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ECONOMIA

L'intervista

Coronavirus, prefetto Gabrielli: la mafia insidia le piccole e medie imprese

La criminalità organizzata si insinua nella filiera dell'approvvigionamento e, in tempi di crisi di liquidità, potrebbe diventare il punto di riferimento per piccoli imprenditori, è il monito del Direttore generale della Pubblica sicurezza

Franco Gabrielli
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Analisti ben pagati delle organizzazioni mafiose sono già al lavoro per individuare le grandi occasioni di profitto conseguenti all'emergenza Covid19.

E’ l'allarme lanciato dal capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, in un documento riservato inviato ai 194 Paesi del mondo che fanno parte di Interpol e che contiene una prima valutazione dell'impatto della pandemia sui compiti di polizia e sull'evolversi della criminalità.
 
Gabrielli si sofferma anche sui pericoli del doping finanziario e del welfare assicurato dalle mafie. Lo fa in una lunga intervista alla rivista Interpol, nella quale spiega quali sono i rischi emergenti.

“Le Forze di polizia, sin da subito, stanno monitorando con grande impegno i segnali che potrebbero indicare un cambiamento delle strategie da parte delle organizzazioni criminali per prevenirne le azioni”, è la premessa del prefetto.

Gruppi criminali e le filiere di approvvigionamento 
In particolare, “è stata rivolta nell’immediato la massima attenzione ai comparti economici che non hanno mai interrotto la propria operatività, come la filiera agro-alimentare, il settore dell’approvvigionamento di farmaci e di materiale medico-sanitario, il trasporto su gomma, i servizi funebri, le imprese di pulizia, sanificazione e smaltimento di rifiuti. Si tratta, infatti, di settori dove non è richiesto un livello particolarmente elevato di specializzazione e i gruppi criminali possono riuscire agevolmente ad offrire servizi a prezzi sicuramente concorrenziali perché le società da loro controllate non rispettano le prescrizioni normative in materia ambientale, previdenziale e di sicurezza sul lavoro”.

La mafia si insinua tra le piccole e medie imprese 
C’è anche la questione non meno importante della crisi di liquidità delle piccole e medie imprese, “che, in conseguenza della sospensione della loro attività, potrebbero non essere in grado di far fronte autonomamente ai propri pagamenti. La criminalità organizzata potrebbe, dunque, sfruttare il momento di difficoltà per insinuarsi nella compagine societaria apportando il denaro necessario o proponendo prestiti usurai. Al termine dell’emergenza, quindi, le associazioni criminali potrebbero aver inquinato l’economia, controllando imprese in precedenza non infiltrate”.

Le famiglie e la manovalanza
Un rischio sociale anche per la struttura sociale, avverte Gabrielli:  “Le famiglie in difficoltà, i lavoratori in nero e/o stagionali potrebbero rappresentare un ulteriore bacino d’utenza sia per le attività usurarie della malavita, sia come nuova ‘manovalanza’ a basso costo”.
 
Le mafie finanziarie del dark web
Non solo, il prefetto Gabrielli evidenzia tra le attività emergenti la criminalità informatica, che  “costituisce un settore che non conosce flessioni e continuano a verificarsi tentativi di furti di identità e di truffa, talvolta anche legati alle esigenze connesse alla situazione emergenziale in atto, così come adescamenti on line e casi di pedofilia”.

“Se registriamo, dunque, una diminuzione dei fenomeni illeciti “di strada”, le autostrade del dark web sono diventate, ancor più, vie privilegiate dalle mafie finanziarie, legate principalmente ai traffici di droga, di armi e di esseri umani. La criminalità organizzata 2.0 investe moltissimo nelle nuove tecnologie, dimostrando di essersi organizzata in anticipo con grande flessibilità per approfittare illecitamente delle nuove opportunità di profitto”, conclude Gabrielli.
 
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