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MONDO

Le vittime sono quasi tutti siriani

Libia, video choc del Telegraph: rifugiati torturati e picchiati prima di partire per l'Europa

Il filmato ripreso da un adolescente siriano, minacciato di morte più volte. Il giovane è poi arrivato a Lampedusa

Repertorio
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Picchiati con un bastone, in ginocchio con solo un paio di pantaloncini in pieno inverno, mentre ricevono in faccia secchiate di acqua fredda. Presi a bastonate sulla schiena, uno a uno. Privati di tutto, anche dei vestiti e costretti alla rissa per una maglietta, o per un paio di pantaloni. Sono gli abusi subiti da rifugiati in Libia, poco prima di partire per Lampedusa: li mostra un giovane siriano, 16 anni appena, fuggito su un barcone dalla guerra. Ha filmato le torture col suo cellulare e poi ha avuto il coraggio di mostrarle a Lampedusa a un giornalista del Telegraph:



Torturati per soldi
Il ragazzo ha riferito di essere stato minacciato di morte e che se sarebbe stato ucciso se lo avessero sorpreso a filmare. Anche le vittime delle violenze sono siriani: al giornalista del Telegraph hanno riferito che venivano picchiati e ricattati per estorcere loro tutto il denaro che avevano con sé. Tarek, così si fa chiamare il giovane, era in viaggio da solo: la sua famiglia ha pagato circa 5.300 euro (seimila dollari)  per portarlo dalla Siria alla Libia. 

Su un camion attraverso il deserto
Il viaggio è durato due mesi: prima dalla sua città, devastata dai bombardamenti, il giovane è andato a Khartoum, in Sudan. Poi ha raggiunto la Libia attraverso il deserto, con un camion e altre trenta persone: "Ho visto uomini morire. Non ho mangiato per quattro giorni perché il cibo era troppo sporco", racconta. In Libia è stato incarcerato per dieci giorni. Al suo rilascio ha raggiunto il nord del Paese e si è imbarcato per Lampedusa, su un barcone con altri duecento stranieri come lui. 

L'immigrazione verso Lampedusa
La storia di Tarek è quella di migliaia di altri come lui che dalla Libia tentano l'approdo in Europa. La maggior parte di loro non vuole rimanere in Italia, ma raggiungere parenti o conoscenti nei Paesi del nord Europa. Per far fronte al flusso di immigrazione nel Mediterraneo, pochi giorni fa l'Unione Europea fa ha potenziato il programma Triton, prolungandolo e assegnando nuovi fondi. 
 
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