POLITICA
Il dibattito all'Assemblea di Rimini
Pd, Delrio: no scissioni, candidato premier è Renzi
C'è chi invoca il voto, chi il Congresso. E chi paventa una divisione. Prosegue il dibattito all'interno del Pd. Alla seconda giornata dell'Assemblea degli amministratori di Rimini, il ministro Delrio sottolinea: la battaglia è quella di velocizzare la burocrazia
Sul dibattito interno al Pd, oggi interviene anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Pd, Graziano Delrio. "Si cerca sempre di banalizzare il messaggio di Renzi: perchè D'Alema non discute del fatto che Renzi è andato in Europa e ha preteso di mettere la parolina crescita davanti a stabilità? - afferma ntervistato da Maria Latella a Sky Tg24- Non capisco perchè quando parla Matteo Renzi tutto diventa roba da bar e quando parlano altri ci troviamo di fronte a grandi analisi. Ci vuole più rispetto, io credo". E poi sottolinea: io candidato premier? Non credo. C'è e si chiama Matteo Renzi, una fortuna. Il ministro poi ricorda: "Un grande programma del Pd sta nei beni comuni: la difesa della scuola, l'edilizia scolastica, il trasporto pubblico locale, la sanità pubblica". E spiega; "L 'unico modo di difendere la gente è il fatto che i beni comuni siano presidiati da una grande partito popolare, non populista, che dica ai cittadini: noi siamo con voi, al vostro fianco. Spero e penso che il Partito democratico ci darà occasione di fare riflessioni sul nostro programma, nei prossimi mesi".
A concordare - con un tweet - invece su alcuni passaggi dell'intervento di D'Alema, il Presidente del Pd Matteo Orfini.
Ha ragione D'Alema: siamo stati una grande forza "responsabile". E l'Italia è finita in recessione e Grillo è passato dal 5 al 25 per cento.
— orfini (@orfini) 28 gennaio 2017
Della necessità di una svolta per rifondare il partito, parla il Presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia che punta il dito sulla 'scarsa disponibilità' dell'ex premier ad affrontare alcuni temi. "Il non voler capire che il suo progetto politico, dopo quattro anni di segreteria, è stato sonoramente bocciato il 4 dicembre, è l'ennesima prova dell'arroganza dimostrata in questi anni sottolinea - Piuttosto che riprendere la sua corsa forsennata, questa volta verso il voto anticipato, staccando la spina ancora una volta ad un governo targato Pd, portando il Paese alle elezioni con un sistema elettorale pasticciato che creerebbe solo caos, sarebbe il caso di ascoltare le richieste che arrivano da circoli, militanti e dirigenti Pd: va indetto il congresso e va fatto subito".
Anche Matteo Richetti parla di priorità da affrontare in questo difficile momento non solo per il partito, ma per l'intero Paese. E indica che la strada da seguire è quella di avvicinarsi ai cittadini, di risolvere concretamente le emergenze e poi di correre alle urne. Andare al voto con questo sistema - sostiene - metterebbe in seria difficoltà il Capo dello Stato "sulla persona a cui affidare l'incarico". Sulle parole pronunciate di D'Alema si limita ad affermare che "non è lui il nostro problema".
Sulla stessa lunghezza d'onda di Renzi il vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani. "Non credo che abbiamo bisogno dei toni da guerra, non abbiamo bisogno dei riservisti, abbiamo bisogno di ricostruire il centrosinistra e non possiamo accettare di sentirlo da chi il centrosinistra ha sempre lavorato ad abbatterlo". E -aggiunge- "a chi vuole aprire la scissione dell'atomo a sinistra, vogliamo dire che qui c'è tanta energia, c'è un Pd fatto da tanti amministratori che non si fanno dare la linea da chi non rispetta la storia della sinistra".
In piena sintonia con l'ex premier anche la senatrice del gruppo Misto, Manuela Repetti. "Condivido pienamente lo spirito del discorso pronunciato da Matteo Renzi - sottolinea - il quale ha giustamente parlato del valore della presenza di una larga area progressista che, a partire dalla comunità del Pd, si faccia carico di proporre soluzioni concrete e di governo ai problemi che l'Italia e l'Europa hanno di fronte".
A sottolineare il difficile momento del Pd, che non riesce a ricompattarsi, le critiche che arrivano anche nei confronti del veterano Massimo D'Alema. Ernesto Carbone si dice perplesso sulle parole che ha pronunciato. "Vuole rifondare il partito - si interroga . quando è stato proprio lui ad ucciderlo?" E Stefano Bonaccini si chiede come sia possibile che chi ha picconato l'Ulivo ora intende ricostruirlo.