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MONDO

L'operazione domenica sera al largo delle coste di Cipro

Libia, le teste di cuoio Usa assaltano petroliera nordcoreana in mano a ribelli

Le forze speciali della Marina americana hanno preso il controllo della nave Morning Glory che trasportava greggio caricato illegalmente da ex ribelli della Cirenaica. Nessuno sarebbe rimasto ferito. I Navy Seals stanno scortando la petroliera in Libia

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Roma Le forze Navy Seals della Marina americana hanno preso il controllo della petroliera nordcoreana Morning Glory che trasportava greggio  -caricato illegalmente da ex ribelli - di proprietà della compagnia nazionale petrolifera libica. L'operazione, fa sapere il Pentagono, ha avuto luogo domenica sera al largo delle coste di Cipro. Il tanker nordcoreano sarà ora scortato in Libia.

La petroliera era stata sequestrata da tre uomini libici armati prima di effettuare il carico illegale di greggio. "Nessuno è stato ferito nell'operazione delle forze statunitensi, richiesta dai governi libico e cipriota" si legge nella nota del Pentagono.

La settimana scorsa la petroliera era giunta nel porto libico di Sidra per caricare greggio con l'intenzione di esportarlo per conto di un gruppo separatista della Cirenaica. La nave era riuscita a dileguarsi nonostante fosse circondata dalla Marina libica. Non è ancora chiaro a chi fosse destinato il carico di greggio o la proprietà della nave.

L'idea di vendere petrolio indipendentemente dalle autorità centrali era stata già avanzata nei mesi scorsi ma si è concretizzata solo sabato, quando Abdo Rabbo Al Barassi, premier dell'autoproclamato governo della Cirenaica, ne ha annunciato l'inizio durante una cerimonia. Si tratta della prima operazione di export orchestrata dall'Ufficio Politico di Barqa (nome arabo della Cirenaica), che ha dichiarato nei mesi scorsi l'autonomia della regione. Il neo ente è stato formato dall'ex rivoluzionario Jadran, in prima linea durante la rivoluzione che aveva deposto Gheddafi.

Dopo la guerra del 2011 Jadran era diventato responsabile delle guardie di sicurezza di alcuni impianti petroliferi. Ma dalla fine di luglio ha approfittato della sua posizione per guidare le proteste che bloccano i principali porti del Paese chiedendo di trattenere una quota maggiore dei proventi dell'export. Jadran accusa il governo di corruzione nella vendita di greggio e criticano Tripoli perché marginalizza l'est del Paese cosi come aveva fatto Gheddafi.
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