MONDO
Stato islamico
Isis nuovo orrore: lapidati due giovani gay
La notizia diffusa da una ong: le esecuzioni sono avvenute in Siria. E' il primo crimine commesso con l'accusa di omosessualità
Una catena infinita di crimini
I nomi delle due vittime non sono stati resi noti. Il ventenne è stato messo a morte a Mayadin, nella provincia orientale di Deyr az Zor, dopo che i miliziani jihadisti avevano affermato di avere trovato sul suo cellulare immagini che lo mostravano intento in "atti osceni con degli uomini". Il diciottenne, invece, è stato lapidato nella stessa città di Deyr az Zor, capoluogo della provincia, con le medesime accuse. Lo Stato islamico ha già compiuto diverse lapidazioni di donne accusate di adulterio, specie nella provincia di Raqqa, nel nord della Siria, che è sotto il suo totale controllo. Recentemente anche due uomini erano stati messi a morte con lo stesso supplizio, sempre per adulterio: uno dall'Isis ad Al Bukamal nella stessa provincia di Deyr az Zor vicino al confine con l'Iraq; l'altro a Saraqeb, nella provincia nord-occidentale di Idlib, a opera del Fronte al Nusra, la branca siriana di Al Qaida.
Le accuse dell'Onu
Lo scorso 14 novembre la commissione d'inchiesta dell'Onu sulla Siria, presieduta dal giurista brasiliano Paulo Pinheiro, ha accusato l'Isis di "crimini di guerra e crimini contro l'umanità", chiedendo che i suoi dirigenti vengano processati davanti alla Corte penale internazionale (Cpi). Fra gli episodi contestati allo Stato islamico, le decapitazioni e le lapidazioni sulle pubbliche piazze, ma anche soprusi sulle minoranze, in particolare cristiani, sciiti e curdi, e la riduzione a schiave sessuali di centinaia di donne della comunità degli Yazidi in Iraq. Secondo l'Ondus, sono state almeno trecento le donne irachene portate in Siria, con molte di loro vendute come "mogli" per mille dollari l'una a miliziani dello Stato islamico. Ma l'ong afferma di avere potuto verificare la riduzione in schiavitù anche di almeno sei donne appartenenti alla comunità sunnita che erano mogli di soldati siriani uccisi.