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MONDO

Sospesi voli commerciali sul territorio

Iraq, raid americani su postazioni dell'Is: "Limitati negli obiettivi"

Il portavoce del Pentagono John Kirby ha detto che sono state bombardate le postazioni di artiglieria dei jihadisti nei pressi di Erbil. Lo scopo è "proteggere il personale Usa". Tra giovedì e venerdì era arrivato l'annuncio del presidente Obama di raid aerei mirati

Iraq (Ansa)
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Iraq Gli Stati Uniti continuano i raid aerei in Iraq: obiettivo, le posizioni di artiglieria dell'Is nel Nord del paese, ma soprattutto proteggere il personale statunitense nella zona. E dall'Isis arrivano le minacce all'America: in un video pubblicato su Vice Media, un portavoce, Abu Musa, dice: "Non siate vigliacchi, attaccandoci con i droni. Mandate i vostri soldati invece, quelli che abbiamo umiliato in Iraq. Lo faremo ovunque e alzeremo la bandiera di Allah sulla Casa Bianca", dice ancora Abu Mosa nel video. In Iraq sono due le ondate di raid: la seconda è avvenuta nella serata di venerdì, quando nel Paese è notte fonda. A darne notizia, il network americano Cnbc, notizia che poi il Pentagono ha confermato:




Tuttavia, la Casa Bianca non ha intenzione di essere trascinata in una nuova guerra. Già ieri il portavoce del Pentagono aveva riferito del bombardamento sulla zona vicino a Erbil: "Gli Stati Uniti continueranno ad agire contro i militanti dell'Is ogni volta che il personale e gli impianti americani saranno minacciati", queste le parole John Kirby. E oggi, il portavoce della Casa Bianca ha ribadito: "L'autorizzazione del presidente Obama per i raid aerei è molto limitata negli scopi". Comunque, assicura la Casa Bianca, non ci sarà il dispiegamento di truppe americane sul suolo. Sulla durata, niente è certo: "Dipende dalla situazione della sicurezza sul posto", fa sapere Washington.




Nella notte tra giovedì e venerdì era arrivato l’ok del Presidente Obama ad eventuali raid aerei per aiutare le minoranze religiose prese di mira dai miliziani dell’Is e per prevenire "un genocidio". In precedenza fonti curde e i media americani avevano dichiarato che i raid erano già iniziati.




La situazione nel nord del paese
Intanto l'Isis annuncia che l'offensiva non si fermerà, le milizie - rendono noto fonti del governo autonomi curdo - si sono impadronite della diga di Mosul, la più grande del paese, che regola l'approvvigionamento di acqua ed elettricità in una vasta zona mentre l'aviazione irachena ha compiuto nuovi raid nelle province di Salahuddin e Ninive uccidendo più di 550 miliziani dello Stato islamico. Sono almeno 150, i morti tra i peshmerga, i combattenti curdi. È questo lo scenario nel nord dell'Iraq dove migliaia di cristiani sono in fuga verso il Kurdistan, costretti ad abbandonare le loro case. "Le forze aeree irachene, in coordinamento con l'intelligence militare, hanno effettuato raid nel villaggio sunnita di Mahmoudiyah e nella città di Qayyarah, dove erano in corso raduni miliziani dello Stato islamico" ha reso noto l'intelligence militare di Baghdad. 

Mogherini, sosteniamo intervento di Obama
"Dobbiamo proteggere i civili iracheni e in particolare cristiani e yazidi perseguitati da Isis", ha dichiarato il Ministro degli Esteri Federica Mogherini, "e sostenere lo sforzo delle milizie curde Peshmerga per fermare l'avanzata di Isis". Per questo l'Italia condivide "la scelta del presidente americano Barack Obama di intervenire".

Onu prepara corridoio umanitario
Le Nazioni Unite stanno lavorando per aprire un corridoio umanitario nel nord dell'Iraq, che permetta ai civili di fuggire. "Ora che è cominciato il lancio di aiuti degli aerei cargo americani l'Onu sta preparando un corridoio umanitario in Iraq per permettere a coloro che hanno bisogno di fuggire di lasciare le zone sotto la minaccia dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis)", ha annunciato in un comunicato l'inviato Onu nel Paese, Nickolay Mladenov.

Sospeso il sorvolo dell'Iraq
Intanto, la britannica British Airways ha sospeso il sorvolo dei cieli iracheni per l'acuirsi del conflitto. Anche gli aerei passeggeri statunitensi non potranno sorvolare in transito l'Iraq. Lo ha deciso la Federal Aviation Administration (Faa) vietando di passare sopra il Paese per la "situazione potenzialmente rischiosa" creata dal deteriorarsi delle condizioni di sicurezza a causa del "conflitto armato" in corso.
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