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MONDO

Erano ad Aleppo

Le due cooperanti italiane scomparse in Siria forse rapite. Ore d'ansia per Greta e Vanessa

Le due sarebbero Vanessa Marzullo di Brembate (Bergamo) e Greta Ramelli di Besozzo (Varese). Lavorano in progetti umanitari a sostegno della comunità locale, duramente colpita dal conflitto in corso da oltre tre anni. La Farnesina conferma la scomparsa di due donne ma non i loro nomi

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo (da Facebook)
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Siria Erano ad Aleppo, in Siria e ora sono irreperibili. Non si ha traccia di due italiane: sarebbero Vanessa Marzullo di Brembate (Bergamo) e Greta Ramelli di Besozzo (Varese) che lavoravano a progetti umanitari, nel settore sanitario e idrico, in una delle città più colpite dalla crisi siriana, in corso da oltre tre anni. La Farnesina non conferma però che si tratti di loro. 

Tuttavia, il ministero degli Esteri "conferma la notizia della irreperibilità di due cittadine italiane sulla quale sin da subito stanno lavorando l'Unità di crisi e la nostra intelligence". Il ministero ha attivato "immediatamente tutti i canali informativi e di ricerca per i necessari accertamenti. Le due cittadine si trovavano ad Aleppo per seguire progetti umanitari nel settore sanitario e idrico". "L'Unità di crisi ha già preso contatto con le famiglie che vengono tenute costantemente informate sugli sviluppi del caso".

Le due italiane sarebbero state rapite ad al Abzemo, villaggio ad ovest di Aleppo. Lo apprende l'Ansa da fonti locali. Un gruppo armato, affermano le fonti, le ha prelevate dal luogo in cui alloggiavano, nonostante fossero 'protette' da uomini del Fronte islamico, fazione radicale attiva nell'area.

Le due scomparse sarebbero due cooperanti di una onlus di Como. "Avevamo un appuntamento su Skype, ma non erano in linea", riferisce Silvia Moroni, presidente di "Rose di Damasco".  Moroni aggiunge:  "Le due ragazze sono partire per la Siria il 22 luglio - spiega - dopo che il 20 luglio avevamo fatto insieme una serata di raccolta fondi a Como. Il progetto era quello di acquistare kit di pronto soccorso e pacchi alimentari, da distribuire al confine. In particolare avendo loro fatto dei corsi infermieristici, istruivano i ragazzi in materia di pronto soccorso".

Le due ragazze erano impegnate nel progetto Horryaty: già a marzo avevano fatto una "missione di sopralluogo" in Siria. "Il progetto - si legge sulla pagina Facebook - nasce dopo un sopralluogo effettuato nel mese di marzo da Roberto Andervill, socio Ipsia, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo attiviste per la Siria. Atterrati in Turchia, siamo stati accompagnati da una guida siriana nella sua terra, di preciso nelle zone rurali di Idleb, a sud ovest rispetto ad Aleppo. Durante questa prima visita si è cercato di instaurare un primo rapporto con la popolazione locale, al fine di capire le vere necessità e visitare i luoghi coinvolti nel progetto. In particolar modo sono stati visitati i due centri di Primo Soccorso di B. e H., dove c'è stata la possibilità di rilevare le principali problematiche nell'ambito dell'assistenza medica: carenza di personale adatto e di materiale essenziale per condurre assistenza sanitaria di base e di emergenza". 

Sempre sulla pagina facebook, si legge un profilo delle due ragazze:


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