MONDO
Le giovani avvistate da testimoni
Nigeria, Boko Haram in un video: "Le ragazze rapite in cambio dei prigionieri" (Il video)
Secondo il governatore del Borno, né le studentesse né i rapitori hanno oltrepassato il confine e testimoni le hanno viste ancora in Nigeria. Boko Haram: "Ragazze libera in cambio dei prigionieri"
Roma
Libere in cambio di priogionieri. Questo il prezzo chiesto per le oltre duecento liceali rapite dagli estermisti islamici di Boko Haram. Lo rivendica il loro leader Abubakar Muhammad Shekau, in un video apparso in rete. Nel filmato di 17 minuti, il leader islamista Abubakar Shekau afferma che le studentesse si sono convertite all'Islam e minaccia che non verranno liberate fino a quando non saranno rilasciati tutti i membri di Boko Haram detenuti nelle carceri nigeriane
Le ragazze ancora in Nigeria
Le giovani sarebbero inoltre ancora nel Paese e alcuni testimoni le avrebbero viste: lo riferisce il governatore dello Stato del Borno, Kashim Shetima che ha anche detto di aver trasmesso ai militari "informazioni". I rapitori non avrebbero quindi oltrepassato il confine verso il Ciad o il Camerun e le ragazze potrebbero dunque trovarsi ancora nel Paese.
La mobilitazione internazionale
Intanto arriva dalla Francia la disponibilità per organizzare un vertice dei paesi confinanti con la Nigeria. "Ne ho parlato con il presidente nigeriano, Goodluck Jonathan", ha detto il capo di Stato francese, Francois Hollande, aggiungendo che al vertice dovrebbero essere presenti, tra gli altri, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione europea. Quest'ultima si occuperà dell'emergenza nel corso del Consiglio affari esteri. Roma, ha spiegato nei giorni scorsi il capo della diplomazia italiana, Federica Mogherini, sottolinerà la necessità di un coordinamento tra i paesi europei, funzionale alla ricerca di una soluzione per la liberazione delle ragazze.
Il rapimento
Le studentesse, di età compresa tra i 12 e i 17 anni sono state rapite il 14 aprile: un commando di Boko Haram le ha prelevate da una scuola di Chibok, nello stato del Borno. Alcune sono riuscite a fuggire (qui una testimonianza di una di loro), ma altre sono ancora nelle mani del gruppo integralista che ha imposto il terrore nel nord della Nigeria. Prosegue intanto la campagna, anche online con l'hashtag #bringbackourgirls, per la liberazione delle giovani.
Tweets about "#BringBackOurGirls"
Libere in cambio di priogionieri. Questo il prezzo chiesto per le oltre duecento liceali rapite dagli estermisti islamici di Boko Haram. Lo rivendica il loro leader Abubakar Muhammad Shekau, in un video apparso in rete. Nel filmato di 17 minuti, il leader islamista Abubakar Shekau afferma che le studentesse si sono convertite all'Islam e minaccia che non verranno liberate fino a quando non saranno rilasciati tutti i membri di Boko Haram detenuti nelle carceri nigeriane
Le ragazze ancora in Nigeria
Le giovani sarebbero inoltre ancora nel Paese e alcuni testimoni le avrebbero viste: lo riferisce il governatore dello Stato del Borno, Kashim Shetima che ha anche detto di aver trasmesso ai militari "informazioni". I rapitori non avrebbero quindi oltrepassato il confine verso il Ciad o il Camerun e le ragazze potrebbero dunque trovarsi ancora nel Paese.
La mobilitazione internazionale
Intanto arriva dalla Francia la disponibilità per organizzare un vertice dei paesi confinanti con la Nigeria. "Ne ho parlato con il presidente nigeriano, Goodluck Jonathan", ha detto il capo di Stato francese, Francois Hollande, aggiungendo che al vertice dovrebbero essere presenti, tra gli altri, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione europea. Quest'ultima si occuperà dell'emergenza nel corso del Consiglio affari esteri. Roma, ha spiegato nei giorni scorsi il capo della diplomazia italiana, Federica Mogherini, sottolinerà la necessità di un coordinamento tra i paesi europei, funzionale alla ricerca di una soluzione per la liberazione delle ragazze.
Il rapimento
Le studentesse, di età compresa tra i 12 e i 17 anni sono state rapite il 14 aprile: un commando di Boko Haram le ha prelevate da una scuola di Chibok, nello stato del Borno. Alcune sono riuscite a fuggire (qui una testimonianza di una di loro), ma altre sono ancora nelle mani del gruppo integralista che ha imposto il terrore nel nord della Nigeria. Prosegue intanto la campagna, anche online con l'hashtag #bringbackourgirls, per la liberazione delle giovani.
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