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MONDO

Identificato il boia

Isis, Jihadi John ha un nome. Emergenza cristiani, rapiti almeno 220 ostaggi

Proveniente da buona famiglia, laureato in informatica, si sarebbe unito all'Isis nel 2012. Scotland Yard sulle sue tracce da tempo. Uccisi almeno 15 cristiani tra gli ostaggi al confine nord est con l'Iraq. Gentiloni: "Genocidio inaccettabile"

Il boia Jihadi John
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Nel giorno in cui l'identità di Jihadi John sembra svelata, l'autoproclamato Stato islamico avrebbe ucciso 15 tra i cristiani in ostaggio nella provincia di Hassake, al confine Nord-orientale con l'Iraq. Lo riferisce l'archimandrita Emanuel Youkhana: "Molti di loro - afferma Youkhana - stavano difendendo i loro villaggi e le loro famiglie".

Giallo sui cristiani rapiti
Intanto non è chiaro quanti siano i cristiani rapiti. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con sede a Londra, gli ostaggi cristiani dell'Isis sarebbero 220. Ma per il vescovo Youkhana i rapiti sarebbero circa 350: "Oltre alle centinaia di persone menzionate la volta scorsa, parliamo di altri 80 abitanti del villaggio di Tel Jazira, 21 di Tel Gouran, 5 di Tel Feytha e 3 di Qabir Shamiya. Quasi tutti sono tenuti ostaggio nel villaggio sunnita di Um Al-Masamier", riferisce il vescovo. 

Si prepara "esecuzione di massa"
Una fonte non confermata riferisce che si prepara, per venerdì 27 febbraio, un'esecuzione di massa nella Moschea di Bab Alfaraj, villaggio sunnita della zona. Il vescovo poi aggiunge che nei 35 villaggi cristiano-assiri non è rimasto più nessuno: coloro che sono riusciti a scappare lo hanno fatto verso la regione di Hassake o verso Qamishli: "Le famiglie sfollate - riferisce Youkhana - sono 800 ad Hassake e 175 nel Qamishli".

Il Papa prega per i cristiani rapiti
Papa Francesco segue con preoccupazione la situazione in Siria e prega per la popolazione civile e per la minoranza cristiana. Lo riferisce Radio Vaticana. "E' chiaro che il Papa vive continuamente pensando a noi, pensando alla situazione dei cristiani e pensando alla situazione di tutta questa gente che soffre. La sua preghiera è sempre in sintonia con la sofferenza di questa gente e dei cristiani in particolare", dice alla Radio Vaticana il nunzio a Damasco, mons. Mario Zenari.

Gentiloni: "Genocidio inaccettabile"
Sul rapimento si è espresso anche il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni: ''Esprimo la più ferma condanna delle violenze a sfondo religioso ed etnico, perpetrate in modo sistematico e feroce dal Daesh (l'autoproclamato Stato islamico, ndr) nei confronti delle popolazioni locali in Siria''. Gentiloni aggiunge: ''Queste sistematiche violazioni dei diritti fondamentali e il genocidio di comunità millenarie e pacifiche suscitano profonda indignazione e sono inaccettabili. È necessario moltiplicare gli sforzi per contrastare l'estremismo violento, respingerne l'impostazione ideologica basata sull'intolleranza e l'odio".

L'identità di Jihadi John 
Quanto all'identità di JIhadi John, secondo la Bbc si chiama Mohamed Emwazi, ha 27 anni ed è di Londra ma è nato in Kuwait. Il vero nome di "Jihadi John" era già noto alle autorità britanniche che hanno deciso di non rivelarlo prima per non compromettere le indagini. Le prime apparizioni Emwazi era apparso per la prima volta nel video della decapitazione del giornalista americano James Foley lo scorso agosto. Anche da Londra, il direttore del gruppo di attivisti musulmani britannici Cage conferma: "C'è una forte somiglianza tra Mohamed Emwazi e Jihadi John", ha detto Asim Qureishi, che ha conosciuto Emwazi nel 2009 e lo descrive "come estremamente gentile, educato e umile. Una persona molto diversa da quella apparsa nei video". Anche gli investigatori statunitensi ritengono che il londinese Mohammed Emwazi sia 'Jihadi John'. A confermarlo all'agenzia Reuters sono state due fonti americane.
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