MONDO
La crisi nel Nord del paese
Iraq, Stati Uniti bombardano postazioni Isis. Raid aerei iracheni: uccisi più di 500 jihadisti
Il presidente americano autorizza bombardamenti mirati a lancia un'operazione umanitaria per portare rifornimenti ai profughi. L'Isis annuncia che l'offensiva non si fermerà, l'intelligence di Baghdad: "Nei raid aerei uccisi oltre 550 miliziani". Onu lancia appello internazionale per il sostegno del governo iracheno
Nella notte era arrivato l’ok del Presidente Obama ad eventuali raid aerei per aiutare le minoranze religiose prese di mira dai miliziani dell’Isis. Ma "non permetteremo che gli Usa siano trascinati in un’altra guerra in Iraq". In precedenza fonti curde e i media americani avevano dichiarato che i raid erano già iniziati.
Intanto l'Isis annuncia che l'offensiva non si fermerà, le milizie - rendono noto fonti del governo autonomi curdo - si sono impadronite della diga di Mosul, la più grande del paese, che regola l'approvvigionamento di acqua ed elettricità in una vasta zona; l'aviazione irachena ha compiuto nuovi raid nelle province di Salahuddin e Ninive uccidendo più di 550 miliziani dello Stato islamico. È questo lo scenario nel Nord dell'Iraq dove migliaia di cristiani sono in fuga verso il Kurdistan, costretti ad abbandonare le loro case.
"Le Forze aeree irachene, in coordinamento con l'intelligence militare, hanno
effettuato raid nel villaggio sunnita di Mahmoudiyah e nella città di Qayyarah, dove erano in corso raduni miliziani dello Stato islamico" dichiara l'intelligence militare di Baghdad.
Obama autorizza raid
L'aviazione Usa effettuerà raid mirati contro i miliziani dell'Isis (Stato islamico) nel nord dell'Iraq. "Oggi ho autorizzato due operazioni in Iraq: attacchi aerei mirati per proteggere il personale americano, e uno sforzo umanitario per contribuire a salvare migliaia di civili iracheni che sono intrappolati, senza cibo né acqua e di fronte ad una morte quasi certa" la dichiarazione del presidente Obama, in un discorso in diretta tv, arriva o al termine di un lungo confronto con il team per la sicurezza nazionale, e soltanto dopo che gli aerei statunitensi (un C-17 e due C-130 scortati da due caccia F/A-18) che avevano portato aiuto alle popolazioni in difficoltà avevano lasciato la zona d'azione nell'Iraq settentrionale. "Non potevamo chiudere gli occhi", ha proseguito, precisando che i caccia americani entreranno in azione "se necessario e i bombardamenti saranno mirati". "Come comandante in capo non permetterò che gli Stati Uniti siano trascinati in un'altra guerra in Iraq".
Il Consiglio di sicurezza Onu
Intanto il Consiglio di sicurezza dell’Onu, riunitosi in emergenza su richiesta della Francia, in una dichiarazione approvata all’unanimità ha lanciato un appello alla comunità internazionale perché sostenga il governo iracheno, condannando le violenze dell’Isis e quella che viene definita una vera e propria “persecuzione” delle minoranze religiose. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki moon si è detto sconvolto dalle notizie che arrivano dall’Iraq e invita tutti ad intervenire per aiutare Baghdad.
Appello del Papa
Il Papa ha lanciato un appello per fermare il "dramma umanitario" in corso. "Porre fine al dramma umanitario in atto e perché si adoperi a proteggere i minacciati dalla violenza e assicurare aiuti agli sfollati”. Appello anche alla “coscienza di tutti” e alla preghiera di tutti i cristiani e le Chiese. L’escalation delle violenze nel Paese ha fatto muovere anche la comunità internazionale.