minoranza religiosa irachena intrappolata nell'area montagnosa di Sinjar non avrà scampo e sarà giustiziata dalla fame e dai miliziani islamisti. così la parlamentare irachena Yazidi, Vian Dakhil.
Usa: raid e aiuti umanitari
Prosegue l'operazione militare autorizzata da Obama per contrastare lo Stato islamico che sta avanzando nel nord mettendo in fuga migliaia di civili, cristiani, prima di tutto. La posizione di Washington è stata ribadita dal vicepresidente americano Joe Biden in una telefonata con il neo eletto presidente dell'Iraq, il curdo Fouad Masum: lo Stato islamico è una minaccia per tutti gli iracheni e l'amministrazione Usa è impegnata ad assistere e proteggere i civili.
E infatti dal cielo piovono anche aiuti per le migliaia di profughi intrappolati nelle montagne del Sinjar: come ha spiegato il portavoce del Pentagono sono stati lanciati 28 mila pasti e 1500 litri di acqua.
Obama: no a truppe di terra
Sulle pagine nel New York Times il presidente americano Barack Obama insiste su fatto che non invierà truppe di terra in Iraq e che la strategia militare punta a contenere - e non a distruggere - lo Stato islamico che ora controlla il nord del Paese. Si può mettere fine al califfato - sottolinea nella conversazione con Thomas Friedman - solo se sul terreno "c'è un partner in grado di colmare un vuoto". Un chiaro riferimento alla classe politica irachena, incapace di controllare il Paese e di fermare l'avanzata di ISIS:
Tweet del Papa: "Sono privati di tutto"
Papa Francesco torna a twittare per ricordare il dramma dei cristiani in Iraq. La Santa Sede, sottolinea a Radio Vaticana padre Federico Lombardi, "cerca di sostenere questo clima di preghiera, di mobilitazione spirituale e di solidarietà". Intanto il Papa ha anche nominato un inviato personale a Baghdad.
L'avanzata dell'ISIS
La campagna di terrore non si ferma, contro cristiani e Yazidi, oltre che contro i civili. Secondo le Nazioni Unite gli sfollati e i profughi hanno superato quota 500 mila da giugno, un milione in totale. A giugno le forze dell'ISIS hanno preso Mosul e controllano gran parte delle regioni del nord e dell'ovest. Il governo iracheno è riuscito finora a tenere testa agli jihadisti difendendo le zone a maggioranza sciita mentre nel nord la primaria linea di difesa è quella dei curdi.
Colpita al cuore da una scheggia.
L'appello: Yazidi, "Uno o due giorni per salvarli, poi moriranno"
Restano "uno o due" giorni di tempo per salvare gli yazidi iracheni in fuga dalle persecuzioni dello Stato islamico. Trascorso questo tempo, la minoranza religiosa irachena intrappolata nell'area montagnosa di Sinjar non avrà scampo e sarà giustiziata dalla fame e dai miliziani islamisti. così la parlamentare irachena Yazidi, Vian Dakhil.
Usa: raid e aiuti umanitari
Prosegue l'operazione militare autorizzata da Obama per contrastare lo Stato islamico che sta avanzando nel nord mettendo in fuga migliaia di civili, cristiani, prima di tutto. La posizione di Washington è stata ribadita dal vicepresidente americano Joe Biden in una telefonata con il neo eletto presidente dell'Iraq, il curdo Fouad Masum: lo Stato islamico è una minaccia per tutti gli iracheni e l'amministrazione Usa è impegnata ad assistere e proteggere i civili.
E infatti dal cielo piovono anche aiuti per le migliaia di profughi intrappolati nelle montagne del Sinjar: come ha spiegato il portavoce del Pentagono sono stati lanciati 28 mila pasti e 1500 litri di acqua.
Obama: no a truppe di terra
Sulle pagine nel New York Times il presidente americano Barack Obama insiste su fatto che non invierà truppe di terra in Iraq e che la strategia militare punta a contenere - e non a distruggere - lo Stato islamico che ora controlla il nord del Paese. Si può mettere fine al califfato - sottolinea nella conversazione con Thomas Friedman - solo se sul terreno "c'è un partner in grado di colmare un vuoto". Un chiaro riferimento alla classe politica irachena, incapace di controllare il Paese e di fermare l'avanzata di ISIS:
Tweet del Papa: "Sono privati di tutto"
Papa Francesco torna a twittare per ricordare il dramma dei cristiani in Iraq. La Santa Sede, sottolinea a Radio Vaticana padre Federico Lombardi, "cerca di sostenere questo clima di preghiera, di mobilitazione spirituale e di solidarietà". Intanto il Papa ha anche nominato un inviato personale a Baghdad.
Chiedo a tutte le parrocchie e comunità cattoliche di dedicare una preghiera speciale in questo fine settimana ai cristiani iracheni.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) August 9, 2014
L'avanzata dell'ISIS
La campagna di terrore non si ferma, contro cristiani e Yazidi, oltre che contro i civili. Secondo le Nazioni Unite gli sfollati e i profughi hanno superato quota 500 mila da giugno, un milione in totale. A giugno le forze dell'ISIS hanno preso Mosul e controllano gran parte delle regioni del nord e dell'ovest. Il governo iracheno è riuscito finora a tenere testa agli jihadisti difendendo le zone a maggioranza sciita mentre nel nord la primaria linea di difesa è quella dei curdi.