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MONDO

Visita lampo

Il Papa in Albania: "Uccidere in nome di Dio è un sacrilegio"

Quarto viaggio internazionale del Pontefice. Primo in Europa: "Un segnale", dice. Il 25/11 sarà a Strasburgo al Consiglio e al Parlamento europeo, il 28 e il 30 in Turchia. Napolitano: "Il suo messaggio di pace sarà accolto positivamente" (LEGGI)
 

Papa Francesco
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Un viaggio lampo in Albania per "dare un segnale": queste le parole di Papa Francesco al termine della visita in Albania. Undici ore per dare un messaggio che, parole del pontefice, "va oltre l'Albania, che ha iniziato una strada di convivenza e collaborazione tra religioni e culture diverse che, appunto, va oltre i suoi confini, ad altri paesi che hanno le stesse radici".

Le prossime visite
Già sul volo di ritorno in Italia il Papa annuncia le sue prossime visite: "Il 25 novembre andrò a Strasburgo per visitare il Consiglio d'Europa e il Parlamento Europeo, tutti e due. Poi il 28 dello stesso mese - ha confermato - andrò in Turchia per essere alla festa del 30 con il patriarca Bartolomeo". Conversando con i giornalisti, Francesco ha poi tenuto a precisare che l'Albania, "anche se è un paese a maggioranza musulmana, l'Albania non è un paese musulmano ma europeo per la cultura di convivenza, per la cultura storica che ha avuto". "La geografia - ha scherzato il Papa - non posso cambiarla". 

Il messaggio di Napolitano
Il presidente della Repubblica inviato un messaggio di saluto per il rientro del Papa in Italia: "Santità, a nome mio personale e del popolo italiano tutto desidero porgerle il più cordiale bentornato al rientro dal suo Viaggio Apostolico nella Repubblica di Albania. Sono certo che la sua visita e il suo messaggio di solidarietà, pace e riconciliazione saranno positivamente accolti e ispireranno le generazioni più giovani, le cui capacità di dialogo e confronto costruttivo con gli altri, rappresentano la migliore speranza per il futuro della regione e del mondo"

"L'Albania terra di martiri"
Durante la sua visita, il Papa ha incontrato le autorità albanesi, quindi ha celebrato la messa in piazza Madre Teresa durante la quale il Papa ha ricordato le  persone che hanno perso la vita per la fede. "Ripensando a quei decenni di atroci sofferenze e di durissime persecuzioni contro cattolici, ortodossi e musulmani, possiamo dire - ha scandito - che l'Albania è stata una terra di martiri: molti vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici hanno pagato con la vita la loro fedeltà". "Non sono mancate prove di grande coraggio e coerenza nella professione della fede - ha ricordato il Papa - Quanti cristiani non si sono piegati davanti alle minacce ma hanno proseguito senza tentennamenti sulla strada intrapresa". 

Si commuove incontrando un sacerdote vittima di torture
Nella cattedrale di Tirana il Papa ha incontrato un anziano sacerdote, che ha passato 27 anni  in carcere tra violenze e torture. "Mi strinsero i ferri ai polsi così strettamente che caddi quasi morto. Volevano che parlassi contro la Chiesa ma non accettai", ha raccontato il sacerdote al Papa che si è commosso abbracciandolo. "Guai a quando si cercano consolazioni lontane dal Signore" ha detto dopo aver ascoltato le testimonianze dei "martiri", ai sacerdoti, ai religiosi, alle suore e ai movimenti laicali vicini alla Chiesa.

No comment sul Sinodo
Ai giornalisti che poi gli chiedevano un commento sul Sinodo per la famiglia che si aprirà ad ottobre, il Papa ha detto: "Oggi la notizia deve essere il viaggio in Albania".
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