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POLITICA

Ignazi: sul voto l'ex premier si gioca tutto

Pd, nuovo attacco di Emiliano a Renzi: "Ha aiutato le banche e mollato chi ha il mutuo"

Il Governatore della Puglia dalle pagine di Libero riconosce: "Siamo responsabili dello schianto di Matteo: dovevamo fermarlo". Il Presidente della Commissione Difesa a Palazzo Madama, Nicola Latorre insiste: a guidare la svolta del partito deve essere l'ex premier

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Sempre più agitate le acque nel Pd. Michele Emiliano, torna ad attaccare la politica di Matteo Renzi. E questa volta lo fa dalle pagine del quotidiano Libero: "Ha aiutato le banche e mollato chi aveva il mutuo", sottolinea il Governatore della Puglia che affronta anche il tema della possibile scissione del partito, e avverte: "È Renzi a volerla. Io so come tenere insieme i centristi e Vendola". E aggiunge: "Siamo responsabili dello schianto di Matteo: dovevamo fermarlo".

Critico nei confronti del Governatore, il segretario del Partito Democratico toscano, Dario Parrini, che su twitter commenta: "Mentre Michele Emiliano insulta il suo partito per raccattare qualche titolo, il Pd vero, quello dedito alle cose serie, porta in Commissione Giustizia la legge per inasprire le pene contro le truffe agli anziani (io tra i firmatari). Possibile a breve l'esame in aula. Bella cosa". 




Il Presidente della Commissione Difesa a Palazzo Madama, Nicola Latorre si schiera con l'ex premier dicendo che "deve guidare la svolta nel Pd. Ma se ci sarà scissione - avverte - vado a casa. Come si fa sull'autobus. Premerei il pulsante stop e scenderei subito", dice Latorre nell'intervista rilasciata al Corriere della sera. E lo stesso pensiero lo affida a twitter.

Latorre inoltre riguardo alla legge elettorale, spiega, "il minimo sindacale sarebbe una legge omogenea per Camera e Senato, con un'unica soglia di sbarramento, superando l'ingorgo tra capilista bloccati, preferenze e candidature plurime".

Quanto a D'Alema, Bersani, Emiliano, Speranza, "sono cose diverse - sottolinea Latorre -. Quella di D'Alema è un'iniziativa esterna al Pd e coinvolge elettori che non sono del Pd. La componente riformista non può non essere parte del centrosinistra. Bersani, Emiliano, Speranza e Rossi fanno iniziative interne al Pd. Chiedono un cambio di linea dopo la sconfitta referendaria. I margini per un'intesa, se sgombriamo il campo da sospetti e retropensieri, ci sono. E Renzi deve essere protagonista di questa fase con una svolta radicale".

Ignazi: sul voto Renzi si gioca tutto, se perde salta 
'Mi sembra quasi banale dirlo. Credo che il congresso del Pd debba precedere eventuali elezioni'. Lo afferma al Mattino, Piero Ignazi, politologo membro del comitato scientifico della Rivista Italiana di Scienza Politica, secondo il quale Renzi spinge per accelerare il voto perchè è la sua ultima carta per sopravvivere politicamente. Se perde anche questa, la sua esperienza rischia di interrompersi e sarebbe un peccato. Sulle qualità politiche di Renzi credo non si possa dubitare e il suo contributo sarebbe importante comunque'.

Alla domanda se il Pd ha maggiori difficoltà nel Sud, Ignazi risponde: 'Il Sud mi sembra per il Pd un altro mondo ancora. Si è tornati ad una politica di tipo tradizionale, con reti e contatti di relazioni personali non controllate e gestite, come in passato, da organizzazioni di grossi partiti'. 'Nello scenario attuale - aggiunge sulla legge elettorale - vedo un grande pateracchio. Lo era anche il Mattarellum. Il dibattito attuale mi sembra un pasticcio per non arrivare ad una buona legge elettorale, alimentando confusione e pericoli di ingovernabilità".

Ed è stata convocata per mercoledì la seduta del Gruppo Pd alla Camera in vista della riunione di giovedì dove verrà avviato l'iter di riforma della legge elettorale. A quanto si apprende non dovrebbe partecipare Matteo Renzi. 
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